Repulsion
- Drammatico
- Gran Bretagna
- durata 104'
Titolo originale Repulsion
Regia di Roman Polanski
Con Catherine Deneuve, John Fraser, Patrick Wymark, Yvonne Furneaux
Il cinema si è spesso occupato dei disturbi mentali. Nevrosi, psicosi, depressioni, schizofrenia, bipolarità, follia: tanti gli esempi, impossibile stilarne anche solo una lista approssimativa, da "Qualcuno volò sul nido del cuculo" a "il solista", da "Birdy" a "Ragazze Interrotte". Quasi tutti questi film narrano di vere e proprie problematiche cliniche, non faclmente gestibili dal punto di vista sociale, che portano spesso ad esplosioni violente (verso gli altri o verso se stessi). La letteratura, anche critica, a riguardo è corposa.
Esistono però disturbi meno conosciuti, forse perchè variamente governati e governabili in seno ad un "normalità" apparente. A volte, soprattutto nelle forme più leggere, non ottengono diagnosi, oppure la raggiungono solo dopo anni di sofferenze.
Tra questi, un fenomeno poco indagato è il D.E.P - Disturbo Evitante di Personalità (o, per gli anglosassoni, AvPD - Avoidant personality disorder). Chissà, forse è la natura stessa del problema a renderlo poco spettacolare, appetibile alla messa in scena e all'indagine.
Tale disturbo (la cui descrizione precisa ho attinto da fonti altre) è infatti caratterizzato dalla convinzione radicata del soggetto di valere poco; ciò porta la persona a sentire un profondo senso di inadeguatezza nel contatto con gli altri, con un enorme timore delle critiche, della disapprovazione e della esclusione. Non avendo una vera visione di sé si affida completamente al giudizio altrui, che spesso, manipola inconsciamente per condurre al risultato da lui atteso (in questo senso la patologia è spesso correlata a dismorfofobia, poca cura di sé, svilimento delle proprie capacità...). Le parole chiave per chi soffre di questo disturbo sono probabilmente paura, vergogna e rinuncia. Per evitare esperienze dolorose di rifiuto, la persona tende ad avere una vita ritirata, una esistenza priva di stimoli, triste e grigia, con un visibile senso di vuoto e, a volte, quasi senza senso. Che però evita di esporsi. Nel migliore dei casi costruisce mondi intimi immaginari in cui sentirsi al sicuro. Questi soggetti, non hanno un gruppo di amici con i quali uscire la sera e sul lavoro si mantengono ai margini; spesso esagerano le difficoltà potenziali, i pericoli fisici o i rischi connessi ed hanno un rendimento sempre molto inferiore alle possibilità. Anche se è bene ricordare che molti di loro riescono a raggiungere un discreto funzionamento sociale soprattutto attraverso la meticolosità, la ripetibilità, la stabilità, il controllo. Non sopportano i confronti e si aggrappano ad una fedeltà incrollabile alla famiglia e alla ristrettissima cerchia di fidati. Cercando rassicurazioni nella costanza spazio-temporale. L'evitamento è la sola soluzione di autoprotezione possibile. Rispetto ad altre patologie il bisogno di una vita di relazione soddisfacente è qui imperante, ma rimane inespresso. Questo comporta un estremo malessere per cui, sostanzialmente, i soggetti percepiscono la propria vita come un spettacolo passivo sulle vite degli altri. Laddove, con grande sforzo, si riesca a trovare dei punti di contatto, fino ad arrivare ad una relazione di coppia - non esclusa dalla patologia - l' affettività, come la condivisione intima e profonda restano un problema. Non disgiunti, però, da esclusività tenacia controllo e persino sottomissione . Possono essere presenti inibizioni sessuali più o meno gravi (sempre motivate dalla paura del giudizio e dalla certezza di inadueguatezza). Apolidi per definizione, i soggetti sviluppano una sorta di anti-emotività, distacco, repressione. In genere coltivano interessi solitari come lettura e collezionismo, nei casi più gravi ricorrono anche all’abuso di sostanze, (in particolare dell’alcool ma anche disturbi alimentari) per sedare il malessere interiore. La patologia, di per sé legata ad episodi ed atteggiamenti ansiosi, può sfociare in psicosi, depressioni, e nei casi più estremi in atti di autolesionismo (ideazioni suicidiarie). Le cause del disturbo evitante di personalità non sono ancora del tutto chiare (e comunque qui non pertinenti): di per certo la patologia insorge nella prima età adulta e conduce il soggetto ad accettare, vuoi con rassegnazione vuoi con fastidio vuoi con rimpianto, l’abitudine alla solitudine ed al vuoto.
Titolo originale Repulsion
Regia di Roman Polanski
Con Catherine Deneuve, John Fraser, Patrick Wymark, Yvonne Furneaux
Titolo originale Un coeur en hiver
Regia di Claude Sautet
Con Daniel Auteuil, Emmanuelle Béart, André Dussollier
Titolo originale The Remains of the Day
Regia di James Ivory
Con Anthony Hopkins, Emma Thompson, James Fox, Christopher Reeve, Hugh Grant
Titolo originale Caché
Regia di Michael Haneke
Con Denis Podalydès, Daniel Auteuil, Juliette Binoche, Annie Girardot, Nathalie Richard
Georges
Titolo originale The Best Offer
Regia di Giuseppe Tornatore
Con Geoffrey Rush, Sylvia Hoeks, Jim Sturgess, Donald Sutherland, Sean Buchanan, Liya Kebede
Virgil
Regia di Bernardo Bertolucci
Con Tea Falco, Jacopo Olmo Antinori, Sonia Bergamasco, Pippo Delbono, Veronica Lazar
Lorenzo
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