L'intendente Sanshô
- Drammatico
- Giappone
- durata 119'
Titolo originale Sanshô Dayû
Regia di Kenji Mizoguchi
Con Kinuyo Tanaka, Yoshiaki Kanayagi, Kyoko Kagawa, Masao Shimizu
In questo capitolo ce n'è per tutti i gusti. C'è chi ama il cinema classico (Bogdanovich) e chi i classici della modernità (Bigelow), e c'è anche chi mette MARNIE davanti ai molti "soliti" capolavori di Hitchcock... Se poi siete per i titoli eccentrici e le personalità fuori dal coro date un'occhio alle preferenze del trio Boyle, Buñuel, Burton e ai loro illuminanti commenti. (E visto che Buñuel è Buñuel nessuno si meraviglierà che abbia nominato un suo film tra i suoi preferiti...) Con Stan Brakhage facciamo anche una piccola sosta nel cinema sperimentale/d'avanguardia/"poetico" (e invisibile) a lui più affine, tanto per sentirci un po' più ignoranti e indegni.
I registi di questo numero:
Bernardo Bertolucci (ULTIMO TANGO A PARIGI, L'ULTIMO IMPERATORE),
Susanne Bier (IN UN MONDO MIGLIORE; DOPO IL MATRIMONIO),
Kathryn Bigelow (THE HURT LOCKER, POINT BREAK),
Peter Bogdanovich (PAPER MOON, L'ULTIMO SPETTACOLO),
John Boorman (UN TRANQUILLO WEEK-END DI PAURA, SENZA UN ATTIMO DI TREGUA),
Danny Boyle (TRAINSPOTTING, THE MILLIONAIRE),
Stan Brakhage (DOG STAR MAN, THE ACT OF SEEING WITH ONE'S OWN EYES),
Robert Bresson (MOUCHETTE, AU HASARD BALTHAZAR),
Luis Buñuel (IL FASCINO DISCRETO DELLA BORGHESIA, BELLA DI GIORNO),
Tim Burton (EDWARD MANI DI FORBICE, MARS ATTACKS!).
Per chi se li fosse persi:
Titolo originale Sanshô Dayû
Regia di Kenji Mizoguchi
Con Kinuyo Tanaka, Yoshiaki Kanayagi, Kyoko Kagawa, Masao Shimizu
Titolo originale Marnie
Regia di Alfred Hitchcock
Con Tippi Hedren, Sean Connery, Diane Baker, Martin Gabel, Louise Latham, Alan Napier
consigliato da BERNARDO BERTOLUCCI
LISTA COMPLETA di B. BERTOLUCCI
- La regola del gioco (Renoir)
- L'intendente Sansho (Mizoguchi)
- Germania anno zero (Rossellini)
- Fino all'ultimo respiro (Godard)
- Ombre rosse (Ford)
- Velluto blu (Lynch)
- Luci della città (Chaplin)
- Marnie (Hitchcock)
- Accattone (Pasolini)
- L'infernale Quinlan (Welles)
- La dolce vita (Fellini)
Fonti: Sight & Sound; Bernardo Bertolucci: interviews (libro); IMDb; EuroScreenwriters.
"ACCATTONE (in cui Bertolucci fu assistente alla regia - ndr) fu molto importante per me perché capita raramente di assistere all'invenzione di un linguaggio. Fu un'invenzione perché Pasolini non aveva molta esperienza di cinema a cui attingere. A quel tempo l'unico film che gli fosse realmente piaciuto era GIOVANNA D'ARCO di Dreyer. (...) I suoi riferimenti furono più pittorici che cinematografici - pittorici ed onirici, Masaccio, Giotto e i sogni che faceva. Masaccio fu il riferimento per tutti i primi piani." ~ Bernardo Bertolucci
"I film di Kurosawa e LA DOLCE VITA di Fellini sono le ccose che mi hanno spinto a diventare regista." ~ Bernardo Bertolucci
"Ero completamente affascinato da Godard, Resnais, Truffaut, Rivette, Rohmer, etc. Ricordo che nella mia prima intervista con un giornalista tedesco – ero molto giovane quindi ero una specie di caso – continuavo a ripetere: 'Potremmo parlare in francese, potremmo fare l'intervista in francese'. E loro dicevano: 'Sei italiano, perché mai?' 'Perché il francese è la lingua del cinema.' Ero molto estremista! E sì, negli anni '60– che sono stati veramente una sorta di periodo glorioso per il cinema – mi sentivo parte di una specie di movimento che includeva Italia e Francia, forse Brasile, Canada, Stati Uniti, Inghilterra etc. Ricordo che il comune denominatore era che non stavamo solo raccontando una storia su dei personaggi, un plot, ma eravamo molto interessati a parlare del cinema stesso. Quindi c'erano come due film che procedevano insieme: la storia, e una specie di saggio nascosto tra le righe." ~ Bernardo Bertoluccile
"Sono molti i film che mi piacciono. Vado al cinema il più possibile. Ma quelli che davvero credo che mi influenzino sono Godard, Jean Renoir; che per me è il numero uno. Alcuni giapponesi come Mizoguchi, e poi amo Rossellini, e amo Antonioni. Ma mi piace vedere la storia del cinema come un lungo film con molte sequenze. Le sequenze sono i singoli film." ~ Bernardo Bertolucci
Titolo originale It Happened One Night
Regia di Frank Capra
Con Clark Gable, Claudette Colbert, Walter Connolly, Roscoe Karns, Jameson Thomas, Alan Hale
Regia di Luchino Visconti
Con Dirk Bogarde, Silvana Mangano, Björn Andresen, Romolo Valli, Marisa Berenson
consigliato da SUSANNE BIER
LISTA COMPLETA di SUSANNE BIER
- I 400 colpi (Truffaut)
- L'appartamento (Wilder)
- Apocalypse Now (Coppola)
- Ladri di biciclette (DeSica)
- Morte a Venezia (Visconti)
- Il cacciatore (Cimino)
- Fanny e Alexander (Bergman)
- Accadde una notte (Capra)
- C'era una volta il West (Leone)
- La finestra sul cortile (Hitchcock)
- Quel pomeriggio di un giorno da cani (Lumet)
Fonti:Sight & Sound (2012); "Talking Movies: Contemporary World Filmmakers in Interview" di Jason Wood; Indiewire.
Sul movimento DOGMA 95 (di cui faceva parte): "Credo nelle regole. Credo nelle limitazioni artistiche, e ci ho sempre creduto. Ho sempre pensato che definire un sistema di regole prima dell'inizio, e poi essere completamente coerente con esse, sia l'unico modo di fare un film davvero buono. Queste regole specifiche (quelle del DOGMA - ndt) sono regole di austerità. Ti forzano ad occuparti della trama e dei personaggi, e basta. E pensavo fosse una vera sfida in senso positivo. Da questo sistema di regole è uscito un certo numero di buoni film." ~ Susanne Bier
"Ho sempre saputo di avere qualche tipo di pulsione creativa, ma non ero proprio sicura di quale forma dovesse avere. Ho studiato religione per un breve periodo, e poi architettura per un paio d'anni, e alla fine è stato il 'set disegn' a interessarmi maggiormente. In realtà mi iscrissi alla scuola di cinema per fare set design, e in un colloquio dissi loro che avrei potuto essere interessata anche alla regia. Ricordo che mi dissero, beh, perché non ti chiarisci le idee e ti iscrivi esattamente a quello che vuoi? Così m'iscrissi a regia." ~ Susanne Bier
"A quel tempo (durante la scuola di cinema) ero incredibilmente influenzata da registi come Antonioni, che usava l'architettura in maniera molto significativa. In seguito m'interessai molto anche ai registi americani degli anni '70. Credo che se parliamo di' Dogma' e di quella particolare sensibilità siamo pesantemente indebitati con i 'ragazzacci del cinema' e con ciò che quei registi americani fecero per il cinema negli anni '70." ~ Susanne Bier
Titolo originale In einem Jahr mit 13 Monden
Regia di Rainer Werner Fassbinder
Con Volker Spengler, Ingrid Caven, Gottfried John, Elisabeth Tissenaar
consigliato da KATHRYN BIGELOW
"Una delle più splendide storie d'amore mai realizzate." ~ Kathryn Bigelow
LISTA COMPLETA di K. BIGELOW
- Il mucchio selvaggio (Peckinpah)
- Lawrence d'Arabia (Lean)
- Tutti i film di Alfred Hitchcock
- Mean streets (Scorsese)
- Terminator (Cameron)
- Ran (Kurosawa)
- Kagemusha (Kurosawa)
- Dersu Uzala (Kurosawa)
- Un anno con 13 lune (Fassbinder)
Fonti: Rotten Tomatoes
"Ho visto IL MUCCHIO SELVAGGIO in un doppio spettacolo con MEAN STREETS, (...) Ero a New York [ negli anni '70 - ndr ], avevo uno studio e fondamentalmente ero un'artista attiva, lavoravo con vari gruppi artistici - arte e linguaggio, arti concettuali, arti politiche. Facevamo ambienti, installazioni, performance...e mi sono imbattuta in questo incredibile doppio spettacolo. È stata una di quelle esperienze che cambiano la vita. Li trovai straordinari. Peckinpah per la sua muscolarità, la sua immediatezza, il suo genio puro nel raccontare e con i personaggi...e poi in MEAN STREETS De Niro, quella sua specie di inquieta venerazione per questo splendido folle sottobosco (...) In un contesto d'arte stavo cominciando a girare dei corti, così il film stava diventando un medium che m'intrigava e non avevo ancora fatto una completa transizione ma questi due film aprirono per me una sorta di inimmaginabile paesaggio. Quell'enorme irriverenza, e l'intensità, la fermezza di quei personaggi." ~ Kathryn Bigelow
"TERMINATOR è stata un'opera seminale. In realtà ho letto il copione prima che venisse girato. Stavo chiedendo in giro «Qualcuno ha letto qualche gran copione?» Così lo lessi - è un film che segna una svolta. (...) È come se tu avessi aperto un Vaso di Pandora e il mondo della regia non potesse più essere lo stesso - il linguaggio è diverso, la grammatica è diversa. Credo che Jim [Cameron - nde] abbia veramente cambiato il campo da gioco." ~ Kathryn Bigelow
Titolo originale The Merry Widow
Regia di Ernst Lubitsch
Con Maurice Chevalier, Jeanette MacDonald, Edward Everett Horton
consigliato da PETER BOGDANOVICH
"Lubitsch ha girato i migliori musical di sempre ; non soltanto il primo grande musical girato nel primo anno del sonoro, IL PRINCIPE CONSORTE (1929), ma anche delizie uniche come MONTE CARLO, L'ALLEGRO TENENTE, UN'ORA D'AMORE, e per finire, il suo splendido LA VEDOVA ALLEGRA (per me, uno dei dieci migliori film di sempre). Nessuno ha mai superato o eguagliato quello splendore. (CANTANDO SOTTO LA PIOGGIA, diretto da Stanley Donen e Gene Kelly, scritto da Comden e Green, secondo me è tra i migliori musical moderni, e mi piace tantissimo, ma è decisamente di un'altra razza). In realtà nessuno ci è mai andato vicino. I film della coppia Astaire-Rogers, negli anni Trenta, al paragone sembrano un po' sciapi – e sono affezionato a FOLLIE D'INVERNO di Stevens, e a CAPPELLO A CILINDRO di Sandrich; molti hanno un bel ricordo di AMAMI STANOTTE di Rouben Mamoulian – una scoperta imitazione di Lubitsch con le sue solite star, Chevalier e MacDonald – ma rivedendolo oggi, a confronto con l'originale a cui si ispira manca decisamente di scioltezza. Lubitsch ha avuto un influsso enorme sul cinema americano. Jean Renoir non esagerava, dicendomi che «Lubitsch ha inventato la moderna Hollywood», perché l'influenza del suo stile sofisticato si fa sentire, a cominciare dalla metà degli anni Venti, anche nell'opera dei registi dalla personalità più spiccata. Parlando con me, Hitchcock lo ammetteva apertamente, e basta guardare MANCIA COMPETENTE di Lubitsch e CACCIA AL LADRO di Hitchcock per constatare come Hitchcock abbia meditato a fondo la lezione di Lubitsch." ~ Peter Bogdanovich
Titolo originale French Cancan
Regia di Jean Renoir
Con Jean Gabin, Françoise Arnoul, Maria Felix, Gianni Esposito
consigliato da PETER BOGDANOVICH
"Penso sempre a Renoir ogni volta che faccio un film, e lui girò una commedia sullo show business dal titolo FRENCH CANCAN. Jean Gabin interpreta il tizio che inventò il night club Moulin Rouge e lo fece promuovendo il ritorno del can can. È un film glorioso. Gabin è grande e Renoir è il mio regista preferito." ~ Peter Bogdanovich
Titolo originale The Miracle of Morgan's Creek
Regia di Preston Sturges
Con Betty Hutton, Eddie Bracken, William Demarest, Brian Donlevy
consigliato da PETER BOGDANOVICH
"Questa è una farsa selvaggia, è scioccante che l'abbia passata liscia col “codice di produzione” in piena Seconda Guerra Mondiale. Betty Hutton si ubriaca dando l'addio ai soldati che partono per la guerra e rimane incinta. Non ha idea di chi sia il padre. Eddie Bracken interpreta un ragazzo così pazzamente innamorato di lei da accettare di fare il padre. È una grande commedia, veramente una farsa." ~ Peter Bogdanovich
LISTA COMPLETA di BOGDANOVICH
- Ero uno sposo di guerra (Hawks)
- L'orribile verità (McCarey)
- French Cancan (Renoir)
- Lady Eva (Sturges)
- Il miracolo del villaggio (Sturges)
- Ventesimo secolo (Hawks)
- La vedova allegra (Lubitsch)
- Incantesimo (Cukor)
Fonti: Rotten Tomatoes; Cult! (libro) a cura di Bill Krohn; "Chi ha fatto quel film?" (libro) di Peter Bogdanovich .
"VENTESIMO SECOLO è una storia sullo show business teatrale, e Barrymore fornisce una performance straordinaria. Orson Welles mi disse che dopo averlo visto ogni volta che lui e Larry Olivier avevano fatto una commedia lui e Larry avevano semplicemente rifatto Barrymore in VENTESIMO SECOLO." ~ Peter Bogdanovich
"Uno dei momenti più ineffabilmente felici della mia vita è il pomeriggio d'inverno in cui vidi il mio ultimo film del 1955 (anche se era uscito nelle sale nel 1938): INCANTESIMO, con Katharine Hepburn, Cary Grant, Lew Ayres ed Edward Everett Horton, basato su una commedia di un drammaturgo brillante, Philip Barry, diretto impeccabilmente - e meravigliosamente concertato - da George Cukor. Era una commedia sofisticata (con un paio di momenti di comicità pura) sulla pecora nera (sesso femminile) di una famiglia di miliardari, e sul giovanotto «ribelle» che vuole prendersi una lunga vacanza per capire perché sta lavorando. Dopo il film, mentre rincasavo camminando per le strade buie di Manhattan, mi sentivo entusiasta, più felice che mai, fiducioso nelle vaste possibilità che la vita mi offriva. Nei dieci anni successivi, vidi INCANTESIMO altre tre volte, con le stesse reazioni emotive. Lo dissi a Cukor quando ci incontrammo a metà degli anni Sessanta, e ritrovai in lui lo stesso ottimismo e la stessa energia che mi avevano entusiasmato in INCANTESIMO. Lui lodò gli attori e il testo e poi aggiunse: «E poi, direi che anche io sono stato piuttosto bravo». E scoppiò a ridere." ~ Peter Bogdanovich
"Howard Hawks mi raccontò che quando Daryl Zanuck vide per la prima volta ERO UNO SPOSO DI GUERRA, pensò che sarebbe stato un fiasco. Il produttore temeva forse che il pubblico non avrebbe gradito che l'interprete maschile venisse tanto ridicolizzato. Mentre la protagonista rimane forte e determinata per tutto il film, Cary Grant, il protagonista maschile, si ammorbidisce e si lascia andare, un espediente frequente nelle commedie di Hawks. (...) ERO UNO SPOSO DI GUERRA è un film molto asciutto e anche la recitazione di Cary Grant é essenziale. Via via che il film procede Grant tende a recitare sempre più sottotono e le battute diventano vere e proprie freddure. Posso ben capire che abbia tratto in inganno Zanuck che assisteva alla proiezione da solo, perché il solo modo di fare funzionare questo film è vederlo in una sala affollata. (...) Non mi trovo d'accordo con gran parte delle cose che sono state scritte su ERO UNO SPOSO DI GUERRA. I toni scuri e le riprese in esterni che hanno spinto alcuni critici a definirlo un film «desolante», fanno invece da brillante contrappunto alla commedia Il successo della storia dipende dal fatto che si svolge in un mondo assai reale e non troppo felice. In fondo era il 1948, la guerra era finita solo da tre anni ed era stata una delle più spaventose calamità della storia dell'uomo." ~ Peter Bogdanovich
Titolo originale Solaris
Regia di Andrej Tarkovskij
Con Donatas Banionis, Natalia Bondarciuk, Jüri Järvet, Anatolij Solonicyn
consigliato da JOHN BOORMAN
LISTA COMPLETA di BOORMAN
- I sette samurai (Kurosawa)
- Il settimo sigillo (Bergman)
- 8 ½ (Fellini)
- Quell'oscuro oggetto del desiderio (Buñuel)
- Il dottor Stranamore... (Kubrick)
- Quarto potere (Welles)
- Viale del tramonto (Wilder)
- Solaris (Tarkovsky)
- La rosa sulle rotaie (Gance)
- Nascita di una nazione (Griffith)
Fonti: Sight & Sound
"Nonostante termini con l'umiliazione di Guido e il crollo della produzione, 8½ è tutt'altro che deprimente. Parla di un film come di qualcosa di trascendente, che redime, che dà senso alla sua vita…è tremendamente positivo. Eppure riguarda il "non fare un film". È un magnifico paradosso fare un gran film su qualcuno che non riesce a fare un film." ~ John Boorman
+ Non presente nel database di FilmTV.it:
LA ROSA SULLE ROTAIE (Gance, 1923, Francia) L'ingegnere ferroviario Sisif salva la piccola Norma da un incidente e la cresce come fosse sua, insieme all'altro figlio Elie. Quando Norma è ormai una giovane donna Sisif si accorge con orrore di essersi innamorato di lei. Si confida col collega Hersan ma questo lo ricatta ottenendo la mano di Norma in cambio del suo silenzio. In seguito Sisif per un infortunio deve abbandonare le ferrovie e si trasferisce con Elie sul Monte Bianco per lavorare alla funicolare. Approfittando di una vacanza a Chamonix Norma e Hersan vanno a trovare Sisif e Elie. Hersan scopre proprio in questa circostanza che anche Elie è innamorato di Norma… ~ (da Wikipedia)
Videosaggio su LA ROSA SULLE ROTAIE e l'impressionismo francese
Titolo originale Wallace & Gromit: The Best of Aardman Animation
Regia di Nick Park
consigliato da DANNY BOYLE
"Sono un grandissimo fan dell'animazione - e quella sequenza alla fine, quando sono sul trenino, è action anche migliore di APOCALYPSE NOW. Nick Park è uno dei più sottovalutati registi di action al mondo. Se non fosse solo interessato a fare Claymation gli farebbero fare ogni action movie. Questa è la migliore scena action che abbia mai visto in un film." ~ Danny Boyle
La migliore scena action di tutti i tempi
Titolo originale Tallinn pimeduses/Tallinnan pimeys/Darkness in Tallinn
Regia di Ikka Järvi-Laturi
Con Milena Gulbe, Jüri Järvet, Enn Klooren, Väino Laes, Kristel Kärner
Titolo originale Eureka
Regia di Nicolas Roeg
Con Gene Hackman, Theresa Russell, Mickey Rourke, Rutger Hauer, Jane Lapotaire
consigliato da DANNY BOYLE
"Posso garantirvi che questo film non è nella lista di nessun altro. È del mio regista britannico preferito, anche più di Nick Park. È un tizio di nome Nick Roeg ed è più famoso, forse, per A VENEZIA...UN DICEMBRE ROSSO SHOCKING. EUREKA è il film che probabilmente ha messo fine alla sua carriera americana. Credo sia stato un disastro all'uscita. La prima metà è quanto di meglio possiate trovare in un film. È su un tizio che scopre, letteralmente, l'oro liquido. Diventa l'uomo più ricco del mondo, un uomo che ha tutto e che non ha niente. La seconda parte è un processo e si svolge in un'aula, questa parte non funziona altrettanto bene. (...) Amo Nick Roeg, è idiosincratico e altamente personale eppure per dieci anni ha lavorato nello studio system con grandi star come Gene Hackman. La gente dice "Hackman" e pensa a LA CONVERSAZIONE ma lui non è mai stato più bravo che in EUREKA. Interpreta un uomo che ha tutto come uno che non ha niente." ~ Danny Boyle
LISTA COMPLETA di BOYLE
- I pantaloni sbagliati (episodio di "Wallace & Gromit e altre storie") (Park)
- Ladri di biciclette (DeSica)
- Apocalypse now (Coppola)
- Arrivederci ragazzi (Malle)
- Eureka (Roeg)
- Fearless– Senza paura (Weir)
- La doppia vita di Veronica (Kieslowski)
- Ricomincio da capo (Ramis)
- Lezioni di piano (Campion)
- Darkness in Tallinn (Järvilaturi)
- Sonatine (Kitano)
- Riff-Raff (Loach)
- Edward mani di forbice (Burton)
- Pulp Fiction (Tarantino)
Fonti: Rotten Tomatoes; Time Out.
"Sempre e sempre numero uno per me in ogni lista è APOCALYPSE NOW. Ci sono un mucchio di ragioni. È imperfetto, come ogni film dovrebbe essere. Amo gli action-movies, e APOCALYPSE NOW è l'action-movie definitivo. (...) Ogni volta che l'azione si ferma è strano e inverosimile e disturbante. Ogni volta: si fermano a raccogliere funghi e vengono attaccati da una tigre; si fermano e vedono arrivare le conigliette di Playboy; l'imbarcazione si ferma e finiscono per sparare a della gente in una barchetta per via di un pupazzo. E si fermano, ovviamente, col Colonnello Kurtz alla fine. Puoi capire quanto è vero un action movie da quanto sono inverosimili le pause." ~ Danny Boyle
Titolo originale Le sang d'un poète
Regia di Jean Cocteau
Con Enrique Rivero, Elizabeth Lee Miller, Pauline Carton, Odette Talazac, Jean Desbordes
Titolo originale Orphée
Regia di Jean Cocteau
Con Jean Marais, Maria Casarés, François-Périer, Marie Déa, Juliette Gréco
consigliato da STAN BRAKHAGE
Rispondendo a una domanda sui film che lo influenzarono da giovane) "Orfeo di Jean Cocteau soprattutto, e ancora mi influenza...per me una specie di bibbia per artisti. E poi Rossellini e De Sica...i neorealisti italiani. Avevo questi due estremi. Sono un ibrido di surrealismo francese e neorealismo italiano...e poi Rashomon di Kurosawa. " ~ Stan Brakhage
Titolo originale Le testament d'Orphée
Regia di Jean Cocteau
Con Jean Cocteau, Maria Casarès, François Périer, Jean Marais, Nicole Courcel
consigliato da STAN BRAKHAGE
Edoardo Bruno, critico e storico del cinema, su Cocteau e il TESTAMENTO DI ORFEO
Titolo originale Symphonie diagonale
Regia di Viking Eggeling
consigliato da STAN BRAKHAGE
LISTA COMPLETA di BRAKHAGE
- The Adventures of the Exquisite Corpse (Andrew Noren)
- Il sangue di un poeta (Cocteau)
- Book of All the Dead (R. Bruce Elder)
- Go! Go! Go! (Marie Menken)
- The Hart of London (Jack Chambers)
- Ivan il Terribile (Sergei Eisenstein)
- Motion Painting No. 1 (Oskar Fischinger)
- Orfeo (Cocteau)
- The Poet's Veil (Peter Herwitz)
- Remains to Be Seen (Philip S. Solomon)
- Symphonie diagonale (Eggeling)
- Il testamento di Orfeo (Cocteau)
- Rashomon (Kurosawa)
Fonti: Sight & Sound, intervista per l'Austin Chronicle.
+ Non presenti nel database di FilmTv.it:
GO! GO! GO! (Menken, 1964, USA) Un ritratto in fast-forward di New York City che mostra come la velocità sia cruciale per interpretare la città. Un'opera che adatta le immagini di vita quotidiana in nuovi modi evitando lo stile documentario in favore di un attacco visivo. Quel che ottiene è poesia: un esperimento in forma libera di collisioni di trame, ritmi, colori e luci. Per Stan Brakhage "...affronta con grazia le complessità di New York e la varietà di pubbliche cerimonie e vita privata. Raggiunge una padronanza del ritmo ineguagliata." ~ (da "Adaptation and the avant-garde" di W. Verrone)
REMAINS TO BE SEEN (Solomon, 1989, USA) Suoni ritmici fanno di un paesaggio auditivo una culla per i "visuals" che riverberano sopra insolite superfici. Solomon: "Quel che faccio con l'aspetto del film non è solo decorativo, enfatizza la 'pelle' della pellicola. Accentuando il medium, il senso tattile che se ne ricava diventa il riferimento emotivo. Per me l'esperienza estetica riguarda la meditazione sulla forma, non l'essere ipnotizzati." ~ (da un'intervista al LA weekly)
Titolo originale Louisiana Story
Regia di Robert J. Flaherty
Con Joseph Boudreaux, Lionel Le Blanc, E. Bienvenu, Frank Hardy, C.P. Guedry
Titolo originale Man of Aran
Regia di Robert Flaherty
Con Colman "Tiger" King, Maggie Dillane, Michael Dillane, Pat Mullen
consigliato da ROBERT BRESSON
LISTA COMPLETA di BRESSON
- La corazzata Potemkin (Eisenstein)
- Ladri di biciclette (De Sica)
- Breve incontro (Lean)
- Luci della città (Chaplin)
- La febbre dell'oro (Chaplin)
- I racconti della Louisiana (Flaherty)
- L'uomo di Aran (Flaherty)
Fonti: Cinematheque Belgique (1952), La politica degli autori, le grandi interviste dei Cahiers du Cinéma; "Note sul Cinematografo" di R. Bresson.
"Quando scrivo, scrivo come metto il colore: ne metto un po' a sinistra, un po' a destra, un po' in mezzo, mi fermo, riparto... E non mi sento più annichilito dalla pagina bianca solo quando cominciano ad esserci un po' di cose scritte e comincio a riempire i buchi. Vede, non scrivo affatto di getto. Quindi il film è un po' fatto in questo modo (...) Per me la forma ha un'importanza enorme. Enorme. E credo che la forma porti il ritmo. E il ritmo è onnipotente. È la cosa più importante. Anche quando si doppia un film, il doppiaggio è in primo luogo visto, sentito come un ritmo. Poi è un colore (freddo o caldo), poi acquista un senso. Ma il senso arriva per ultimo. Io credo che l'accesso al pubblico sia soprattutto un fatto di ritmo." ~ Robert Bresson
"Io non vado al cinema. Ed è perché mi fa paura. Solo e semplicemente per questo. Perché sento che me ne allontano, che mi allontano dai film di oggi, un po' di più ogni giorno. E questo mi fa veramente paura, perché vedo che tutti questi film vengono accolti bene dal pubblico, mentre non vedo, innanzitutto, i miei film accettati dal pubblico. E ho paura di proporre una cosa a un pubblico che è sensibile a qualcos'altro e che diventerà meno sensibile a quello che faccio io." ~ Robert Bresson
Robert Bresson: "Bisogna capire cos'è un attore, che cos'è il suo mestiere di attore, che cos'è recitare. Innanzitutto, l'attore non la smetterà mai di recitare. Recitare è una proiezione."
Jean-Luc Godard: "Ma è un fenomeno che può essere stroncato, distrutto, si può impedire all'attore di..."
Bresson : "Ma non lo si può impedire. Oh, ci ho provato! Non gli si può impedire di recitare. Non c'è assolutamente niente da fare."
Godard: "Allora lo si può distruggere."
Bresson: "No, non si può."
Godard: " Invece sì. Al limite, lo si potrebbe distruggere così come i tedeschi hanno fatto con gli ebrei nei campi di sterminio."
Bresson: "Non si può, non si può...l'abitudine è troppo grande. L'attore è attore. Davanti a te hai un attore che opera una proiezione. Mentre il tuo interprete non-attore deve essere assolutamente chiuso, come un vaso con il suo tappo. Chiuso. E questo l'attore non lo può fare: se l'attore lo fa, allora non è più nulla. Quando l'attore si semplifica è ancora più falso di quando recita. Perché noi non siamo semplici, siamo estremamente complessi. E questa è la complessità che si trova negli interpreti non-attori. Noi siamo complessi, e la proiezione dell'attore non lo è."
"In mancanza del vero, il pubblico si attacca al falso. Il modo espressionista in cui la signorina Falconetti gettava gli occhi al cielo, nel film di Dreyer, strappava le lacrime." ~ Robert Bresson
Titolo originale Portrait of Jennie
Regia di William Dieterle
Con Jennifer Jones, Joseph Cotten, Ethel Barrymore, Lillian Gish
Titolo originale White Shadows in the South Seas
Regia di W.S. Van Dyke
Con Monte Blue, Raquel Torres
consigliato da LUIS BUÑUEL
Titolo originale Dead of Night
Regia di Alberto Cavalcanti, Charles Crichton, Basil Dearden, Robert Hamer
Con Mervyn Johns, Googie Withers, Frederick Valk, Anthony Baird
Titolo originale Rekopis znaleziony w Saragosie
Regia di Wojciech J. Has
Con Zbigniew Cybulski, Iga Cembrznynska, Joanna Jedryka, Kazimierz Opalinski
consigliato da LUIS BUÑUEL
"L'ho visto 3 volte, cosa per me eccezionale, e l'ho fatto comprare per il Messico." ~ Luis Buñuel
Titolo originale Goupi - Mains - Rouges
Regia di Jacques Becker
Con Fernand Ledoux, Robert Le Vigan, Georges Rollin, Blanchette Brunoy
Titolo originale Manon
Regia di Henri-Georges Clouzot
Con Cécile Aubry, Serge Reggiani, Michel Auclair, Raymond Souplex
consigliato da LUIS BUÑUEL
Titolo originale Der müde Tod
Regia di Fritz Lang
Con Bernhard Goetzke, Lil Dagover, Walter Janssen
consigliato da LUIS BUÑUEL
"Vedendo LE TRE LUCI capii chiaramente che volevo fare del cinema. Non m'interessavano tanto le tre storie in sé quanto piuttosto l'episodio centrale, l'arrivo dell'uomo col cappello nero - intuii subito che era la morte - in un villaggio fiammingo, e la scena nel cimitero. Qualcosa in quel film mi toccò profondamente, portando una luce nella mia vita." ~ Luis Buñuel
Titolo originale La caza
Regia di Carlos Saura
Con Ismael Merlo, Alfredo Mayo, José Maria Prada, Emilio Gutierrez
Titolo originale La prima Angélica
Regia di Carlos Saura
Con José Luis López Vázquez, Lina Canalejas, Fernando Delgado
consigliato da LUIS BUÑUEL
LISTA COMPLETA di BUÑUEL
- Le notti di Chicago (von Sternberg)
- La febbre dell'oro (Chaplin)
- Ladri di biciclette (De Sica)
- La corazzata Potemkin (Eisenstein)
- Il ritratto di Jennie (Dieterle)
- Cavalcata (Lloyd)
- Ombre bianche (Van Dyke, Flaherty)
- Incubi notturni (Cavalcanti)
- L'Age d'Or (Buñuel)
- Io sono un evaso (LeRoy)
- Orizzonti di gloria (Kubrick)
- La grande abbuffata (Ferreri)
- La casa degli incubi (Becker)
- Giochi proibiti (Clément)
- Il manoscritto trovato a Saragozza (Has)
- Persona (Bergman)
- La strada (Fellini)
- Le notti di Cabiria (Fellini)
- La dolce vita (Fellini)
- Roma (Fellini)
- Sciuscià (De Sica)
- Umberto D (De Sica)
- L’Atalante (Vigo)
- Manon (Clouzot)
- La caccia (Saura)
- La cugina Angelica (Saura)
- Il tesoro della Sierra Madre (Huston)
- La grande illusione (Renoir)
- La regola del gioco (Renoir)
- M, il mostro di Düsseldorf (Lang)
- I Nibelunghi (Lang)
- Metropolis (Lang)
- Le tre luci (Lang)
Fonti: Cinematheque Belgique, "Dei miei sospiri estremi" (libro) di Luis Buñuel
"Impossibile dimenticare la grande emozione per LA CORAZZATA POTEMKIN. Usciti dal cinema eravamo pronti a fare le barricate e dovette intervenire la polizia." ~ Luis Buñuel
"Huston è un grande regista e una carissima persona: gli devo in gran parte la presentazione di NAZARIN a Cannes. Dopo aver visto il film in Messico ha passato tutta una mattinata a telefonare in Europa. Non l'ho dimenticato." ~ Luis Buñuel
"Ho amato appassionatamente i primi film di Lang, Buster Keaton, i fratelli Marx." ~ Luis Buñuel
"(De Sica) l'ho conosciuto e mi sentivo molto vicino a lui... in LADRI DI BICICLETTE è riuscito a fare una stella di uno strumento." ~ Luis Buñuel
Titolo originale Dracula A.D. 1972
Regia di Alan Gibson
Con Christopher Lee, Peter Cushing, Stephanie Beacham, Christopher Neame
consigliato da TIM BURTON
"Quello è stato un grande anno per il cinema. [ride] Questo film è una delle ragioni per cui volevo trasferirmi a Londra, perche è piuttosto "swinging" – è come uno strano mix di film horror della Hammer e di "swinging London". C'è una scena dove c'è uno stacco da, non so, il 1569 o quel che è, alla musica rock e a un aereo jet, c'è una stramba giustapposizione di cose. (...) Penso che la Hammer fosse in declino e hanno pensato, «Hey, diventiamo alla moda», il che fu un errore. Ma gli errori a volte mi piacciono." ~ Tim Burton
Titolo originale The Golden Voyage of Sinbad
Regia di Gordon Hessler
Con John Phillip Law, Caroline Munro, Tom Baker, Douglas Wilmer
consigliato da TIM BURTON
"Anche Ray Harryhausen [ maestro di effetti speciali e di stop-motion- ndr ] è stato per me d'ispirazione. Tra l'altro faceva tutto da solo, sai, in anni in cui era difficile far quelle cose. Nei suoi personaggi – anche nelle cose che non avevano un carattere – ci potevi sentire un artista al lavoro. Ci potevi sentire la sua mano, e questo è raro, in ogni genere di film. La sua recitazione era migliore di quella degli umani. Questo si allacciava a quel che mi piace dei film, la fantasia ma anche l'elemento artigianale, quando puoi vedere il movimento dei personaggi – è come Frankenstein o Pinocchio, prendere un oggetto inanimato e farlo vivere. Per questo mi piace ancora dedicarmi a progetti di stop-motion." ~ Tim Burton
Titolo originale The Omega Man
Regia di Boris Sagal
Con Charlton Heston, Rosalind Cash, Anthony Zerbe, Paul Koslo
consigliato da TIM BURTON
"Vedere Charlton Heston recitare battute prese dal film su Woodstock e indossare tute da pilota che lo fanno sembrare scappato dall'Isola di Gilligan...ci sono un sacco di belle cose. Quel che mi piaceva è che i personaggi vampireschi erano persone reali. Avevano un gran bel look – tonache nere, occhiali scuri. Non come Charlton Heston senza camicia... [ride] Ero quasi ossessionato da lui, perché è come se fosse il più grande pessimo attore di tutti i tempi. Tra questo e IL PIANETA DELLE SCIMMIE e 2022: I SOPRAVVISSUTI e I DIECI COMANDAMENTI – lo so che quello era un film religioso ma ho sempre pensato che fosse come il primo film di zombi. All'inizio lui è una persona reale e alla fine è come uno strano zombi." ~ Tim Burton
Titolo originale The Wicker Man
Regia di Robin Hardy
Con Edward Woodward, Christopher Lee, Diane Cilento, Britt Ekland
consigliato da TIM BURTON
"È come un bizzarro musical. (...) Non fu un gran successo quando uscì ma penso sia un film veramente ipnotico e stupefacente. È come un sogno strano. Non riesco a guardare oltre alcuni di questi film perché scorrono nella tua mente come un sogno. Mi ricorda com'è stato crescere a Burbank. Le cose sono piuttosto normali in superficie ma al di sotto non sono proprio come sembrano. Penso che questo film sia una strana commistione; gli elementi sono molto eccentrici." ~ Tim Burton
LISTA COMPLETA di TIM BURTON
- 1972: Dracula colpisce ancora (A. Gibson)
- Il viaggio fantastico di Sinbad (Hessler)
- The wicker man (R. Hardy)
- The war of the Gargantuas (Honda)
- 1975: Occhi bianchi sul pianeta Terra (Sagal)
Fonti: Rotten Tomatoes
+ Non presente nel database di FilmTV.it:
THE WAR OF GARGANTUAS (Honda, 1966, Giappone) In Italia ha avuto diversi titoli: KATANGO, o anche KATANGO, URAGANO SULLA METROPOLI oppure KONG, URAGANO SULLA METROPOLI. Durante una tempesta un battello viene attaccato da un polpo gigante il quale viene però ucciso da un'altra enorme creatura che poi affonda il battello. L'unico sopravvissuto descrive una specie di gigante verde peloso e nel relitto del battello viene ritrovato un pezzo di strana pelliccia. Si ipotizza che appartenga a un gargantua, ma il professor Steven, che aveva scoperto la specie e studiato un piccolo di gargantua prima che scappasse, esclude si tratti dello stesso essere. Il mostro riappare e dopo aver attaccato un aeroporto si dirige verso la città. La creatura viene respinta grazie ad armi speciali dell'esercito ma, quando sembra sconfitta, viene salvata da un gargantua marrone che risulta essere quello scappato al professore. Presto il mite gargantua marrone si accorge però della predilezione del suo simile verde per la carne umana e tra i due inizia così una lotta che, neanche a dirlo, raderà al suolo Tokyo...
"Uno dei miei preferiti, ed è il film preferito di mia figlia di due anni. Lei è il gargantua verde e l'altro mio figlio è il marrone, e lei ama essere il cattivo gargantua verde. Ne è ossessionata, come lo ero io. Sono cresciuto guardando film di fantascienza giapponesi e mi piacciono quelli doppiati, diversamente da certi puristi – c'è qualcosa in quel linguaggio e nella traduzione che in qualche modo si addice al film; è come un'assurda poesia. C'è bellezza in questi film, il design dei personaggi – c'è un tipo di qualità umana che amo. I mostri erano sempre i personaggi più ricchi di sentimento. Non so se è perché gli attori erano così terribili, ma i mostri erano sempre il centro emotivo." ~ Tim Burton
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