Alla vigilia dell’uscita sul grande schermo dell’ultimo film di Woody Allen “Irrational man”, proviamo a sintetizzare gli elementi distintivi del modo di fare cinema da parte del maestro newyorchese. Lo facciamo ripercorrendo la carriera di Allen ed identificando i sette elementi che ne caratterizzano la poetica.
Per anni Woody Allen ha girato solo ed esclusivamente nella sua città. E ad essa ha dedicato numerosi, spesso citati nel titolo del film stesso. Ha girato principalmente nell'Upper West Side, ma ora vive nel lato opposto della città: tutti i principali luoghi di culto della Grande Mela sono stati celebrati nei suoi lavori (dal Museo di storia naturale a Central Park, dallo zoo cittadino a Coney Island). “Se avessi 15 milioni di dollari – ha detto – girerei sempre a New York”.
Tema fondante della sua poetica, Allen martella la religione con numerose battute spesso al limite del blasfemo: “Una volta un prete mi tirò una Bibbia sul cuore. Per fortuna avevo una pallottola d'oro che mi aveva regalato mia madre che mi salvò la vita!”. Il tema è figlio innanzitutto dell’appartenenza del regista al giudaismo (con i suoi stereotipi classici), ma anche all’estrema importanza che Allen ha conferito al confronto tra le religioni, sottolineandone le numerose differenze. In fondo, però, come ha ammesso pubblicamente, non dà tutto questo peso all’argomento: “Per me – ha dichiarato - non esiste differenza tra una cartomante, un biscotto della fortuna o una delle religioni ufficiali. Sono tutti sistemi validi o non validi, altrettanto utili ”.
Con Woody Allen, Diane Keaton, John Beck, Mary Gregory, Don Keefer, John McLiam
Muse
Prima Diane Keaton, poi Mia Farrow. Oggi non avendone una fissa, pare che chiunque faccia un film con lui sia la nuova musa di Woody Allen. Forse potremmo annoverare questa etichetta a Scarlett Johansson, o (vista l’attualità) a Emma Stone. Molto più semplicemente è probabile che siano solo congetture: il fatto che l’abbia avuta in passato non vuol dire che debba averne una per fare film.
Ha vinto un paio di statuette nel 1977 per “Io e Annie”. Secondo l’Academy ha scritto la migliore sceneggiatura nel 1986 con “Hannah e lesuesorelle”. Quindici anni dopo conquista un’altra statuetta con “MidnightinParis”. Eppure dei quattro premi non ne ha ritirato nessuno, per via di un’atavica idiosincrasia per gli Oscar. Mai presente, ovviamente, nemmeno nelle altre edizioni, 13 in tutto, in cui era in nomination (collezionate 20 candidature). Per evidenziare il suo disinteresse per la manifestazione del Kodak Theater, Allen organizza ogni anno jam session di jazz nei suoi locali preferiti, rigorosamente in contemporanea con la consegna degli Oscar.
Dal 1959 e per trent’anni, Woody Allen è stato in analisi. Lo studio della psicologia umana, la sua immagine di nevrotico cronico, le battute sulla psicanalisi come fenomeno tipico della borghesia sono decisamente un topos caratteristico dei suoi film e di buona parte dei suoi personaggi. Tra le fobie (reali) di Allen, la più curiosa è la paura dei cervi, quella più famosa è il timore del cancro “Le più belle al mondo non sono <<Ti amo!>>, ma <<E’ benigno!>>”.
Forse è l’autore americano più apprezzato in Europa. Certamente è il regista statunitense che nel Vecchio Continente ha più fan che a casa propria. Viste le difficoltà a girare nella sua New York per via dei costi proibitivi, Allen ha da qualche tempo iniziato un tour cinematografico europeo che lo ha portato nelle principali città, spesso citate nel titolo del film. Dopo tre film in Inghilterra (“Matchpoint”, “Scoop”, “Sogniproibiti”), ha dato vita a “Vicky Cristina Barcelona”, “Midnight in Paris” e, last ma anche least, “To Rome with love”. Notoria in particolare la sua passione per Venezia (dove si è anche sposato con Soon-Yi, matrimonio celebrato civilmente da Massimo Cacciari) e dove ha detto che vorrebbe vivere qualora non lo facesse più a New York.
È così che definiscono il prossimo lavoro di Allen tutti i media che cominciano a parlarne prima ancora che il progetto abbia un titolo. Per conoscere il prossimo progetto di Allen basta scrivere queste 4 paroline magiche e tutti i rumors vengono subito al pettine. Woody ci prova a tenere segreto più possibile la trama e i contenuti dei suoi film, ma l’attenzione su ogni suo progetto è decisamente troppo alta per mantenere il riserbo che il regista vorrebbe.
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