Vite fallite, vite spezzate, che non possono realizzare il loro sogno, e se lo realizzano lo devono abbandonare per ritornare nella griga realtà, a meno che non rimangano sospese nella decisione di continuare a resistere o lasciar perdere. Una commedia dolce amara, che attraverso una scrittura scorrevole e gradevole lascia intendere tutta l'alienazione inestirpabile
Un gioiellino di film, che riesce a solcare, attraverso le vicende di Cameron, il marito padre maniaco depressivo, il vuoto esistenziale fine anni 70, quando inizia a mordere il liberismo e la follia ritorna ad essere pretesto di controllo e non fattore creativo liberatorio. Un Ruffalo in grande forma bipolare.
Sospesa tra una realtà distopica, invasiva e manipolatoria, da una parte, e una realtà borghese riservata e ipocrita, dall'altra, Martha resta inchiodata in una progressiva allucinazione persecutoria, in cui la propria esistenza implode diventando spettatrice disarmata della sua impossibilità.
Il film mi è piaciuto abbastanza, anche se troppo lungo e il mescolamento di fantasy e pizzico di horror, per quanto siano interessanti per approfondire l'animo della ragazzina sospesa dal mondo a causa della violenza pedofila, non restituisce il vigore necessario alla drammaticità dei restanti personaggi, che sembrano subire la tragedia in una sorta di ovattamento...
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