Se qualcuno si dovesse chiedere come mai il film d'animazione Disney/Pixar Il viaggio di Arlo esca quest'anno a novembre anziché a Natale, la risposta è una sola e parla di guerre. Non quelle globali che ci tormentano, ma quelle stellari che saranno in sala il 16 dicembre in tutto il mondo e che scoraggiano le case di distribuzione a cimentarsi in una battaglia che si prefigura persa: bambini, ragazzi e famiglie saranno tutti per il film di J.J. Abrams.
E allora ecco spiegate le 670 sale "precoci" per un film che tra l'altro potrebbe soffrire della recente abbuffata di film d'animazione di successo compiutasi in autunno e che ben difficilmente potrà competere con il precedente di Inside Out, che è ormai serenamente andato oltre i 25 milioni di euro di incassi in Italia, segnando un primato che nessuno potrà avvicinare nel 2015 (Star Wars VII ha solo quindici giorni per farlo e nonostante le sue cifre saranno presumibilmente altissime, difficilmente potrà farcela).
Alle spalle del film Pixar, solo un paio di film con più di 200 schermi - il gastronomico Il sapore del successo (275 schermi) e l'horror di Shyamalan The Visit (245) -, mentre un drappello più nutrito sta tre le 100 e le 200 sale: A Bigger Splash (153), Natale all'improvviso (145), La felicità è un sistema complesso (115).
Tutti gli altri viaggiano invece sotto alle 100 sale, con il solo Dio esiste e vive a Bruxelles sopra alle 50.
In un mondo dove i dinosauri non si sono estinti il piccolo dinosauro Arlo e il giovane umano di nome Spot si scambiano i ruoli: il primo è in fondo un ragazzino - con tutte le sue paure e un percorso da compiere - il secondo, selvaggio e indomito, è il suo "umano" domestico, quasi un cagnolino che lo accompagna e lo protegge. Pixar - a poca distanza da Inside Out - ci riprova e propone in anticipo sul Natale un nuovo film d'animazione d'impianto più classico.
Cavalca il successo consolidato dell'invasamento collettivo per la gastronomia e l'alta cucina il nuovo film di John Wells ( e non a caso figura tra i consulenti Marcus Wareing, chef stellato e giudice per Masterchef in Inghilterra): la storia è quella di un cuoco, interpetato da Bradley Cooper, impegnato in un perocorso di caduta e rinascita. Dalle stalle alle stelle: possibilmente tre.
M. Night Shyamalan prosegue la sua missione, iniziata con Awake e poi giunta subito al successo con Il sesto senso, e che spesso lo porta a mettere dei ragazzini al centro di avventure misteriose e/o orrorifiche. Qui i due protagonisti, fratello e sorella, finiscono nella casa dei nonni che non conoscevano e si ritrovano, come novelli Hansel e Gretel, prigioneri di una storia che non avrebbero proprio voluto vivere.
Il film di Guadagnino era uno dei quattro film italiani presenti in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia e chi lo ha visto - lo diciamo subito - ne ha parlato generalmente più che bene. Remake di La piscine, di Jacques Deray (1969), porta in scena le vacanze sull'isola di Pantelleria di una coppia glamour - lei rock-star, lui fotografo - cui si aggiunge una coppia insolita. Il weekend di ferragosto diventerà occasione per una girandola di tradimenti. Grande cast.
La consueta commedia natalizia con un cast di stelle di Hollywood che interpretano una famiglia estesa: confezione mainstream, cenni di poetica indie (sono tutti un po' malmessi) e, naturalmente, avvistamenti ripetuti di buoni sentimenti.
Con Valerio Mastandrea, Giuseppe Battiston, Hadas Yaron, Paolo Briguglia, Teco Celio
In streaming su Rai Play
Arriva fresco fresco dal TFF -dove era presenta nella sezione Festa Mobile - il film di Gianni Zanasi che, come nel suo precedente Non pensarci, arruola Valerio Mastandrea cui affida il ruolo del protagonista: un uomo che ha un lavoro quantomento insolito. Si occupa infatti di convincere, diventandone amico, dirigenti inetti a licenziarsi, facendo risparmiare le aziende ed evitando crisi e fallimenti. Troverà però sulla sua strada un caso inaspettato e dovrà studiare una nuova strategia.
Il caso vuole che questo film esca in un momento in cui Dio e Bruxelles sono due parole drammaticamente connesse. Nessuna operazione di marketing però: il film di Van Dormael era alla Quinzaine ed è una commedia alquanto grottesca nella quale Poelvoorde veste i panni di Dio. Un Dio "sbagliato", sballato, antipatico, cattivo e buono-a-nulla. Ma che sa quello che Dio dovrebbe sapere: i destini di tutti.
Ispirato all'omonimo romanzo di Gaetano Savatteri il nuovo film di Calopresti si muove a Trieste anzichè a Miano (come era nel romanzo) e racconta il riemergere del legame tra i tre protagonisti, amici da ragazzi: un ritorno per nulla di fiamma che nasce da un evento tragico (il figlio di uno dei tre accoltella un coetaneo) e che prova a essere, oltre che intreccio di vicende personali, ritratto dell'Italia di oggi.
Maurizio Casagrande, già nelle sale come attore in Loro chi?, firma il suo cinepanettone "di serie B" (sia detto senza offesa), mettendo in scena una storia giocata sugli equivoci e gli scambi di persona.
Atipico prodotto italiano a cavallo tra fantasy, animazione e live action. Coraggioso nella forma, irrisolto nel finale come le opere amate dal protagonista, un giovane studente di filosofia.
Tremendo film-documento su un caso disumano di malasanità culminato in tragedia che ha il merito di riportare ancora una volta sotto i riflettori ciò che succede nei reparti psichiatrici dei nostri ospedali.
Prima regista per MTV, poi videomaker al servizio di artisti di successo - soprattutto della scena rap e hip-hop - Fabrizio Conte approda ora al suo primo lungometraggio: il racconto di una scalata al potere e al successo che ha il merito di portarci a sbirciare dietro le quinte nella vita notturna di New York.
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