Personalmente non ho assolutamente niente contro chi segue solo film e serie tv in lingua originale; anzi credo che molto spesso per godere a pieno di una pellicola e dell'interpretazione di un attore straniero sia molto utile, se non indispensabile, la visione con audio originale.
Anche se persino il grande Stanley Kubrick sosteneva che la lettura dei sottotitoli impedisse allo spettatore di concentrarsi totalmente sull'immagine e su ciò che avviene sullo schermo, facendolo perdere in “inutili letture”.
Inizialmente le grandi case di produzione americane (MGM, Paramount), per non perdere gran parte del mercato europeo utoilizzavano il dispendioso metodo di girare il film più volte in lingue diverse. Un esempio di ciò sono stati Stanlio e Ollio che recitarono i loro primi film anche in italiano, creando quindi un modello per i loro futuri doppiatori.
In questa playlist vorrei quindi concentrarmi sulla categoria dei doppiatori del nostro bel paese, infatti, nonostante ricevano soventemente molte critiche e vengano in alcuni casi addirittura massacrati per l'adattamento dei dialoghi, il loro lavoro è prezioso. inoltre i doppiatori nostrani sono di gran talento e alcuni di essi con la loro voce, pur “mancando” di un viso a cui associarle, sono entrate nel nostro immaginario comune.
Ad esempio io mi sorprendo talvolta a pensare mentre guardo una pubblicità; “Ehi ma quella è la voce di...”; così ho cercato di stilare una lista dei migliori e più emblematici doppiatori italiani contemporanei.
Come sempre la play è aperta ai contributi. Quindi chiunque volesse aiutare ad ampliare questo modesto omaggio all'arte italica del doppiaggio è ben accetto, ancora meglio se volesse aggiungere uno stralcio o un dialogo per poter apprezzare al meglio le voci.
P.S. So che la parte visiva dei video è un po' scadente e in alcuni casi anche l'audio non è perfetto, ma è ciò che di meglio si può trovare su youtube; mi scuso se ne sarà pregiudicato l'ascolto.
P.P.S. Ho fatto una playlist di film e non di personaggi perché non tutti sono presenti nel database.
Titolo originale Murder, She Wrote: A Story to Die For
Regia di Anthony Pullen Shaw
Con Angela Lansbury, Richard Crenna, Robert Mailhouse, Kathryn Morris, Steven Culp
Alina Moradei
Non vorrei sminuire tutto il lavoro e la carriera di questa doppiatrice, però qua non stiamo parlando semplicemente di una voce, ma di una leggenda...Angela Lansbury, la signora in giallo. So che l'ironia del video è un po' squallida, ma a me ha fatto ridere e poi vi giuro che è l'unico che ho trovato sul tubo.
Ha partecipate al dopppiaggio di grandi produzioni sia cinematografiche (il signore degli anelli), sia televisive (il trono di spade). Qui però metto il monologo di Rocky, presente nel sesto e ultimo film sul pugile italo americano; l'unico non doppiato da Proietti o Amendola.
Ce lo siamo ritrovato un po' dappertutto in tv, ma il suo grande talento sta nella voce. E' protagonista di alcuni grandi film e spesso non ce ne si accorge e forse questa deve proprio essere una delle doti del doppiatore. Qui dà voce al sergente Dignam in “The departed”
La sua è una delle voci più calde che possano entrare in uno studio di doppiaggio. Ha prestato voce a Geoge Cloony, Denzel Washington, Mickey Rourke e Kurt Russel. Qui troviamo proprio quest'ultimo nell'interpretazione di Budd in “Kill Bill”.
Questa è forse la voce più riconoscibile di tutto il panorama italiano: per noi Carlo Valli è Robin Williams. Qui troviamo la mitica scena di “Attimo fuggente”; ma anche quella di “Patch Adams” sulla rupe ci poteva stare, pur se mi mette sempre un po' di tristezza.
Anche la sua è diventata ormai emblematica per essere l'eclettica voce di Leonardo Di Caprio. E per questo suo ruolo ha anche vinto più volte l'ambito premio del Leggio d'oro. La scena qua sotto è tratta dal discorso del protagonista di “The wolf of wall street”: Jordan Belfort
E' stato la voce ufficiale di alcune vere e proprie leggende di Hollywood, come Robert De Niro, protagonista proprio di questo stralcio di “Taxi driver”, Sylvester Stallone, Dustin Hoffman e Al Pacino. E' ricordato forse come il più importante doppiatore italiano di sempre.
Ottimo attore, ma viene ricordato soprattutto come grande maestro di doppiaggio. Ha “reso italiani” personaggi storici e mistici come Albus Silente e Gandalf, con la sua voce che definirei saggia e paterna.
Dici Luca Ward e dici Massimo Decimo Meridio, qui troviamo però il leggendario monologo di Samuel L. Jackson che cita Ezechiele 25-17. E' attualmente una delle voci italiane più conosciute e anche un ottimo direttore del doppiaggio.
Non solo un grande doppiatore, ma anche come attore ha vinto 6 David di Donatello e ha ricevuto una candidatura all'Oscar. Ricevette anche i complimenti dallo stesso Stanley Kubrick per il suo doppiaggio di Jack Nicholson in "Shining".
Oltre a essere ritenuto uno dei padri del cabaret in Italia è stato anche un grandissimo doppiatore: ha regalato la sua voce a veri e propri monumenti del cinema tra cui Charlie Chaplin, Groucho Marx e Woody Allen. Qui ho messo un monologo, che personalmente ho adorato, presente in "Hannah e le sue sorelle".
*Pino Locchi*
Dici Pino Locchi e dici "Bond. James Bond", ma Pino Locchi è stato anche la voce di Tony Curtis, e in questo film fa un lavoro fantastico nella tripla caratterizzazione di Joe/Josephine/Junior.
In genere i comici/personaggi televisivi prestati al doppiaggio non mi suscitano mai grandi entusiasmi. Ma ci sono alcune eccezioni: una è questa, in cui non solo Ale e Franz (rispettivamente nel ruolo di Alex il Leone e Marty la Zebra) danno ai loro personaggi tempi comici perfetti e carattere, ma l'adattamento italiano risulta in alcuni punti persino più divertente dell'originale. Per non parlare, ovviamente, di Oreste Baldini nel ruolo di Re Julien.
L'altra eccezione alle mie perplessità nei confronti dei comici televisivi prestati al doppiaggio è questa, in cui Luca Bizzarri (nel ruolo del titolo) e Paolo Kessisoglu (nel ruolo della grossa e stupida guardia Kronk) fanno un lavoro egregio, e Anna Marchesini è semplicemente strepitosa nei panni della malvagia Yzma.
Alessandro Rossi è forse la voce più profonda di tutto il panorama del doppiaggio italiano. Non è quindi un caso che doppi quasi tutti gli attori di colore di stazza massiccia, da Samuel L. Jackson, a Ving Rhames, a Dennis Haysbert, a Lawrence Fishburne, a (come in questo caso) Michael Clarke Duncan. Ma anche che sia la voce ufficiale di quella torre (è alto 1,93 m) di carisma che è Liam Neeson, oppure che doppi attori bianchi massicci e ca**uti come Arnold Schwarzenegger o carismatici come Patrick Stewart.
Ho messo questo film perché il più ricco di "quasi monologhi scespiriani" da poter mostrare, ma avrei potuto mettere praticamente un qualsiasi film d'azione o d'avventura tra gli anni '30 e '60, dato che Emilio Cigoli, che qui doppia (meravigliosamente) Gregory Peck, ha doppiato praticamente TUTTI gli attori più famosi di questo genere di film in quell'epoca: John Wayne, Charlton Heston, Gary Cooper, Clark Gable, Burt Lancaster, William Holden, Stewart Granger, Humphrey Bogart, Orson Welles, e la lista può continuare... Ma la cosa fantastica è che Cigoli riusciva, con leggere sfumature di intonazione e "impostazione" a caratterizzare diversamente non solo ogni attore, ma ciascun attore a seconda del personaggio. Se questo non fa di un doppiatore un attore a tutti gli effetti, no so cos'altro possa farlo.
Carlo Romano,
è un grande doppiatore, attore e sceneggiatore livornese. E' stata la voce inconfondibile e inimitabile di Jerry Lewis e di Bob Hope e Louis De Funès tanto per dire alcuni tra i più celebri. E' anche il nonno di Luca Ward.
https://www.youtube.com/watch?v=7MIe2kr85hQ
Non si può dimenticare Adalberto Maria Merli,doppiatore straordinario, qui doppiatore di un "mostro" qual è Jack Nicholson,ma grande attore egli stesso,doppiatore di altri grandi,come Mc Dowell in Arancia meccanica o Ed Arris in The Truman show.
Nel corso della sua lunga carriera di doppiatore, il grandissimo Dario Penne ha prestato la voce ad Anthony Hopkins a partire dai primi anni Novanta (e quindi anche alla sua impareggiabile interpretazione ne “Il silenzio degli innocenti”), e poi a Tommy Lee Jones, Christopher Lloyd, Michael Caine e Alan Alda (soltanto per citare i principali).
Una curiosità: l'unico film in cui non doppiò Anthony Hopkins fu il “Dracula” di Coppola, poiché in tal caso gli fu chiesto, per la sua particolare vocalità, di dare la voce a Dracula, ed egli accettò volentieri.
Nella lista cui sopra bisognerebbe impacchettare in toto tutti i film di Woody Allen e cercare di capire la misura in cui il doppiaggio di Oreste Lionello abbia contribuito a cementare il successo dell'attore americano. Forse in un eccesso di modestia, Allen riferiva al pubblico italiano che proprio all'attore e doppiatore di casa nostra doveva il suo successo che qui nel Bel Paese era più fragoroso che altrove.
Si tratta di un esempio che potrebbe portare acqua al mulino dei sostenitori del doppiaggio. Tuttavia secondo gli apostoli della lingua originale questo è inequivocabilmente un limite in quanto si viene a creare un attore ibrido costituito dal corpo di una persona e dalla voce dell'altro, il fatto di dipendere sistematicamente da un doppiatore - pena lo spaesamento dello spettatore - ne certifica il carattere falso e quasi aberrante.
Personalmente ho sempre ritenuto questo integralismo degli adepti dell'originale decisamente fastidioso e anche inappropriato: ciò che si viene a creare sulla celluloide e che si ricrea in sala deve avere una vita propria, trascendendo persino dalle intenzioni dell'autore. Questa attenzione stretta - per quanto lecita - alle performance degli artisti che non deve essere contaminata dal doppiaggio,sposta troppo l'interesse dall'oggetto (il Film vero e proprio) al soggetto (l'attore), peraltro pregiudicandone il giudizio stesso, in quanto, come sosteneva Kubrick, i dialoghi in sovrimpressione rubano inevitabilmente la nostra attenzione.
Di eccezioni ce ne sono sempre (ad esempio io ho ritenuto opportuno vedere il "Discorso del Re" prima in lingua originale, poi col doppiaggio) come di doppiaggi scadenti (non dobbiamo sentirci maestri di tutti come se dovessimo preparare un piatto di pasta al pomodoro) e ognuno a il suo modo di vedere i film, l'importante è non cadere nella tracotanza bacchettona - fatto che connota per lo più i sostenitori della versione originale.
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