Negli ultimi tempi il pessimismo sembra essersi impossessato della settima arte. Lo testimonia la presenza più che ingombrante dei cosiddetti “film distopici”, diventato ormai un vero e proprio sottogenere del fantasy.
Gli elementi distintivi sono il futuro, ovviamente, ma soprattutto (e qui viene il bello) l’ipotesi di un’organizzazione sociale ad oggi impensabile, come ci insegna George Orwell. E dato che “distopico” è traducibile come “contrario di utopico”, e dunque come una sorta di utopia negativa, va da sé che l’organizzazione sociale di cui sopra non è mai un paradiso in cui vive l’uguaglianza e le ulcere sono un raro ricordo.
Gli umani disumanizzati sono alla base di molte pellicole, le entità superiori dominano e, ovviamente, i ribelli ci mettono un po’ di pepe per rendere il tutto più emozionante. Tutto è sempre, o quasi, organizzato attorno ad una metropoli, con una sua gerarchia quasi automatica ed il denaro e/o i privilegi a creare scompensi.
Alla vigilia dell’attesa uscita del secondo capitolo di Maze Runner, qui di seguito una summa dei film distopici più rappresentativi degli anni 10 del ventunesimo secolo:
Situazione: la valuta corrente del mondo è il tempo, col quale si aggiorna un timer sul braccio di ogni individuo: chi non ne ha a sufficienza, muore. Ma non prima dei 25 anni, età in cui termina lo sviluppo fisico e si comincia a combattere per la sopravvivenza. Il tempo è altresì trasferibile, per cui i ricchi sono di fatto immortali potendone disporre all’infinito e i poveri combattono quotidianamente in una lotta fratricida per la sopravvivenza.
Origine: Film originale e d’autore: Andrew Niccol ne è soggettista, sceneggiatore e regista.
Situazione: gli Hunger Games sono spietate olimpiadi della sopravvivenza a cui debbono prestarsi gli sfortunati “prescelti” dei dodici distretti attorno a Capitol City, che nel passato si rivoltarono contro i potenti e che dunque oggi pagano tale irriverenza, sacrificando un ragazzo ed una ragazza che dovranno combattere, rischiando la propria vita per il puro piacere voyeuristico dei potenti.
Situazione: Parzialmente distopico: nella sezione ambientata nella Nuova Seul del 22° secolo, gli “artifici” sono macchine sfruttate dal genere umano fino a che una di esse diventa ispiratrice e leader della rivoluzione; nel 23° secolo, in una non meglio precisata Valle, vive una tribù di sopravvissuti ad un olocausto nucleare di circa 100 anni prima e che si ispira all’artificio che ha fatto partire l’idea ribelle un secolo prima.
Origine: L’Atlante delle nuvole, romanzo del 2004 di David Mitchell.
Situazione: I ricchi popolano la stazione orbitante Elysium, mentre i poveri abitano un pianeta terra distrutto, sovrappopolato, malsano. Aldilà delle condizioni di vita, la differenza sta nel potere o non potere usare un macchinario che guarisce da tutti i mali, rendendo di fatto i ricchi immortali.
Origine: Film scritto e diretto da Neill Blomkamp direttamente per il grande schermo.
Situazione: il mondo si è volontariamente diviso in cinque fazioni per evitare le continue guerre che hanno dilaniato il genere umano. Ogni abitante della comunità, rinchiusa in una piccola porzione di mondo delimitata da un recinto, può scegliere in base alle proprie propensioni se far parte di abneganti, pacifici, eruditi, intrepidi o candidi.
Origine: dall’omonimo romanzo contemporaneo di Virginia Roth.
Situazione: Il mondo è in perfetto equilibrio, grazie ad una serie di imposizioni categoriche: ogni famiglia è composta da 4 persone, ossia oltre ai genitori, un figlio ed una figlia; ogni anno a tutti i ragazzi viene affidato un compito, mentre arrivati a 18 anni il lavoro gli viene imposto a tavolino.
Origine: è tratto da The Giver – Il donatore, scritto nel ‘93 da Lois Lowry.
Situazione: Solo alla fine del film (il primo di un’annunciata trilogia) si scopre che il labirinto nel quale vengono radunati una serie di ragazzini, è parte integrante di un esperimento ordito da un gruppo di scienziati, le cui risultanze si scopriranno nei sequel.
Origine: dal romanzo “Il labirinto” del 2009 di James Dashner.
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