Il prossimo 2 novembre saranno 40 anni che Pasolini se n'è andato.
Se n'è andato non per sua volontà, benchè molte anime belle dell'epoca (e molti parrucconi odierni) sostenessero (e sostengano) con forza che la sua morte fosse stata in fondo cercata, quale deriva inevitabile di scelte di vita non convenzionali o risultato matematico di una pervicace cupio dissolvi.
Invece Pasolini ci ha lasciato in virtù di una storia tipicamente italiana, una di quelle in cui la verità, nel migliore dei casi, presenta più facce ovvero si sfilaccia e perde i pezzi.
Bisogna fare i conti ancor oggi con la sua lucidità. Artista poliedrico ed a tutto campo, Pasolini ha saputo precorrere i tempi e capire in largo anticipo la tristissima piega che le cose italiane avrebbero assunto. Una voce come la sua sarebbe oggi fortemente necessaria, contro gli starnazzamenti da talk show e la esposizione permanente del dolore altrui.
Necessario, allora, ricordarlo con questa inevitabile playlist.
Con Paolo Bonacelli, Giorgio Cataldi, Umberto Paolo Quintavalle, Aldo Valletti
Il capolavoro più disperato e disturbante del cinema italiano. Un viaggio nell'inferno del potere che assomiglia agli incubi ad occhi aperti e che pure, a guardarlo bene, evoca la dolcezza delle cose perdute o mai possedute.
Anna Magnani in excelsis. Ragazze di vita che ne sognano una nuova, e tutta l'impotenza di un amore soffocante, in una storia visivamente pura come diamante.
Totò nel suo fiammeggiante tramonto. Una storia politica, con la politica riletta dai disperati. E intanto quel corvo marxista continua ad essere mangiato..
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