L’ 11 ottobre 2005 moriva ad Ostia il romano Sergio Citti, fratello dell'attore Franco Citti, caso raro di regista e sceneggiatore proletario. Dotato di un personale tocco registico (spaziava con facilità dall'indecente al magico), affrontò temi come: povertà, fame, avidità, violenza, razzismo, randagismo umano, morte ma anche vita, sogni, misticismo... tutto ancora molto attuale. Sincero e genuino da alcuni era considerato ‘naif’ piuttosto io direi bizzarro, beffardo, certamente originale. Chi gli voleva bene chiese per lui, ma ancora non gli era stata data risposta, il riconoscimento della legge Bacchelli (fondo a favore di cittadini illustri che versino in stato di particolare necessità). Era malato di cuore da tanto, stava su una sedia a rotelle ma riuscì a finire l’ ultimo film.
‘Virgilio’, insieme al fratello, per il friulano P.P. Pasolini (che lo chiamava 'vivente lessico romanesco') con cui attraversò l’Inferno (ma anche Purgatorio e Paradiso) delle periferie romane con il suo sottobosco umano che conosceva molto bene e dal quale non si è mai allontanato. Con Pasolini ebbe una reciproca forte collaborazione artistica (Citti era pasoliniano... ma anche Pasolini era cittiano) e una sincera amicizia che gli spalancò le porte del cinema. Sull’uccisione di Pier Paolo, Sergio diceva di sapere molto, che andava inquadrata nel clima di criminalità politica di destra e nelle sue collusioni di quegli anni ma i giudici non lo vollero mai sentire né mettere a confronto col presunto assassino.
Sergio Citti amava i personaggi innocenti, diseredati, gli sconfitti ma astuti incattiviti dalla vita. I suoi film, diversi scritti con Vincenzo Cerami - alcuni belli, altri meno (e qualcuno pasticciato) - sono grandi elogi dell’amicizia maschile, raccontati senza tanti fronzoli forse non sempre facili da capire, soprattutto quando ci mette dentro parti di se molto intime che non sa spiegare bene, ma che grazie alla nostra sensibilità apprezziamo comunque. Rimase sempre se stesso senza farsi corrompere dal cinema commerciale.
“Tra fratello e fratello non metter donna!” Melodramma popolare, favola cupa, turpe, scritta con l’aiuto di Pasolini. Nel suo primo e forse miglior film i personaggi ‘scellerati’ sono magistralmente resi. Il padre muore ubriaco per colpa dei due figli Rabbino e Bandiera (Franco Citti e Laurent Terzieff), la madre è in manicomio e loro portano nella propria baracca una donna...
“Film scellerato realizzato per inseguire la moda del Decamerone pasoliniano” Nella Roma (e dintorni) del 1800 assistiamo a scure storie di defecazioni, furti, corna, omicidi, evirazioni, preti sessuomani, papi mangioni e testicoli umani spacciati per rognoni che si concludono col patibolo. Sentiamo battute che non fanno ridere: un vescovo, visto che il Papa sta per morire, dice che il prossimo si chiamerà Pio... pio io il posto suo! Raccontate da Mammone (F. Citti) e Bernardino (N. Davoli) in attesa della ghigliottina. Entrambi gli attori al loro meglio ma il senso di tutto mi sfugge.
Con Jodie Foster, Catherine Deneuve, Mariangela Melato, Michele Placido, Paolo Stoppa
“Un' assortita fauna umana spogliandosi si toglie anche la maschera e mostra di essere fatta di persone piccole e misere” Affresco crudele, cinico e ironico. Un po’ più riconciliato col mondo Citti dimostra di essere padrone del mestiere di regista dirigendo bene tanti attori anche importanti. Pur essendo tutto girato all’interno di un casotto-spogliatoio di uno stabilimento balneare (ma il mare non si vede mai) con una leggiadra cinepresa che non esce dal casotto, non annoia affatto.
Con Vittorio Gassman, Anna Melato, Philippe Noiret, Alessandro La Torre
“Due padri... non è meglio di uno” I suonatori ambulanti Pippo e Peppe allevano come possono il figlio della donna amata da entrambi a giorni alterni che è figlio di uno di loro... Ambizioso apologo amaro non sempre ben messo a fuoco con i grandi Gassman e Noiret che non danno il loro meglio, menomale che c’è Gigi Proietti!
Con Roberto Benigni, Franco Citti, Ninetto Davoli, Giorgio Gaber
In streaming su Rai Play
“Film tv ‘con poca carne al fuoco’ e squilibrato dalla riduzione operata per le sale cinematografiche” Surreale favola comico-grottesca, vietato vederla a pancia piena. Riuscirà Giorgio Gaber, moderno Gesù, a placare la fame dei pellegrini F. Citti e N. Davoli ai quali poi si aggiungono Benigni e, man mano che attraversano l’Italia, tanti altri affamati perenni che cercano invano di soddisfare il loro appetito?
Con Vittorio Gassman, Malcolm McDowell, Sergio Rubini, Carol Alt
“Siamo veramente morti solo quando nessuno si ricorda più di noi.” Il titolo è ‘un’affettuosa’ esclamazione romana. Curiosa storia ad episodi ambientata in un cimitero. Il regista ci illustra i vizi degli italiani facendoli raccontare da loro dopo che sono morti e in attesa di trapassare nell’Aldilà. Punto di vista originale per un film un po’... smorto.
Con Silvio Orlando, Patrick Bauchau, Rolf Zacher, Gastone Moschin
“Se i Re Magi rinascessero, riuscirebbero a trovare il messia nel mondo di oggi? Forse Gesù è in ogni bambino che nasce!” Vecchio progetto pasoliniano (Porno-Teo-Kolossal) - Nastro d'Argento al miglior soggetto originale - (che pensava di far recitare a Eduardo De Filippo) rivisto con lo sguardo surreale, beffardo ma puro, del regista che qui mette tutto il suo tocco magico. Dopo aver recitato il ruolo dei Re Magi, tre saltimbanchi continuamente mazziati, guidati dalla cometa s’incamminano alla ricerca del Bambin Gesù.
Regia di Sergio Citti, Volfango De Biasi, Dino Risi, Mario Monicelli, Luigi Magni, Claudio Fragasso, Pino Quartullo, Francesco Laudadio, Faliero Rosati, Alex Infascelli, Alessandro Piva, Maurizio Dell'Orso, Cinzia Th Torrini, Lorenzo Mieli
Con Elena Sofia Ricci, Massimo Wertmüller, Franco Diogene, Gloria Paul
episodio ‘Anche i cani ci guardano’
“Povero Raymond Queneau si sarà rivoltato nella tomba” Credo che quello di Citti ‘Anche i cani ci guardano’ - il suo modo di dirsi addio tra un uomo e una donna - girato a Fiumicino e che lui definì genere ‘neorealismo musicale’ sia il migliore tra i tanti episodi. Elena Sofia Ricci e Massimo Wertmuller si sono divertiti a cambiare fisionomia e modo di recitare a seconda dell’episodio interpretato ma noi spettatori non ci divertiamo.
Con Fiorello, Franco Citti, Elide Melli, Olimpia Carlisi, Guerrino Crivello
“Barboni animati” Sì, perché i cartoni del titolo sono quelli dove si rigirano i senzatetto in attesa di prendere sonno. Sfortunata prima co-regia col fratello di Sergio, Franco Citti, che dal 1998 ha trovato distribuzione solo nel 2004, forse speravano che il successo di Fiorello (era il suo primo film) aiutasse... ma non fu così. Sarebbe bello che i sogni diventassero realtà! film garbato dal tono fiabesco.
“Tra vipere e lupi cattivi una storia sconsolata, senza alcuna letizia” Citti e Cerami affrontano la materia scivolosa del melodramma. E’ difficile la vita di Leone (Harvey Keitel) che lasciato dalla moglie da lui chiamata vipera (Elide Melli) si dà all'alcolismo mentre la giovane figlia dodicenne Rosetta (Larissa Volpentesta) rimane incinta del perfido camicia nera (o rossa... quando serve) Guastamacchia (Giancarlo Giannini). Leone non regge a tanto dolore. Dopo il parto tolgono il figlio alla povera Rosetta e lei impazzisce. Ma le disgrazie sono appena cominciate!
Con Claudio Amendola, Rolando Ravello, Ida Di Benedetto, Youma Diakite, Laura Betti
“Complimenti al coraggio di Amendola nei panni dello spogliarellista... Serpente!” Storia di solidarietà tra carcerati e improbabile amicizia fra il borghese Giacomo e lo spogliarellista Serpente che continua anche quando i due tornano in libertà e cercano di reinserirsi nella società ma le loro donne glielo impediscono. Tutto troppo semplice.
Non ci sono nick associati al tuo profilo Facebook, ma c'è un nick con lo stesso indirizzo email: abbiamo mandato un memo con i dati per fare login. Puoi collegare il tuo nick FilmTv.it col profilo Facebook dalla tua home page personale.
Non ci sono nick associati al tuo profilo Facebook? Vuoi registrarti ora? Ci vorranno pochi istanti. Ok
Commento (opzionale)