inesorabile, inaspettato, ci troviamo a combatterlo per non esplodere in un pianto. Ci si nasconde si prende il fazzoletto, si dice che abbiamo un bruscolo in un occhio e così via per farci vedere tutti di un pezzo. E invece abbiamo la voce rotta dalla commozione ed è praticamente difficile da nascondere, basterebbe solamente lasciarci andare...Inside Out è stata un'altra emozione fortissima. ATTENZIONE SPOILER
Cole: Voleva che ti dicessi che ti ha visto ballare. Ha detto che quando eri piccolina tu e lei avevate litigato, poco prima del saggio di danza. Hai sempre pensato che non era venuta a vederti. Invece sì. Si era nascosta in fondo per non farsi vedere. Ha detto che sembravi un angelo. Ha detto che sei andata nel posto dove l'hanno seppellita, le hai fatto una domanda. Dice che la risposta è "Tutti i giorni". Cose le hai chiesto?
Sei morta un sabato mattina. E ti ho fatto mettere qui, sotto il nostro albero. E ho preso la casa di tuo padre e l'ho fatta abbattere. Mamma diceva sempre che morire fa parte della vita. Magari non fosse così. Il piccolo Forrest se la cava benissimo, sì. Presto ricomincerà la scuola. Gli preparo colazione, pranzo e cena, ogni giorno. Sto molto attento: lui si pettina i capelli e si lava i denti ogni giorno. Gli insegno a giocare a ping-pong. Okay, ora... Forrest, tocca a te. È molto bravo. Peschiamo tanto. Ogni sera leggiamo un libro. Com'è intelligente, Jenny! Saresti fiera di lui. Io lo sono. Sai, ti... ti ha scritto una lettera. Dice che non posso leggerla. Non devo farlo, perciò la... la lascio qui per te. Jenny... Non lo so se mamma aveva ragione, o se... se ce l'ha il Tenente Dan... non lo so... se abbiamo ognuno il suo destino o se siamo tutti trasportati in giro per caso come da una brezza... ma io... io credo... Può darsi le due cose. Forse le due cose càpitano nello stesso momento. Mi manchi tanto, Jenny! Se hai bisogno di qualcosa non sarò molto lontano. (Forrest Gump)
è partita la segreteria. c’è stato un bip. poi ho sentito la voce di papà. ci sei? ci sei? ci sei? lui aveva bisogno di me e io non riuscivo ad alzare la cornetta. non ci riuscivo. non ce la facevo. «ci sei?» lo ha domandato undici volte. lo so, perché le ho contate. è una di più di quelle che posso contare sulle dita. perché continuava a chiederlo? aspettava che qualcuno tornasse a casa? e perché non chiedeva «c’è qualcuno?»… «ci sei?» vuol dire una persona sola. a volte penso che sapeva che ero lì. forse tentava solo di darmi il tempo per trovare il coraggio di alzare la cornetta. e poi, c’era troppo spazio fra una domanda e l’altra. ci sono quindici secondi fra la terza e la quarta, ed è l’intervallo più lungo. in sottofondo si sente la gente che urla e che piange. e poi rumore di vetri che si rompono, ed è anche per questo che mi chiedo se stavano saltando giù. ci sei? ci sei? ci sei? ci sei? ci sei? ci sei? ci sei? ci sei? ci sei? ci sei? ci e dopo si è interrotto. ho calcolato il tempo del messaggio, ed è un minuto e ventisette secondi. questo significa che è finito alle 10.28. che è l’ora in cui la torre è caduta. forse è così che è morto, allora.
da http://mmarrtaa.tumblr.com/post/81054854491/quel-giorno-eravamo-appena-entrati-quando-ci-hanno
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