Playlist film (aperta ai contributi)

Meteora.

Come meteora incandescente l'ospite si abbattè, frantumando in mille miseri pezzi tutte le borghesi convenzioni e gl'immobili dogmi dell'istituzione-famiglia. Poi scomparve.

Calimera.

Calata dal mercantile Lacrimea, lacrime amare a mare ammarò, come Calimera - calamaio in mano, immani calamari comprati - comprese che lamerica era Calimera, Lecce.

Eoni e spazi.

Briony capì che non sarebbe mai sfuggita ai Magri Notturni: il senso di colpa era troppo forte. Così discese la Soglia del Sonno Profondo e incontrò Randolph Carter in fuga da Yaddith. Assieme viaggiarono attraverso incommensurabili eoni e spazi galattici fino alle vastità oniriche e alle linee del Tempo. L'espiazione era vicina: avrebbe potuto riscrivere la storia.

Sembro Eros.

Una somiglianza incredibile. Western, terra promessa.

T'incita.

La guardi allontanarsi cullata da docili onde verso l'orizzonte d'una lunga vita e prosperità, mentre le mostruose vastità marine reclamano la tua vita e tu, appeso ancora ad un filo di speranza e ad un rimasuglio di un water, ne odi il melodioso canto che t'incita «mori poraccio, affonda!». E una risata demoniaca - di spaventose urla gutturali e suoni subumani - accompagna la tua fine.

Il Re piace / Il paciere / Lei capire?

Tre racconti mor(t)ali di Tupassaman musicati come una raffinatissima composizione estetica-narrativa di rara profondità e spietatezza: il leitmotiv è la putrefazione del buon senso.
Il Re piace. Era giovane, bello, colto, ricco, snob, lussurioso ed a capo di una florida nazione. Piaceva, dicevano.
Il paciere. L'attesissimo ballo dell'anno a corte. Un tombeur de femmes mascherato si scontra con una femmina che suonava la tromba. La nobiltà d'animo (e di sangue) lascia presto spazio a insulti e bestemmie - e poi a botte da orbi - che manco nei più malfamati pub di Glasgow. Finché, immancabile come un herpes genitalis, si mette in mezzo il solito guastafeste a interrompere lo show.
Lei capire? Sebbene altamente qualificate nonché poliglotte, al tizio un po' tonto vestito come una guardia svizzera, le specialiste dell'amore della Maison Anal dovettero più e più volte chiedere che cosa piffero ci fosse di così difficile da capire nelle normali richieste economiche data la natura negoziale dell'atto appena consumato.

Per naso.

Conversazioni tra sé e (un'altra) sé. Stati di onirismo progressivo, allucinazioni e angosce identitarie, metariflessioni e flessioni a metà, realtà e finzione che si (con)fondono. Ovvero, il tema del doppio. E dell'oppio, mischiato a colla, lacca, vernici, pernici, grafite, gastrite, lustrini e pastrami. Presi per naso.

Caccia al lardo.

S'intendeva di furti e di gioielli, di tetti e di tette, e di avvenenti donne sofisticate. Eppure, l'artista noto un tempo come "il Gatto" amava sopra tutte - e più di ogni altra cosa - quella grassa-candida-speziata-succulenta squisitezza, delicata e profumata più della più bella pupa del reame. Sua maestà il lardo, quasi introvabile nelle peggiori macellerie della Costa Azzurra. Una caccia all'ultimo sangue e all'ultimo, succoso grasso colante, senza fine, piena di intralci e tiri mancini, di pericolosi avversari gourmet: ce la farà il nostro vorace eroe ad azzannare la magnifica preda?

Ti affido Calzone a NY.

Che incontro romantico, alla toeletta! Lei, fasciata in un vestito nero che sembrava uscito da una rivista di moda, stava deliziosamente contando un mazzo di banconote. Mi avvicinai, le sorrisi, lei ricambiò e fu amore a prima vista. Dopo che ebbe messo via il danaro in un qualche posto in mezzo alle cosce, mi lanciò uno sguardo languido che mi fece trasalire ed eccitare. Mi disse, con una voce così soave che doveva per forza discendere dal più maraviglioso dei sogni: «Me lo faresti un servizietto, per cinquanta dollari?». Non ho ricordi di quel che in seguito accadde, cosa ella mi chiese e cosa risposi io di preciso: balbettati, senz'altro, inebriato com'ero da cotanto incanto e intontito da siffatta fighezza; ed accettai, naturalmente, fosse l'ultima cosa che avessi fatto nella vita! ... So solo che ora mi ritrovo qui, a zonzo per NY, solo come un cane con il suo amatissimo gatto. Un orribile obeso oblungo scassaballe chiamato Calzone perché divora chili di quella disgustosa roba fritta! Ecco, m'ha vomitato addosso. E mo' piove pure a dirotto.

L'attesa.

Sulfureo affresco corale che racconta l'attesa di seicentosessantasei individui per l'uscita di Antichrist Superstar.
[ the time has come it is quite clear / our Antichrist / is almost here... / it is done ]

Milf.

Storia di Maralaura, piacente signora amante di begonie, chiacchiericcio amicale, palcoscenici e ragazzi(ni) molto ben dotati.

Orsetta.

Il crudo realismo dei fratelli Dardenne spinto sino all'estremo: 24 ore di riprese dal vero che compongono un film-documento di straordinaria caratura etica e sociale. Oggetto, unico e sensazionale, Anne Derd, giovane problematica orsetta: l'opera racconta una sua giornata al celeberrimo zoo itinerante di Liegi-Bastogne-Liegi, impegnata nella drammatica ricerca di un'occupazione. Sì, perché lo zoo sarà pur grande e famoso ma è tragicamente superaffollato: non c'è posto per tutti.
SPOILER: alla fine l'orsetta muore. Schiacciata da una macchina da presa che le si era avvicinata un pochino troppo.

E un treno parte.

E un treno parte, portandosi via i sogni e le aspirazioni di Ruperto, comico per indole e criminale per disperazione. Ma i binari per la celebrità sono infiniti.

Ma la figlia?

Tagliata in ogni foto, esclusa dal racconto, emarginata. Dimenticata. Ogni famiglia ha la sua pecora nera.

Te no, niente resto!

Occhi che parlano, occhi che incantano, occhi che scrutano, occhi che vedono. L'impossibile, il fantastico, il futuro, e oltre. Visioni di tenebra sempre più tetre, mentre oscuri presagi si palesano e nuovi sinistri eventi rendono più concreta e vicina la minaccia ... L'avventore scortese.
«Ma che maniere, per chi mi hai preso, per la tua serva? Te no, niente resto!».
Il resto è mancia.

Preciso.

Viso barbuto, abiti sgualciti, modi spicci, capelli ribelli, parlantina veloce e rozza ... Non gli avresti affidato un cent a quell'uomo, manco una bustarella vuota, e non ti saresti mai curato di lui: non sembrava affatto uno sbirro né tanto meno uno di cui curarsi! Eppure grande sorpresa colse chiunque quando questi denunciò tutto e tutti (colleghi, amici, superiori, madre superiori, taxisti, magazzinieri, camerieri, cani e porci e porcini), in maniera così meticolosa e inquietantemente dettagliata («tizio ha sgraffignato una penna in banca il tale giorno alla tale ora, caia non ha tirato lo sciacquone per ben tre volte dopo averla fatta grossa, sempronio ha sputato per terra, Fido ha leccato lo sputo, tizietto l'ha guardato male, e così via») da guadagnarsi il temibilissimo soprannome de il "Preciso".

Vile atto.

Le sospirose vicende di una dolce pulzella trapiantata di getto in un'altra città alle prese con primi amori, rivalità, traumi, scioccanti rivelazioni e scoccianti trivellazioni pelviche, giornate di scuola, frequentazioni assortite. E che scopre di possedere un talento incredibile per il canto. O almeno così pensa lei. Dirle la verità - e cioè che è più stritolaballe di una tatangela qualsiasi - sarebbe un vile atto.
Only for V(iolence) lovers.

Prendo la sim.

Disperata ricerca identitaria e viaggio iperbolico dentro un paese esagerato per Simmis, camaleontica ragazzina che, in fondo, era solo uscita di casa per prendersi un'altra, dannatissima sim.

"LEI LA CELA". È bellissima, biondissima e soprattutto castissima. Eppure Loredana, liceale con licenza di guida per riconoscere la sua gloria, inspiegabilmente, è continuamente assediata da arrapati compagni di scuola, da padri di compagni di scuola ancor più arrapati, da professori, bidelli, pierini infoiati, da gente che passa per caso per strada. Ma lei la cela, la sua preziosissima gemma, che darà solo al vero amore. [P.S.: primo, curioso tentativo di ibrido pecoreccio/sci-fi]

"IRENE MENA". Nella drammatica faida tra famiglie per il controllo del cartello della nduja, a spuntarla sarà una donna cazzuta che stermina mezzo paese (mentre l'altra metà è avvelenata a causa di una partita tagliata male di nduja). Occhio, Irene mena.