Quello di questa settimana è l'ultimo tentativo di un film in cerca di incassi nella stagione estiva. A portarlo avanti è Terminator: Genisys, il film con Schwarzenegger (ma sarebbe bene dire "di", visto che Terminator è cosa sua fino in fondo), che arriva in Italia occupando quasi 600 schermi. La popolarità dell'attore e del suo personaggio faranno sì che di pubblicità ne basterà davvero poca: il pubblico sa perfettamente di cosa stiamo parlando e se è per di più l'unica offerta, non farà fatica a sceglierlo.
Dopo Terminator, occorrerà attendere fino alla seconda metà di agosto er vedere di nuovo nelle sale film capaci di attrarre pubblico. L'unica alternativa con qualche impatto distributivo è la commedia Giovani si diventa (150 sale). Per il pubblico che invece non si lascia spaventare dalle difficoltà (sarà in sole 10 sale e trovarne una sarà un'impresa non facile) la scelta è di puntare sull'action-thriller irlandese '71: un'opera prima di cui ci è capitato di leggere piuttosto bene ai tempi del TFF, quando il film è stato presentato in Italia.
Torna sullo schermo il più noto cyborg di tutti i tempi, divenuto capostipite nel 1984 di un franchise in grado di racimolare dollari al botteghino e di affermarsi come culto. Naturalmente sul trono siede ancora una volta re Schwarzy, che in barba all'età (i 70 sono vicini), indossa ancora la maschera del Guardiano.
Con Nicolas Cage, Anton Yelchin, Alexander Karim, Irène Jacob, Aymen Hamdouchi
Sembra avere qualche debito nei confronti della serie Tv Homeland questo film di Schrader, che mescola - modificandoli - una serie di elementi che hanno portato al successo la serie di Showtime: anche qui c'è un agente della CIA che ha problemi neurologici, un terrorista creduto morto che ricompare dopo molti anni, una caccia all'uomo frenetica.
Un'opera prima compatta e molto applaudita al Torino Film Festival questo film di Yann Demaneg che coniuga tensione e storia, mettendo in scena una sorta di Blackhawk Down ambientato però nelle strade di Belfast, negli anni delle violentissime tensioni in Irlanda.
Il noelogismo che circola da un po' per film come questo ( dell'anno scorso) di Baumbach con Ben Stiller, Naomi Watts, Adam Driver e Amanda Seyfried è dramady: un po' commedia, un po' dramma (ma poco eh) come si conviene a un film che racconta la relazione amicale tra due coppie, una di quarantenni - abbastanza in crisi da "crescita" - e una ben più giovane.
Ultimo di una serie di documentari dedicati a grandi musei o istituzioni culturali di prestigio, il lavoro di Johannes Holzhausen ci porta all'interno del del Kunsthistorisches Museum di Vienna e mentre disipega le meraviglie là ospitate offre varie prospettive su temi collaterali, come la valorizzazione delle opere, la loro presentazione, ll loro conservazione e le relazioni anche problematiche che derivano dal rapporto tra esigenza diverse.
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