La concentrazione mediatica sul mondo del cinema vissuta nei giorni scorso grazie a Cannes e alla presenza, in sequenza, di tre titoli di autori italiani di rilievo si è esaurita e le nuove uscite non fanno nulla per soffiare sulle braci di questo breve e piacevole fuoco di cinema. Tuttavia i suddetti titoli sono ancora nelle sale e non hanno affatto esaurito la loro corsa (Youth in particolare sta andando molto bene), al pari di altri titoli come Tomorrowland e Mad Max: Fury Road, Si comprende pertanto perché, nonostante le uscite siano nove, i numeri delle copie distribuite siano piuttosto bassi e non vi sia nulla che possa ambire a insediare le prime posizioni in classifica, eccezion fatta per San Andreas, che avrà dalla sua 400 sale.
È il quadro che si presenterà nei prossimi mesi: siete avvisati. Tuttavia la situazione di scarso affollamento permette anche l'uscita di alcuni titoli interessanti che, ogni settimana, tireranno su il morale al pubblico cinefilo: è il caso ad esempio questa settimana di Louisiana, il film di Minervini che è passato pochi giorni fa al Certain regard.
Naturalmente questi casi sono e saranno sempre a favore esclusivo del pubblico delle maggior città: Lousiana, che vale come esempio, avrà questo weekend solo 25 schermi in tutta Italia.
The Big One: uno può pensare che si tratti di Dwayne Johnson - che grosso certo è - ma in verità si parla del terremoto - temuto, aspettato - che prima o poi dovrebbe scuotere la California, posta al di sopra della celebre faglia di San Andrea. Nel film il cataclisma arriva davvero ed è un vero disastro, per la gioia degli amanti degli effettoni digitali e il terrore di tutti quelli che vivono da quelle parti.
Film d'animazione scritto e diretto da Jorge Gutierrez, Il libro della vita racconta la leggenda di Manolo, un eroe conflittuale e sognatore che parte per un viaggio attraverso mondi magici, mitici e meravigliosi, per riunirsi con il suo solo vero amore e difendere il suo villaggio. Prodotto da Guillermo Del Toro.
Da Jean Pierre Jeunet, regista di Amélie e Delicatessen, un film dominato dall'ususale cifra fiabesca e un po' grottesca, che racconta delle avventure di un sin troppo giovane genio, cresciuto in una famiglia disfunzionale e alle prese con un viaggio, l'elaborazione di un lutto e molte altre cose,
Con Giuseppe Battiston, Maud Buquet, Mehdi Meskar, Hassan Shapi, Giovanni Martorana
Il regista curdo Fariborz Kamkari, noto per I fiori di Kirkuk (2010), affronta con coraggio la commedia “all’italiana” m raccontando la storia di un giovane afgano che arriva a Venezia mandato da un imam per aiutare la piccola comuintà musulmana locale. Troverà sulla sua strada un veneziano convertito all'islam, impersonato da Battiston, e uno spinoso caso di integrazione da risolvere.
Dopo la trilogia texana (The Passage, Low Tide e Stop the Pounding Heart), Minervini va in Louisiana, all'esplorazione di uno degli stati più difficili degli USA, dove la disoccupazione è un flagello e la meth non è quella, purissima e blu, di Heinseberg. È un documentario, a tratti sembra fiction, ma è un documentario. Selezionato per il Certain Regard, è tornato a casa anche lui a mani vuote.
Si presenta già con molte recensioni plaudenti questo film del 2014 che a Cannes dell'anno scorso vinse il Gran Premio della Settimana Internazionale della critica e che racconta di un ragazzo sordomuto che arriva in un collegio dove tutti soffrono del medesimo handicap e che viene subito attratto nel vortice della gang dei "cattivi", subendo prove e iniziazioni. Parlato per lo più nel linguaggio dei segni viene proposto senza ausili (sottotitoli o altro: pur sempre di una lingua si tratta), quasi a punire lo spettatore con una legge del taglione.
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