Ovvero, in occasione dell'imperdibile riproposizione giovedì 7 maggio su Rai 4 di The Chaser, splendida e sfiancante opera d’esordio di Hong ji na (soprattutto per noi spettatori occidentali non troppo avvezzi alle peculiarità della tradizione melò coreana), che spero venga accompagnata dal suo film successivo, il capolavoro assoluto The Murderer (The Yellow sea - 2010), vorrei chiedere se qualcuno ha notizie aggiornate sulla prolungata inattività di questo semisconosciuto maestro del cinema neo-noir?

Nonostante in patria il dittico abbia ottenuto incassi ragguardevoli, e Hong sia già considerato dagli addetti ai lavori (e qui su FilmTv c’è un piccolo gruppetto di esegeti quali Marcello del Campo, Alan Smithee, Joseba, Luca826 e Bradipo68) un esponente di spicco della cinematografia più importante a livello mondiale del nuovo millennio (non tanto per il numero di grandi autori bensì per la qualità e quantità, davvero senza rivali, del cinema medio di genere coreano), abbastanza inspiegabilmente pare sia rimasto inattivo per oltre 4 anni.

Cercando in rete, solo su kmdb si cita al suo attivo l’uscita nel 2014 di un nuovo film (Gokseong). Chi possiede ulteriori informazioni in proposito?

A scanso di equivoci per chi non lo conoscesse ancora, stiamo parlando di un cineasta che secondo le condivisibili paroledi Joseba in riferimento a The Chaser: sa costruire una messa in scena pazzesca “lontana sia dal rozzo realismo di Kwak Kyung-taek ("Friend") che dalla trasfigurazione estetizzante di Kim Jee-woon ("A Bittersweet Life"), la regia di Na Hong-jin è frontale e devastante nella rappresentazione della violenza (era dai tempi di "Tell Me Something" che un thriller non osava tanto), tambureggiante e inesorabile nel crescendo drammatico (il montaggio alternato raggiunge picchi di assoluta tragicità) e di un'essenzialità esaltante nel togliere tutto il superfluo”.

A mia volta l'ho scoperto solo un anno fa grazie ad una puntata di Wonderland Crime (curata al solito dall'imprevedibile di Andrea Fornasiero, uno capace di scivolare su macroscopiche bucce di banana come considerare Avatar un capolavoro epocale ed essere al contempo un eccellente esperto di cinematografie contemporanee di genere e non, underground e mainstream, con una predilezione per quelle orientali).

Sul valore eccelso della scarna filmografia di Hong ji na ritengo abbia colto nel segno così come concordo in pieno quando Marcello del Campo suggerisce che con The Murderer (The Yellow Sea) si faccia “strada nel cinema coreano una pista che finalmente si smarca dall'influenza - ormai spasmodicamente evidente di una linea narratologica di derivazione melvilliana-bressoniana - per un approdo, questo sì di grande rilievo, verso un cinema che prende a modello i grandi esiti friedkiniani e manniani “ e continuando ancora da una recensione tutta da leggere e rileggere: “Il crimine non ha geometrie limpide se non nei thriller addomesticati, The Yellow Sea trasgredisce l’ordinata sequenza degli eventi con il ricorso all’action-killing, una variante estetica dell’assassinio come una delle belle arti; alla razionalità della forma-cinema oppone il tumultuoso disordine del mondo. Il mestiere delle armi è appannaggio del catalogo dei cavalieri erranti, dei ronin, degli yakuza, non è di casa a Yanbian. Lo joseon è fuori dalla storia della polvere pirica, il suo habitat è situato nell’età del ferro e del bronzo.

All’ultimo sangue, Gu-Nam e Myung-ga sono nella preistoria.”