New York, 5 settembre 1882. Molti storici fanno riferimento a questa data come la prima vera manifestazione popolare che rivendicasse i diritti dei lavoratori. Solo in seguito, la data scelta per l'annuale ricorrenza delle battaglie sindacali fu il Primo Maggio. In mezzo tanti scioperi, tante lotte, tanti morti e tanti feriti, per rivendicare un diritto sacrosanto: la fissazione dell'orario lavorativo in otto ore giornaliere. Negli anni questa festività è mutata profondamente, fino ad arrivare ai giorni nostri, funestati da un livello di disoccupazione alle stelle, da drammi quali il precariato e le morti bianche. Oggi sfugge a molti il senso di questa ricorrenza, divenuta occasione più che altro per divertimenti e sollazzamenti vari. Quindi mi è venuta (di getto, quindi perdonatemi le dimenticanze e, se potete, rimediate voi) in mente questa piccola filmografia, rigorosamente italiana (per facilitarmi il compito) che riguardi in qualche modo il lavoro, le battaglie sindacali e la giornata del Primo Maggio in sé. Ci metto anche la colonna sonora, come accompagnamento musicale: Canzone del maggio (Fabrizio De André), Vincenzina e la fabbrica (Enzo Jannacci) e Saluteremo il signor padrone (autore sconosciuto). Ma vabbè, cominciamo...
"Per la gente che vive nelle cittadine e nei paesi della Lombardia, intorno alla grande città, Milano significa soprattutto il posto di lavoro", recitano i titoli di testa. Ed un "posto" di lavoro da impiegato è il sogno del giovane Domenico e della coetanea Magalì, in questa grande, amara ballata diretta da un Ermanno Olmi agli esordi.
Con Frank Wolff, Salvo Randone, Federico Zardi, Pietro Cammarata
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Primo Maggio 1947, Portella della Ginestra. I lavoratori riunitisi per festeggiare la ricorrenza e la vittoria alle elezioni del Blocco del popolo, vengono attaccati dagli uomini del bandito Salvatore Giuliano, al soldo della mafia. La prima strage di stato, 11 morti e più di 30 feriti. Episodio mostrato spledidamente nel capolavoro di Francesco Rosi.
Torino, fine Ottocento. Le condizioni disumane con le quali convivono gli operai di una fabbrica tessile scatenano uno sciopero generale che si conclude in tragedia. Storia di una presa di coscienza prima di tutto "intellettuale", magnifico film corale tra i più belli in assoluto di Mario Monicelli.
Con Renato Salvatori, Rosemarie Dexter, Gaetano Quartararo, Mara Carisi
In streaming su Rai Play
Film curiosissimo, fantasociologia allo stato puro. Un alieno si incarna nel corpo di un operaio morto e, a contatto col mondo della fabbrica, completa il suo processo di trasformazione passando da operaio modello a incitatore dello sciopero. Metaforico ed originale.
Luciano Bianchi va a Milano per far saltare in aria la sede della società responsabile dell'esplosione di una miniera che ha causato svariate morti. Ben presto, però, dimenticherà i suoi scopi ed i suoi ideali, vendendo l'anima alla società del Boom economico. Dal romanzo autobiografico di Luciano Bianciaroli.
Titolo imprescindibile, emblematico per capire il caos degli anni Settanta. Lulù, operaio torinese, stakanovista del cottimo e accusato dai colleghi di servilismo, dopo un incidente che gli causa la perdita di un dito diventa un sostenitore dello sciopero. Film scomodo, criticato alla sua uscita un pò da tutti (soprattutto dalla stessa sinistra e dai sindacati), con un sovrumano Gian Maria Volonté.
Storia di un amore nato in ambiente operaio, tra un giovane milanese ed una bella meridionale, tra battaglie sindacali, incomprensioni e l'improvvisa incombenza della tragedia. Film minore di Comencini, ma eccessivamente sottovalutato.
Con Silvio Orlando, Michele Placido, Claudio Santamaria, Paola Cortellesi, Imma Piro
Quando una multinazionale degli pneumatici decide di chiudere la filiale di Vasto, un gruppo di operai non si dà per vinto ed organizza manifestazioni e sit-in. Alcuni di loro partono come membri di una delegazione sindacale per l'America, per discutere le condizioni della protesta. Uno dei migliori esempi di cinema "militante" degli ultimi anni,troppo sottovalutato.
Con Isabella Ragonese, Sabrina Ferilli, Valerio Mastandrea, Massimo Ghini
Il precariato giovanile oggi. Allegorica ballata all'interno del mondo dei call center, meccanismo perfetto di finta armonia da reality show, che diventa sempre di più un inferno mortificante e alienante. Straordinaria metafora dei nostri tempi, spietato atto d'accusa contro un sistema che non fa sconti a nessuno. Forse il miglior film di Virzì.
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