Settimana decisamente povera: la distribuzione teme il ponte del 1° maggio e sa che comunque molte sale sono già occupate (se non altro da The Avengers 2) e quindi preferisce, in attesa di momenti migliori, farsi attendista. Lo dimostra non solo il davvero eseiguo numero delle uscite - solo sei - ma anche quello delle copie messe in circolazione: quando un film d'animazione tedesco è il più presente (350 schermi) e quello subito dopo (300 schermi) è un film (un sequel, perdipiù) con protagonisti attempati e dedicato al pubblico della terza età si sta già dichiarando che al cinema in questi giorni andranno solo bambini che non vengono portati in gita e anziani: sinonimo di città deserte.
Sono ancora più piccoli i numeri per le altre proposte: Il thriller Child 44 arriva in 250 sale proprio come quello con Liam Neeson, Run All Night, mentre la commedia grottesca spagnola di de la Iglesia non raggiunge le 50 sale.
Ci sono un po' tutti i protagonsiti delle fiabe classiche in questo mashup d'animazione di produzione tedesca: da Cappuccetto Rosso al Gatto con gli Stivali, orchi, streghe e naturalmente principi e principesse. Ma i protagonisti sono i sette nani del titolo, impegnati in un'avventura destinata ai più piccoli.
Nel 2012 il primo Marigold Hotel fu un bel successo per John Madden e gli incassi quadruplicarono il budget). La tenetazione di riprovarci non poteva essere forte e Madden non è Paganini. Confezione patinata ed esostismi, cast di vecchie glorie, alcune ancora abili e perciò arruolate.
Il romanzo da cui è tratto, di Tom Rob Smith, ha conosciuto un discreto successo. A portarlo sullo schermo ci pensa ora Daniel Espinosa (Easy Money, Safe House), che ha dalla sua un cast notevole - Hardy, Rapace, Oldman, Cassel, Considine - al servizio di questo thriller ambientato nella Russia dei Soviet.
Collet-Serra si è decisamente affezionato a Liam Neeson e per la terza volta - dopo Unknown e Non-Stop - lo fa protagonista di un suo thriller: un ex killer fuori forma e incline all'alcool che ha da trent'anni sul collo il fiato di un'ispettore di polizia che non si è mai rassegnato. E che - in una notte - dovrà fare le sue scelte.
Il titolo italiano riecheggia il celebre slogan femminista di vecchia data, ma qui il femminismo non c'entra proprio. Le streghe sono "streghe vere" in questa sarabanda grandguignolesca messa in pista da Alex de la Iglesia: una vicenda grottesca, circense e naïf, a cavallo tra il freak show e 2000 Maniacs, tra Mario Bava e Mel Brooks, tra Jodorowsky e la commedia demenziale.
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