Il mondo del doppiaggio - e, in particolare di quello per il cinema d'animazione - mi ha sempre affascinato. A rischio di sembrare un po' troppo old style, aammetto di aver amatomolto le voci educate, duttili e insieme ben sostenute delle vecchie generazioni. Purtroppo però il doppiaggio italiano, così complesso ed articolato, sembra aver perso molto per varie cause. Poco rilevante mi sembra il desiderio di una certa parte del pubblico, ancora oggi una "nicchia" o poco più, di ascoltare il film in lingua originale, pur ammettendo che le possibilità di farlo sono notevolmente aumentate nell'ultimo decennio, legalmente o meno. Il problema risiede forse in una certa "implosione" del settore, legato a logiche prettamente familistiche forse più del cinema stesso. Sembra che da molto tempo. allora, i direttori abbiano assunto nuova linfa dal ricorso a voci rodate nell'immaginario televisivo popolare. Già ai tempi di Aladin (1992) e de Il re leone (1994) la produzione ha ingaggiato attori molto famosi nel nostro paese come Proietti e Gassman. Eppure il fenomeno più recente è profondamente diverso. Se in quesi casi si trattava di figure provenienti dal cinema ma soprattutto dal teatro, veri e propri esempi di dizione (pur con qualche rara concessione comica ad un'inflessione dialettale), oggi assistiamo all'utilizzo di attori dalle capacità performative (sia come voci che come "corpi") abbastanza discutibili, provenienti da corsi di dizione lampo e affidati all'improvvisazione del momento, impegnati a tenere a bada - o ad esternare in modo forzato - i loro accenti più o meno marcati. E' vero che negli stati uniti i lungometraggi di animazione si affidano a voci note da più tempo, ma non essendo in grado di valutare "l'effetto" mi limito ad esprimere un leggero fastidio rispetto a queste voci che sembrano uscire al di fuori del personaggio, snaturandolo. ecco un elenco di film in cui ho avvertito questa sensazione spiacevole in modo variabilmente intenso, ma anche qualcuno in cui non l'ho avuta affatto.
Brignano non mi è mai piaciuto come attore, autore ed altro ma il suo doppiaggio di Olaf appare quantomeno dignitoso, forse anche per la scarsa presenza del personaggio e per l'attenta rinuncia a cadenze dialettali fuori luogo. Il vero problema sembra essere la poca naturalezza (anche come cantante) di Serena Autieri (Elsa). La meno famosa conterranea Serena Rossi invece se la cava bene, azzerando la provenienza partenopea.
Spicca (negativamente), pur nel ruolo secondatrio di un'ippopotama, il timbro cinguettante di Michelle Hunzicker, soubrette nota ad alcuni anche come interprete del disaster movie Alex l'ariete. Tutto questo in un film già pieno di difetti, incerto tra l'ammiccamento (a tratti volgarotto) ad un pubblico adulto e le consuete linee guida del cinema per ragazzi. Gli altri personaggi però funzionano.
Il dialetto indefinibile di Max Giusti rovina parechio il film, storia di un'adozione poco convenzionale. Il corpo enorme del protagonista e il vocione corpulento di Giusti sembrano, nonostante tutto, non combaciare
Regia di K. Vestbjerg Andersen, T. Christoffersen, S. Fjeldmark
Quasi dimenticato lungometraggio danese politically uncorrect, voci di Elio e Faso. se MTV ci aveva visto giusto nell'affidare ai due le voci degli sgradevolissimi Beavis and Butthead (ma ancora meglio, sulla stessa rete, era la voce catatonica della Massironi per Daria) per la natura frammentaria dei dialoghi del prodotto, un lungometraggio è ben altra cosa. Latita la recitazione, e l'accento milanese c'entra davvero poco.
D'Alò riesce a fare meglio che per il precedente "la gabbianella e il gatto", con voce di Verdone non proprio "aderente" al personaggio, adattando la storia quisistamente napoletana alle voci scelte: un diabolico Peppe Barra, Silvio Orlando papà sornione e persino un'incursione italoamericana da parte di John Turturro. Completano il tutto le musiche di Pino Daniele e una discreta fantasia visionaria, tanto che quasi non ci si accorge dell'unica, flebile, nota dolente (un certo Fabio Volo)
Film divertente e colorato dalla trama non troppo originale, ma di sicuro impatto. Voci ben riconoscibili degli ex vee-jay eternamente (non) giovani Alessandro Cattelan e Francesco Mandelli, rispettivamente nei panni del protagonista Max e di un diabolico coniglietto. A sorpresa, il doppiaggio è gestito con misura e le cadenze sono tenute dignitosamente a bada, fornendo a chi ascolta l'impressione di un lavoro discreto
Sarebbe stato lecito aspettarsi di molto peggio, anche per il film stesso.invece tutto sommato le kusiche scelte e i pezzi riarrangiati non obbedisobo nevessariamente ad un'estetica trash, nonostante i colori e l'onnipresente revival anni '80. L'ormai diva Elisa Toffoli sorprende positivamente sia per le capacità vocali - forse non eccellenti ma adeguate alla costruzione del personaggio - che per l'abilità nel mettersi da parte. La voce parlata della sua Poppy è fortunatamente irriconoscibile, e non disturba troppo neppure la performance di Bernabei. Brava la doppiatrice nel canto della poccola bergen - nell'originale c'era Zooey Deshanel, forse più brava come cantante che come attrice.
se il film in sé riserva ancora qualche minuto di spensierato divertimento - esaurendo completamente la vena creativa della saga nel capitolo successivo- colpisce negativamente il doppiaggio dei personaggi femminili principali, affidato a voci seminote e ovviamente non professioniste. Tra gli interpreti "prestati" al doppiaggio non se la cavano malissimo Timi e Bisio, ma le voci di Shira (nuovo personaggio) e di Pesca restano pressoché inascoltabili.
I veterani Pannofino nel ruolo del protagonista e Laura Boccanera - che doppiò, da giovanissima, anche Belle de La bella e la bestia - in quello di sua moglie compiono egregiamente il loro lavoro per questo seguito, godibile ma non eclatante, di un film di successo su novelli cavernicoli. Tra i "talent" non professionisti se la cava benissimo anche Virginia Raffaele, donna dalle mille voci già prestata al doppiaggio e non suona male neppure Benedetta Porcaroli, nel ruolo di sua figlia. Purtroppo però la coppia adolescente al centro della storia e, soprattutto, l'energica e visivamente predominante Hip, è affidata a voci abbastanza sgradevoli che si muovono tra una cadenza romana svogliata e una recitazione ai limiti del compitino.
Altro film godibile senza troppi guizzi con doppiaggio dignitoso. A differenza di quanto accade per I Croods il direttore del doppiaggio sceglie intelligentemente di utilizzare i due talent (I Me contro te) in ruoli di contorno, limitando fortemente i danni
E' lui o non è lui? Ceeerrto che è lui!
Quanti tra voi (senza saperlo prima, ovvio) hanno come me con gran sorpresa riconosciuto nella voce del dolce e coccoloso infermiere robot Baymax chi tutte le sere si affaccia dallo schermo tv a "rifilare pacchi" agli italiani?
Flavio Insinna in vacanza da "Affari Tuoi" si e ci ricorda di essere anche un attore e non "solo" un personaggio della tv e lo fa con bravura ed impegno regalandoci un personaggio che non si dimentica facilmente in questo bel film Disney, fresco vincitore dell'Oscar 2015. Tra l'altro è l'unico "personaggio noto" assieme all'attrice comica Virginia Raffaele che interpreta la piccola parte della zia del protagonista. Tra le voci originali l'attore James Cromwell, che interpreta il professor Callaghan.
Uno dei miei film Disney preferiti lo è anche grazie all'interpretazione (eccezionale) del grandissimo Gigi Proietti nei panni del Genio della lampada. Non l'ho mai visto in versione originale, ma pure lì pare Robin Williams abbia fatto faville.
Tra i tanti capolavori della Pixar cito questo in cui figurano (riconoscibilissima) la voce dell'attrice comica Carla Signoris, nei panni della smemorata pesciolina Dory, mentre nei panni di Marlin, il papà di Nemo, un attore che scoprii leggendo il suo nome nei titoli di coda, segno che ha dato un'ottima prova senza essere troppo riconosciblie: "Montabbano sono!", Luca Zingaretti.
Christian De Sica che interpreta il gallo Rocky? "Nooooooo!" mi son detto. Poi ho lasciato pregiudizi a casa e sono andato al cinema a vederlo, divertendomi un sacco! Christian cerca di doppiare più film e girare meno cinepanettoni! ;-)
Altro gioiellino in stop-motion della Aardman Animation (quella dei geniali Wallace & Gromit) vede tornare Christian De Sica nei panni del protagonista Capitan Pirata dopo la convincente prova precedente per "Galline in Fuga". Chi invece proprio non mi ha convinto è la Regina Vittoria, Luciana Littizzetto, che alla fine più che rendere il suo personaggio pareva forse più fare il verso a se stessa.
Anche il film di per sé (dico a livello di canovaccio e sceneggiatura) non mi ha del tutto convinto, ma il doppiaggio italiano (a differenza del buon doppiaggio statunitense, forte della voce dell'immenso Robin Williams) dà proprio il colpo di grazia: si passa da un pinguino femmina maestra elementare con penoso accento da gerarca tedesco a degli avvoltoi con marcata e inascoltabile cadenza linguistica napoletana. Ciò che salva il tutto è solo l'irraggiungibile perfezione della sublime animazione digitale.
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