Per chi come me è nata e cresciuta in provincia, l'oratorio è sempre stato, e ancora resiste ad essere, un luogo fondamentale di aggregazione, socializzazione, istruzione, divertimento per i più piccoli e non. Non bisogna per forza essere dei credenti: chi li frequenta sa che, oggigiorno, sono spesso gestiti da comitati ed associazioni laiche. Aperti a musulmani, ortodossi, ebrei, buddisti etc persino agli atei! Tra l'altro, visti i tempi che corrono, i parroci sono sovente persone aperte al dialogo e del tutto consapevoli delle difficoltà di coniugare certi precetti, prescrizioni, consuetudini cattoliche con la realtà di tutti i giorni. Il mio non vuole in nessun modo essere un discorso religioso o una presa di posizione: solo, un bozzetto di vita di paese. Dove la domenica pomeriggio i bambini, un pallone sotto il braccio e discussioni infinite sulla formazione delle squadre estemporanee, si "impannano" per bene sul campetto sterrato (al "sintetico" non siamo ancora arrivati!); acquistano con un euro e poco più qualche dolcetto o un gelatino. Magari poi si fermano a guardare "90° minuti" e parlano della serie A come fossero tutti dei grandi espertoni. Quando piove, o fa freddo, ci si organizza giocando a carte oppure a "Forza 4", si beve una cioccolata e si fanno quattro tiro al ping-pong o una sfida al calciobalilla. A carnevale si portano tutti le frittelle per una merenda insieme, dopo la sfilata per le vie del paese. A volte, evento straordinario, si guarda un film.
Non è facile disbrigarsi, fra licenze, autorizzazioni, siae si e no, organizzazione e pubblicità: oggi li chiamano cinema parrocchiali. Non so quanto facciano bene all'industria cinematografica: se siano facilitati fiscalmente rispetto alle sale tradizionali, avendo un costo del biglietto più basso ma avendo poi in cartellone nuove uscite. Quando io ero piccola, la situazione era un po' diversa (forse abusiva, forse allora legislativamente possibile...): innanzi tutto la scelta delle pellicole era precisa: non chiamiamola "censura" ma sicuramente si stava attenti al messaggio "morale". Se non proprio e sempre edificante, quantomeno il più "neutro" possibile (esente da prese di posizioni, diciamo!). Così, la domenica pomeriggio, quando fuori faceva troppo freddo per giocare per strada o nei parchi, ed a casa i "grandi" avevano l'appannaggio esclusivo dell'unico tubo catodico familiare, noi bimbi pagavamo poche centinaia di lire (l'equivalente di 1-2 euro) e ci immergevamo in film o sceneggiati magari già passati in tv ma che, condivisi con gli amici, avevano un sapore speciale! Quello del ridere, e piangere, e arrabbiarsi, ed emozionarsi e commuoversi. Il sapore dello stare insieme.
La premiata ditta Bud Spender e Terence Hill era immancabile, certezza di risate a più non posso! Eravamo ingenui e di bocca buona, pargoletti dei primi anni Ottanta? Non credo. Non solo. Ancora oggi, nell'era del digitale, della tecnologia ovunque, delle immagini tutte e comunque, dopo trenta o quarant'anni dalla loro uscita, questi film - da "Io sto' con gli ippopotami" a "Trinità" - divertono grandi e piccoli. E' verità inoppugnabile: chiunque abbia un bimbo di otto, nove anni in casa più confermarlo. Non saranno culturalmente elevati, a tratti forse sempliciotti, ma un'ora e mezza di sano divertimento, non violento e non volgare, non vale poco. Vale molto, invece.
Con Johnny Dorelli, Mario Adorf, Philippe Leroy, Angelo Branduardi, Renzo Montagnani
Luigi Magni non fu mai tenero nei confronti della "Chiesa ufficiale" anche se le sue critiche furono spesso attutite dall'ambientazione in costume ("In nome del Papa Re" "Nell'anno del signore"). Complice una destinazione televisiva, "State buoni…se potete" seppe stemperare l'anticlericalismo in un "anticonformismo" ante litteram non proprio corretto ma godibile. Allora, rimasi colpita dal diavolo nella fornace, dagli occhi blu della bella mora, dal coretto che intona la canzone di Branduardi.
Avrei anche potuto dire "Fratello Sole, Sorella Luna": forse non avrebbe fatto molta differenza. Ma "Romeo e Giulietta" fu uno fra i primi "film d'amore" selezionati: casto, ideale ... noi bambine rapite, non sapendo bene da cosa. I "maschi"? ....beh i maschi erano maschi, il mondo era diviso fra femmine e maschi, che farci? Eravamo ben prima anche della fanciullezza
Con Giuliano Gemma, Bud Spencer, Robert Middleton, Bill Vanders, Lara Sender
In streaming su Cine Comico Amazon Channel
Il mio ricordo più nitido: l'America, le scazzottate, Bud Spencer e quella faccia (bellissima) da schiaffi di Gemma.
Qualche volta, il cinema era cancellato. Ed il palchetto del teatro oratoriale occupato da quelle noiosissime commedie in dialetto!
Poi, tanto amatorialmente quanto furbescamente, queste due realtà lontane eppure vicine si condensarono in un unicum, grandissimo successo oratoriale per valli e pianure: "El pret nof". Che cosa? Che cosa è? Recita wikipedia: "El pret nof l'è 'na serie de film de Ettore Bonetti, in urigin amaturial, girada in dialet bressan e ambientada in de la cità de Urs Nof.
I film i cuntun la storia del pret Don Piero che, in d'un paes picinin, indue tüta la gent la se cunuss, el cumün l'è aministrad da 'na giunta rossonera, parchè tüti, trane vün, i en tifus de la squadra de fotbal del Milan.
La storia la inissia quand el sindich, dopu tre fiöle, l'è in atesa dal prim fiöl mass'c che'l vör batesà cume Kakà"
Ma questa, questa è tutta un'altra storia, targata anni Duemila: facebook, audizioni tipo Grande Fratello. Forse meglio tenersi i ricordi, perchè a ben guardarlo, anche l'orticello sotto casa è un po' cambiato. Sarà che deve stare a passo coi tempi ....
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