"When you seal my fate, sorrow turns to hate If I can see a light shining Is this borrowed time maybe a final time That I can see a light shining?"
(I see your face from Draconian Times, Paradise Lost)
Quanto volte abbiamo sentito parlare di un lato oscuro? Non si possono contare.
Si usa spesso l'affermazione «lato oscuro» per indicare aspetti della personalità che non si possono spiegare, che spiazzano, che sconcertano.
«Ognuno ha il suo lato oscuro», pure questa è una frase che spesso a tutti noi è toccato sentire. Frase usata sovente a sproposito.
Anche la persona più mite ha dei limiti che ritiene invalicabili, oltre i quali scatta la sua reazione. E' semplicemente una questione legata all'etica e alla morale che ognuno di noi si porta dentro, rispettiamo le regole della società perché ci hanno educato a farlo, siamo animali sociali e ben sappiamo che solo adeguandosi a norme di condotta generali è possibile creare una società che, ancorché imperfetta, riesca comunque a garantire una convivenza civile.
Quando queste norme vengono disattese, quando c'è un distorsione delle regole non scritte che regolano i rapporti di reciproco rispetto, allora anche la persona all'apparenza più innocua può assumere atteggiamenti che sorprendono.
In realtà è solo la reazione di chi pretende il rispetto della propria persona, a maggior ragione avendo seguito i binari tracciati dalla società per edificare una rete di rapporti garantiti.
Il lato oscuro, in tali casi, parrebbe essere dunque solo la giusta opposizione al mancato rispetto di quel comune sentire che è alla base della cosiddetta convivenza civile.
Ma esiste invece veramente un lato oscuro, e non nei termini posti sopra.
E' il lato di chi si pone in contrapposizione a quelle stesse norme sociali che dovrebbero essere alla base di rapporti interpersonali atti a garantire il rispetto per ognuno, personaggi che si collocano al margine della società perché in quella stessa società, nei suoi schemi, nei suoi comportamenti stereotipati, non riescono a riconoscersi.
Attenzione, qui non si parla di persone che si collocano sulla strada della illegalità e proprio per questo vengono perseguiti dalla giustizia. Anche in questo caso si può legittimamente pensare a individui caduti preda del loro lato oscuro, ma i loro casi, i loro percorsi di vita non sono l'oggetto di questa playlist.
Qui vogliamo parlare di un lato oscuro più sottile, quello di chi, pur magari ponendosi ai limiti della legalità, rispetta comunque le leggi ordinarie, tuttavia in un atteggiamento di contrapposizione a quel complesso di regole non scritte che, come dicevamo in premessa, esistono da quando l'uomo ha cercato di organizzarsi in comunità. Di fatto, che esistono da quando esiste l'uomo e ha creato le prime strutture tribali.
Persone che non si ritrovano in una etica comportamentale che è propria della maggioranza per seguire invece un proprio sentiero, le cui scelte sono destinate a portarle in percorso problematico e difficoltoso, perché se la giustizia persegue chi non rispetta le leggi ordinarie è la collettività (o la comunità, se si preferisce) che decreta spesso l'ostracismo nei confronti di chi si pone da «un lato oscuro».
E' ovviamente un discorso complesso che, se affrontato in maniere scientifica, comporta la dotazione di competenze che non sono patrimonio dell'estensore di queste righe.
Piuttosto lo scopo qui è parlare di quelle pellicole, e sono molte, che hanno raccontato storie di persone che hanno seguito un loro lato oscuro, oscuro perché incomprensibile per la collettività di cui facevano parte.
Ma oscuro anche per loro stessi, perché compivano scelte che non venivano comprese dagli altri, nonostante fossero improntate a un loro senso di morale, oppure ancora perché non riconoscendosi in quel codice non scritto che era la base etico-comportamentale per la società che li circondava, finivano per cercarne uno loro, ponendosi così in un «lato oscuro» rispetto a tutti gli altri.
Storie come queste le ha raccontate la letteratura e, come detto sopra, il cinema, spesso intrecciandosi tra di loro perché sovente ciò che è stato portato sullo schermo era già stato raccontato nelle pagine di un libro.
Siccome la società in cui viviamo e di cui subiamo le consuetudini (e talvolta con una certa insofferenza che porta anche ognuno di noi a guardare, ogni tanto, in faccia il proprio lato oscuro) è quella italiana, ci si è concentrati qui sulla cinematografia di casa nostra. Di seguito dunque le scelte, lasciando poi ognuno come sempre libero di trovarsi d'accordo o meno.
Rino Zena (un ottimo Filippo Timi) vive ai margini della società, un emarginato con una mente obnubilata da una ideologia di violenza, eppure in grado di mostrare un amore sconfinato verso l'unica persona cui tiene, suo figlio Cristiano. Dal romanzo di Niccolò Ammaniti, Salvatores trae una storia che è una autentica esposizione della tematica del «lato oscuro», personaggi senza speranza (i due protagonisti ma anche coloro che in qualche misura li affiancano) ai margini di una consesso civile che li considera dei disadattati. Ma al tempo stesso persone non hanno alcuna volontà di rompere questi limiti. Unica figura positiva in questa desolazione: Cristiano.
Mattia e Alice come i numeri primi della matematica tanto amata dal primo: divisibili solo per se stessi non entrano mai in relazione con gli altri. Storia (anche qui con base letteraria, il romanzo di Paolo Giordano) di due personaggi in cui il lato oscuro ha prevalso a causa di eventi accaduti quando erano troppo piccoli per portarne il peso, due anime ferito nel corpo e nello spirito che si incrociano senza riuscire però mai davvero a toccarsi.
In una Venezia al di fuori della logica del turismo di massa, una città sepolta dai ricordi di di un antico impero i cui echi si avvertono nella fatiscenza di antichi palazzi, ormai ombre di una gloria che fu, il giovane Tino si ritrova involontario testimone di una storia di oscuri segreti familiari, passioni inconfessabili dietro la maschera di una borghesia compassata e decadente. Uno straordinario Vittorio Gassman in questa pellicola di Dino Risi, in bilico tra i gotico e il dramma psicologico, da vita a un personaggio devastato dal suo lato oscuro
Irena è un'anima straziata, un essere che le vicende di una vita allucinante hanno portato all'isolamento. Ha un solo scopo, una solo motivo che può essere l'opportunità per un raggio di luce nella sua esistenza, e per raggiungerlo non esiterà a scendere a patti col suo lato oscuro. Anche perché a vedere in faccia il suo lato oscuro l'hanno portata proprio i drammi della sua esistenza. Tornatore dimostra di avere notevoli capacità ogni volta che affronta il thriller, questa volta anche grazie a una eccezionale Ksenia Rappoport
Paolo Sorrentino ben prima di addentrarsi nei meandri felliniani della Grande Bellezza ha raccontato in più di una pellicola storie di personaggi ai margini in bilico tra comicità e tragedia. Cito qui il suo brillante esordio, la storia di due personaggi con lo stesso nome ma dai destini diversi. Entrambi sopraffatti dal loro lato oscuro ma in maniera molto differente così come differenti erano le loro vite.
Con Gian Maria Volonté, Florinda Bolkan, Gianni Santuccio, Orazio Orlando
Mi prendo una licenza da quanto scritto in premessa, perché nel capolavoro di Elio Petri il protagonista svela il suo lato inconfessabile compiendo un delitto. Ma è tale la complessità del personaggio delineato con grande maestria da Gian Maria Volonté, coinvolto in una sorta di apologia del lato oscuro, che era impossibile non citarlo in questa piccola rassegna
Storia di ordinario squallore con tre personaggi davvero ai limiti della società: lo è Peppino, l'imbalsamatore nano che presta la sua opera alla malavita, ma lo sono anche Valerio e Deborah, il primo non riesce sfuggire alle ambigue promesse del facoltoso tassidermista la seconda non vuole rinunciare a un uomo che nasconde una totale inconsistenza morale e caratteriale sotto un aspetto da angelo caduto. Nessuno sembra potersi redimere dal proprio lato oscuro
Ciao Gianni, interessanti come sempre le tue riflessioni. Concordo anche abbastanza coi titoli da te scelti, visti ed apprezzati molto quasi tutti (mi mancano quelli di Salvatores e Risi, titolo forse tra i meno noti di questo Grande del cinema italiano).
A me ne son già venuti in mente almeno altri tre o quattro film, benché tutti stranieri, e quindi mi unisco alla richiesta di marietoile e della redazione, dato che pure secondo me aprendo la tua playlist ai contributi ne verrebbe fuori qualcosa di ancora più interessante e coinvolgente per tutti. Ciao! ;-)
comunque nessuna "richiesta" da parte nostra :). Solo volevamo sapere se Gianni sapeva della possibilità: poi a lui scegliere se mantenere la lista ai titoli da lui inseriti o decidere di aprirla.
Si, scusate redattori ;-), sono io che mi son espresso male. Nessuno ha fatto richieste: nè voi, nè marietoile e in fin dei conti manco io. Più che altro suggerivo a Gianni di considerare l'idea di aprirla ai contributi, perché per quanto mi riguarda trovo un bel modo per poterla ampliare ed arricchire, ma è rispettabilissimo e sacrosanto che chi crea una playlist decida lui come gestirla, visto che ne è l'artefice.
P.S. Off topic, off playlist, off tutto, rivolto alla Redazione ;-) Esiste un metodo più "normale" ;-) per poter usare il tasto "rispondi" ad un commento e poi non impazzire a capire chi sta rispondendo a chi? Con questo strano incolonnamento in ci bisogna saltabeccare da sopra a sotto o viceversa il tutto appare sempre poco chiaro (almeno per me ;-) nel capire quale sia il corretto ordine in cui leggere i vari botta e risposta. Spero di essermi spiegato bene, grazie. ;-)
Intanto grazie a tutti per gli apprezzamenti e per gli interventi.
Credo sia doveroso a questo punto da parte mia spiegare perché le mie playlist (e non solo questa) sono "chiuse".
Uno dei motivi per cui, a suo tempo (ed è passato qualche anno....) mi iscrissi a questo sito stava proprio nella possibilità di redigere playlist; che io non ho mai inteso come un mero elenco di titoli ma come un modo di trattare argomenti legati, sicuramente, al cinema ma non solo.
Chi mi segue da tempo sa che le mie playlist sono caratterizzate da una premessa abbastanza "sostanziosa" (o almeno i miei sforzi sono finalizzati a renderla così) e da una lista di titoli accompagnati da commenti che pondero non meno di ciò che scrivo in premessa.
Il fatto poi che, fino a poco tempo fa, il sistema prevedesse la possibilità di un inserimento di sette titoli al massimo costituiva per me un ulteriore incentivo. Soppesavo i vari film che potevo indicare in relazione all'argomento da me scelto, ne facevo una valutazione e una comparazione, e alla fine sovente mi trovavo a scartare titoli più "immediati" a favore di scelte meno dirette ma anche più originali.
Insomma sono un fan della playlist "vecchia formula" e ho deciso di continuare a utilizzarla così.
Con questo non ho nulla contro le nuove possibilità che ci mette a disposizione il sito dopo la sua "ristrutturazione", anzi ho più volte partecipato a playlist altrui indicando titoli.
Ma io, almeno al momento, mi diverto fare playlist seguendo le regole vecchie!
Un saluto a tutti
Forse è proprio l'Imbalsamatore, fra i film citati, ad esprimere meglio l'idea di "dark side" nel cinema italiano (almeno in quello degli ultimi anni)...visto che hai messo i Paradise Lost in apertura, rilancio col vecchio Neil Young:
Looking' for a love
that's right for me
I don't know how long
it's going to be
But I hope I treat her kind
And don't mess with her mind
When she starts to see
the darker side of me.
Sembra un ritornello innocuo, ma nell'ultimo verso ci piazza dentro quel "darker side" che ho sempre trovato a suo modo inquietante (e in contrasto con l'allegro country-rock della canzone). Cosa sarà quel "lato più oscuro"? La tossicodipendenza? La violenza? Perversioni sessuali? Altro? Grande play Gianni!
Grazie @ed......il termine "lato oscuro" si presta alle più differenti interpretazioni, spesso è più facile cogliere quello degli altri che rendersi conto del nostro In fondo lo abbiamo tutti un lato oscuro e tutti impariamo a conviverci.
Chissà dunque a cosa si riferivano quelle parole.......
Ciao Gianni, hai ragione ".il termine "lato oscuro" si presta alle più differenti interpretazioni". Quale è esattamente la tua? Cinematograficamente parlando? Perchè, tra le righe dei film da te citati, mi sembra di afferrare il senso. Però per secondo metti "La solitudine dei numeri primi" che al di là della pochezza del lavoro (ma è un giudizio personale, e sicuramente non è qui soggetto di discussione) per tematiche e svolgimento proprio non riesco a piazzare. Mi piacerebbe tu spiegassi meglio quella tua scelta. Bella la tua citazione su "Anima persa" (ho letto anche la tua recensione): non un capolavoro ma sicuramente un film di interessante. E dimenticato. L'imbalsamatore" sicuramente: perchè i confini tra luci ed ombre a volte sono sfumati. Da donna ricorderei un libro (ed un film) in cui il "lato oscuro" esce prepotente ed è "Malombra": l'essere umano può straordinaria crudeltà, anche e soprattutto contro se stesso.
Mia cara @Lehava, mi chiedi ulteriori riflessioni e non mi sottraggo.
Sulla mia interpretazione del "lato oscuro" come elemento che segna la vita di alcune persone, credo di aver già detto tutto in premessa, dove ho cercato di sviluppare il concetto meglio che potevo (è un discorso che riguarda l'aspetto psicologico dell'essere umano e non avendo io fatto studi specifici in merito ho preferito ragionare sulla base di ciò che conoscevo senza addentrarmi in analisi che avrei dovuto affrontare, per essere credibile, con strumenti non in mio possesso).
"La solitudine dei numeri primi" a mio avviso rientra nell'ambito di un discorso sul "lato oscuro" raccontato al cinema, proprio perché i due protagonisti sono accomunati dal fatto che episodi, sia pur molto differenti, accaduti nel passato ne hanno determinato un futuro da persone "ai limiti".
Potrebbero essere per capacità intellettive e per appartenenza sociale due persone perfettamente integrate nella società, ma entrambi si portano dietro un fardello pesante che ne compromette il cammino.
Il loro lato oscuro è una macchia che ha segnato la loro interiorità e che si porteranno dietro tutta la vita. Il film presenta indubbiamente dei limiti tuttavia non lo trovo così modesto (ma, come giustamente rilevi, entriamo nell'ambito delle valutazioni personali).
Un'ultima cosa: la lista non è una graduatoria, ogni film per me è parimente importante per lo sviluppo delle mie riflessioni.
Grazie per l'intervento, un caro saluto.
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Ciao Gianni, interessanti come sempre le tue riflessioni. Concordo anche abbastanza coi titoli da te scelti, visti ed apprezzati molto quasi tutti (mi mancano quelli di Salvatores e Risi, titolo forse tra i meno noti di questo Grande del cinema italiano).
A me ne son già venuti in mente almeno altri tre o quattro film, benché tutti stranieri, e quindi mi unisco alla richiesta di marietoile e della redazione, dato che pure secondo me aprendo la tua playlist ai contributi ne verrebbe fuori qualcosa di ancora più interessante e coinvolgente per tutti. Ciao! ;-)
comunque nessuna "richiesta" da parte nostra :). Solo volevamo sapere se Gianni sapeva della possibilità: poi a lui scegliere se mantenere la lista ai titoli da lui inseriti o decidere di aprirla.
Si, scusate redattori ;-), sono io che mi son espresso male. Nessuno ha fatto richieste: nè voi, nè marietoile e in fin dei conti manco io. Più che altro suggerivo a Gianni di considerare l'idea di aprirla ai contributi, perché per quanto mi riguarda trovo un bel modo per poterla ampliare ed arricchire, ma è rispettabilissimo e sacrosanto che chi crea una playlist decida lui come gestirla, visto che ne è l'artefice.
P.S. Off topic, off playlist, off tutto, rivolto alla Redazione ;-) Esiste un metodo più "normale" ;-) per poter usare il tasto "rispondi" ad un commento e poi non impazzire a capire chi sta rispondendo a chi? Con questo strano incolonnamento in ci bisogna saltabeccare da sopra a sotto o viceversa il tutto appare sempre poco chiaro (almeno per me ;-) nel capire quale sia il corretto ordine in cui leggere i vari botta e risposta. Spero di essermi spiegato bene, grazie. ;-)
@Roger: era quello che da tempo volevo segnalare anch'io. Che manicomiooooo!
grande Gianni, come sempre... è un piacere riaprire la community dopo un po' , e ritrovare una delle colonne portanti -)
Sempre troppo buono Luca......;-)
Intanto grazie a tutti per gli apprezzamenti e per gli interventi.
Credo sia doveroso a questo punto da parte mia spiegare perché le mie playlist (e non solo questa) sono "chiuse".
Uno dei motivi per cui, a suo tempo (ed è passato qualche anno....) mi iscrissi a questo sito stava proprio nella possibilità di redigere playlist; che io non ho mai inteso come un mero elenco di titoli ma come un modo di trattare argomenti legati, sicuramente, al cinema ma non solo.
Chi mi segue da tempo sa che le mie playlist sono caratterizzate da una premessa abbastanza "sostanziosa" (o almeno i miei sforzi sono finalizzati a renderla così) e da una lista di titoli accompagnati da commenti che pondero non meno di ciò che scrivo in premessa.
Il fatto poi che, fino a poco tempo fa, il sistema prevedesse la possibilità di un inserimento di sette titoli al massimo costituiva per me un ulteriore incentivo. Soppesavo i vari film che potevo indicare in relazione all'argomento da me scelto, ne facevo una valutazione e una comparazione, e alla fine sovente mi trovavo a scartare titoli più "immediati" a favore di scelte meno dirette ma anche più originali.
Insomma sono un fan della playlist "vecchia formula" e ho deciso di continuare a utilizzarla così.
Con questo non ho nulla contro le nuove possibilità che ci mette a disposizione il sito dopo la sua "ristrutturazione", anzi ho più volte partecipato a playlist altrui indicando titoli.
Ma io, almeno al momento, mi diverto fare playlist seguendo le regole vecchie!
Un saluto a tutti
Forse è proprio l'Imbalsamatore, fra i film citati, ad esprimere meglio l'idea di "dark side" nel cinema italiano (almeno in quello degli ultimi anni)...visto che hai messo i Paradise Lost in apertura, rilancio col vecchio Neil Young:
Looking' for a love
that's right for me
I don't know how long
it's going to be
But I hope I treat her kind
And don't mess with her mind
When she starts to see
the darker side of me.
Sembra un ritornello innocuo, ma nell'ultimo verso ci piazza dentro quel "darker side" che ho sempre trovato a suo modo inquietante (e in contrasto con l'allegro country-rock della canzone). Cosa sarà quel "lato più oscuro"? La tossicodipendenza? La violenza? Perversioni sessuali? Altro? Grande play Gianni!
Grazie @ed......il termine "lato oscuro" si presta alle più differenti interpretazioni, spesso è più facile cogliere quello degli altri che rendersi conto del nostro In fondo lo abbiamo tutti un lato oscuro e tutti impariamo a conviverci.
Chissà dunque a cosa si riferivano quelle parole.......
Ciao Gianni, hai ragione ".il termine "lato oscuro" si presta alle più differenti interpretazioni". Quale è esattamente la tua? Cinematograficamente parlando? Perchè, tra le righe dei film da te citati, mi sembra di afferrare il senso. Però per secondo metti "La solitudine dei numeri primi" che al di là della pochezza del lavoro (ma è un giudizio personale, e sicuramente non è qui soggetto di discussione) per tematiche e svolgimento proprio non riesco a piazzare. Mi piacerebbe tu spiegassi meglio quella tua scelta. Bella la tua citazione su "Anima persa" (ho letto anche la tua recensione): non un capolavoro ma sicuramente un film di interessante. E dimenticato. L'imbalsamatore" sicuramente: perchè i confini tra luci ed ombre a volte sono sfumati. Da donna ricorderei un libro (ed un film) in cui il "lato oscuro" esce prepotente ed è "Malombra": l'essere umano può straordinaria crudeltà, anche e soprattutto contro se stesso.
Mia cara @Lehava, mi chiedi ulteriori riflessioni e non mi sottraggo.
Sulla mia interpretazione del "lato oscuro" come elemento che segna la vita di alcune persone, credo di aver già detto tutto in premessa, dove ho cercato di sviluppare il concetto meglio che potevo (è un discorso che riguarda l'aspetto psicologico dell'essere umano e non avendo io fatto studi specifici in merito ho preferito ragionare sulla base di ciò che conoscevo senza addentrarmi in analisi che avrei dovuto affrontare, per essere credibile, con strumenti non in mio possesso).
"La solitudine dei numeri primi" a mio avviso rientra nell'ambito di un discorso sul "lato oscuro" raccontato al cinema, proprio perché i due protagonisti sono accomunati dal fatto che episodi, sia pur molto differenti, accaduti nel passato ne hanno determinato un futuro da persone "ai limiti".
Potrebbero essere per capacità intellettive e per appartenenza sociale due persone perfettamente integrate nella società, ma entrambi si portano dietro un fardello pesante che ne compromette il cammino.
Il loro lato oscuro è una macchia che ha segnato la loro interiorità e che si porteranno dietro tutta la vita. Il film presenta indubbiamente dei limiti tuttavia non lo trovo così modesto (ma, come giustamente rilevi, entriamo nell'ambito delle valutazioni personali).
Un'ultima cosa: la lista non è una graduatoria, ogni film per me è parimente importante per lo sviluppo delle mie riflessioni.
Grazie per l'intervento, un caro saluto.
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