Poi pensate che il film di Aldo, Giovanni e Giacomo un 400 schermi li avrà ancora, e forse anche Ma tu di che segno 6 sarà da quelle parti. E si arriva a circa 3440
La domanda legittima è: "sì ma quanti sono gli schermi totali in Italia?" (si parla giustamente di schermi, perché ormai i multisala sono tantissimi). Il dato più recente è di oltre 3800. Il che vuol dire che 9 film coprono da soli praticamente l'intera programmazione in Italia nel periodo natalizio. Questa è la minestra: che vi piaccia o no. Ma certamente in uno dei segmenti di mercato abilmente identificati dalle 9 pellicole saprete riconoscervi e appartenere, consumando il vostro prodotto. Avete bambini piccoli? Big Hero 6, fa per voi certamente. Avete bambini piccoli ma siete sofisticati (e abitate in un capoluogo di regione): allora forse potete scegliere anche Un gatto a Parigi (ma attenzione, l'atmosfera sarà meno festosa in quella saletta umida e "resistente" dove lo proietteranno...). Avete bambini più grandicelli in età prepuberale? Ma l'ultimo Salvatores è fatto quasi per loro! Avete bambini più grandicelli e in età prepuberale che hanno già visto gli altri due capitoli dello Hobbit? Be' questi mica li fregate e impedirgli di vedere l'ultimo sarebbe un atto di crudeltà, per altro esplicitamente condannato dal tribunale dei diritti del bambino e dall'Unicef. Avete una certa età, siete progressisti e siete tanto affezionati a certo cinema d'autore di una volta? Volete perdervi Ken Loach? Non avete una certa età, non siete progressisti, ma a un thriller non di si dice mai di no (soprattuto sotto Natale, per levarsi un po' di dosso lo zucchero a velo delle feste)? Ecco qua Fincher. E via così.
Segmentati, suddivisi abilmente, inscatolati, con i vostri dieci euro in mano (una coca ci sta pure) eccovi in fila. Spettatori di Natale mettetevi in coda, e preparatevi: inizia il vostro film.
L'ultimo capitolo della trilogia sullo Hobbit è in realtà anche l'ultimo evento di una storia che dura dal 2001. Di più il buon Jackson non potrà fare, a meno di inventarsi qualcosa che non sia stato scritto da Tolkien. Per alcuni un lutto, per altri (ma forse poi non così tanti) una liberazione. Quel che certo è la serie nel suo complesso ha ridefinito lo standard del cinema epico e fantasy.
Il nuovo eroe Disney è questo robottone - un po' omone della Michelin, un po' pupazzo di neve. Tanta morbidezza non è casuale: il robo-bombolone sarebbe in realtà programmato per assistere i malati. Finirà invece per occuparsi della salvezza della sua città, insieme a un gruppo di simpatici nerd. Film per famiglie per eccellenza, piacerà a grandi e piccoli.
In fondo è sempre il social network ad attrarre Fincher. Ma questa volta il network è talmente intricato e denso di colpi di scena da sembrare un puzzle, una macchina mostruosa. È il thriller, bellezza, con forti richiami al passato e altrettanti riferimenti al presente. Molti lo amano già, alcuni ne sono usciti molto delusi. La discussione qui è davvero aperta. E accesa.
Salvatores volta ancora pagina e si cimenta in un nuovo genere, il fantasy supereroesco, ammiccando a tanto cinema americano che localizza abilmente in casa nostra. Almeno ci prova. E sicuramente ottiene tanta visibilità, presentandosi a Natale con un prodotto adatto anche a un pubblico più giovane.
La comunità innanzitutto, la gente prima. Il cinema di Loach è così e colpisce nel segno quando gira "in casa", usando i volti che conosce e che sa far parlare. Ci riprova, tornando in Irlanda e, come già con Il vento che accarezza l'erba, raccontandone un pezzo del passato. In questa caso una vicenda che contrappone - ancora - progresso e istituzioni, umanità e potere.
Greg e Lillo con la sexy com(pl)icità di Ambra Angiolini si fanno interpreti di una storia che adotta un trend ormai ben consolidato - la famiglia disfunzionale - figurando come zii di un ragazzino i cui genitori sono finiti in carcere per un errore.
Era in lizza un paio di anni fa per l'Oscar al miglior film di animazione. Non ce la fece ma arriva ora nelle sale, come possibile e valida alternativa ai prodotti più mainstream: una piccola perla francese che ridà lustro alle tecniche tradizionali dell'animazione.
L'amiciza anomala tra un vecchio bizzarro, scontroso e vizioso, e un giovincello che abita vicino che li lascia attrarre dai cattivi (ma non tanto) insegnamenti del primo è un luogo comune stra-abusato. Ma qui c'è Bill Murray. E a Bill Murray si perdona tutto.
Non ci sono nick associati al tuo profilo Facebook, ma c'è un nick con lo stesso indirizzo email: abbiamo mandato un memo con i dati per fare login. Puoi collegare il tuo nick FilmTv.it col profilo Facebook dalla tua home page personale.
Non ci sono nick associati al tuo profilo Facebook? Vuoi registrarti ora? Ci vorranno pochi istanti. Ok
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta