Si comincia, ma non proprio. Perché le uscite di questa settimana non sono ancora davvero quelle natalizie: bisognerà aspettare la prossima - con il cinepanettone rituale e il film di Aldo, Giovanni e Giacomo - e soprattutto quella dopo ancora, con lo Hobbit, il film di Fincher e quello di Salvatores, quello della Disney e, agli antipodi, quello di Ken Loach. Però, però... volete che il film di Woody Allen, magari in meno sale delle oltre 400 previste per l'uscita, non tiri fino alle feste? Un suo pubblico - a priori - Allen ce l'ha, si sa, e se parte bene può arrivare a destinazione. Idem può dirsi per Scemo e +scemo 2, che tra le uscite è la più popolosa, con circa 430 sale. Difficilmente invece potranno resistere alla piena gli altri: non certo i più interessanti dal punto di vista autoriale, come Mommy e The Rover, che in due non coprono 100 sale. Nè tantomeno il candidato all'Oscar 2013 L'immagine mancante, programmato in una sola sala in tutta Italia, per ora. Vale la pena di citarla: è quella del Cinema Classico, a Torino. I cinema coraggiosi vanno premiati. :)
Correva, lo scorso anno, contro La grande bellezza per l'Oscar al miglior film straniero e ora arriva nelle nostre sale: è il film documentario di Rithy Pany, che ricostruisce il genocidio di 2 milioni di cambogiani a opera del regime di Pol Pot e il ricordo del suo passato con statuine in cartapesta. Imperdibile (se vi riesce di trovarlo).
Lo scorso Festival di Cannes ha celebrato Dolan e questo suo film, riconoscendogli il Premio della Giuria ex-aequo con il film di Goddard (unendo così simbolicamente il più giovane e il più vecchio regista presenti al concorso). Noi festeggiamo ora l'arrivo di questo film, un melò pop che già sta dividendo i nostri recensori, alcuni dei quali non sono affatto concordi con il tributo offertogli dal più prestigioso festival mondiale.
David Michôd, aveva convinto con il suo precedente lavoro, Animal Kingdom, del 2010. Ora, in un momento in cui dall'Australia vengano buone cose (per quanto affatto ottimiste), ci riprova, ambientando in un futuro prossimo post-catastrofe un fanta-western che porta nell'outback australiano la violenza e la desolazione che (non) vediamo in luoghi poi non distanti - nel tempo e nello spazio - da noi.
Visioni e visioniari, illusioni e illusi, maghi e cialtroni Si apre il sipario e va di nuovo in scena la ricerca della leggerezza arguta, quella alla quale da ormai decenni si esercita Allen, come un prestigiatore che prova e riprova la sua parte all'infinito. Probabilmente vedibile, sicuramente dejà-vu, il film pare mostrare le corde nell'accoppiata attoriale Firth-Stone, non la più riuscita, da quel che si legge.
Negli USA l'ultrademenziale sequel, a vent'anni di distanza dal primo episodio, è andato benone: ma si sa, la scemenza paga. La regia poi è saldamente in mano ai fratelli Farrelly, che in quanto a scemenze sono dei campioni mondiali. Se vi divertirete quindi sappiate che siete in buona compagnia: meglio scemi che mal accompagnati.
Un classico esempio di quanto accade solo e sempre sui film italiani di piccole produzioni: utenti che si registrano solo per votare 5 stelle a film non ancora usciti. Non possiamo cancellarli o smascherarli, ma solo segnalare che la recensione di Adriano Aiello - che demolisce questo film e gli offre una sola misera stella - pare essere meno "biased" (per dirla all'inglese) di quei misteriosi utenti che hanno deciso che questo thriller è un capolavoro assoluto.
Con A.J. Cook, Brian Scott O'Connor, Sebastian Roché, Simon Quarterman, Vik Sahay
L'horror thriller che restituisce dignità e "cattiveria" alla figura del lupo mannaro, dopo le divagazioni romance fantasy stile Twilight. Qui il lupo è brutto, peloso e fa male: mica bubbole.
Protagonista di un manga, di due serie di anime e di una saga cinematografica giunta al nono episodio, Naruto arriva per la prima volta nelle sale italiane con il sesto film della serie Shippuden che lo vede ormai adolescente e scaraventato in una realtà parallela. Adatto, grazie alla ricapitolazione inziale, anche a chi non abbia dimestichezza con la saga. In sala solo dal 6 all'8 dicembre.
Sulla falsa riga di Babbo bastardo, ma con molta meno cattiveria, le avventure di un piccoletto che scambia un ladro (ma solo perché costretto, eh!) per il Babbo Natale che aspettava con ansia (e asma) e gli si pianta alle calcagna per un "tutto in una (santa) notte" molto francese e abbastanza buonista.
Con Federico Mazzoli, Paolo Lodi, Augusto Gatti, Giorgio Paltrinieri, Tancredi Veronesi
In streaming su Amazon Prime Video
Realizzato con grande sforzo collettivo e condiviso (6 compagnie teatrali, gruppi di rievocazione storica, collezionisti, associazioni pro-loco, enti pubblici, associazioni culturali e tanti volontari) un film sulla bassa padana, sulla civiltà contadina e sulla guerra.
Con Serena Autieri, Adriano Giannini, Maurizio Mattioli, Sara Putignano, Riccardo Graziosi
Nel pericolo, cavalca la tigre, recita un antico motto cinese. Qui la tigre è Veronica, interpretata da Serena Autieri, e il pericolo è quello che vive, di colpo, suo marito Giulio (Adriano Giannini) che quando scopre di essere da sempre sterile si chiede, preoccupato, di chi sia allora il figlio che ha avuto con Veronica e chi abbia pertanto cavalcato (absit inuiria verbis) la tigre al posto suo. In tempi di fecondazione assistita, quella naturale, seppur non benedetta, è sempre la migliore per far commedia.
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