61 film in 9 giorni (contando pure 4-5 cortometraggi), oltre ad una decina di film presenti che ebbi la possibilità di vedere in altre occasioni o festival: tra questi, curiosamente, il vincitore, quel vagamente contestato, duro e ruvido Mange tes morts, è stato l'unico film del Concorso che avevo già visionato in precedenza: a Cannes, alla Quinzaine des Réalisateurs.
Ecco i film che, tra tutti, ricordo con particolare passione e annovero tra i primi dieci migliori prodotti di questo festival, per me sempre entusiasmante.
Con Bruno Dumont, Alane Delhaye, Lucy Caron, Bernard Pruvost, Philippe Jore
Tag Commedia, Storia corale, Adolescenza, Mistero, Francia, Anni duemiladieci
Dumont e la televisione stupisce come scelta e come contenuto: un giallo impossibile, un film comico, una analisi sulla diversità anche fisica, oltre che sul disordine mentale, che coinvolge una intera comunità mentre un folle commette delitti atroci. Il volto dell'infanzia, quello della follia, l'ossessione dei corpi asimmetrici, dei volti devastati eppure bellissimi.
Quasi quattro ore, tempi dilatati in stile televisivo, ma cinema puro in stile Dumont.
Inserisco Her(s) ma includo, ovviamente pure Him, strettamente vincolato a questo secondo, ma a lui dipendente e anticipatore. La fine di un amore nella versione di lui e poi di lei: due aspetti differenti quando entrambi raccontano la verità: ma la vita si sbriciola e seziona a seconda di chi ce la racconta. Due interpreti (Chastain/McAvoy) meravigliosi per la storia d'amore definitiva in cui i particolari si percepiscono poco per volta come in un puzzle in via di completamento.
Con Viggo Mortensen, Ghita Nørby, Viilbjork Agger Malling, Adriàn Fondari
Un militare in missione in Patagonia si dirige in cerca della figlia quindicenne scappata per una infatuazione con un giovane soldato. Sul cammino desolazione, una natura potente, affascinante ma letale, e morti misteriose. Una ricerca impossibile che si conclude col ritrovamento di alcuni oggetti in grado di collegare due dimensioni, due epoche storiche differenti, e forse due persone separate da una dimensione temporale incolmabile. Affascinante ricerca di se stessi, oltre che dei propri cari. Viggo Mortensen sempre più distante dai blockbuster che lo hanno reso divo.
Con Jason Clarke, Diane Kruger, Wes Bentley, Brit Marling, Jamie Harrold, Lola Cook
L'infanzia di Abraham Lincoln tra i boschi tenebrosi e foschi a lottare per sopravvivere ad una vita di stenti e fatiche, ma nel rispetto della regola e della condotta. Un percorso formativo duro, tra lutti e sofferenze, ma anche favorito dall'incontro con persone sincere e moralmente ineccepibili: un padre duro e spigoloso ma giusto e retto; una matrigna che diviene l'angelo del focolare e la dea della bontà. Ritmi lenti e riflessivi alla Malick, maestro e mentore del neo-regista.
Una valanga scientemente provocata per evitarne altre, mette in pericolo la vita di una famiglia svedese bella e realizzata, in vacanza nelle Alpi francesi. Terrore cieco ma nessuna vittima: ma perché il padre è fuggito lasciando moglie e bambini in balia degli eventi? La rielaborazione dell'evento genera una crisi che diventa universale ed in grado di compromettere l'unione più solida. Dalla Svezia il nuovo Bergman?
L'allievo talentuoso potrebbe superare il maestro, un sadico solitario genio della musica che nasconde diverse vittime lungo il suo percorso di insegnante. Sadismo docente contro tenacia virtuosa di una stella nascente che non vuole arrendersi, nemmeno quando tutto sembra essere compromesso. Dal Sundance alla Quinzaine fino a Torino, il film che ha generato ovazioni e consensi ovunque. J. K. Simmons giganteggia ed impressiona. A Cannes per la sua prova fu idolatrato.
Con Alex Brendemühl, Bárbara Lennie, Lola Dueñas, Lorenzo Balducci, Francesc Garrido
Il film più controverso e scult di tutto il festival, peraltro oggetto di giudizi che più contrastanti non si può. Il regno traballante di Amedeo di Savoia, Re dai principi illuminati e dalle buone intenzioni, ma disconosciuto ed inviso a tutti, e segregato in una fortezza dove finisce per crogiolarsi in un ozio ed in una attesa estenuante, distratto qua e là da una corte che cerca di allietarlo in tutti (ma proprio tutti) i modi. Lorenzo Balducci interpreta anima e soprattutto corpo l'origine del mondo e predispone maliziosamente la frutta per il suo padrone nella scena più hot di tutta la rassegna. Immagini patinate, riproduzione di scene che ricordano la pittura iperrealista, formalità che si arricchisce di una grande ironia che a mio avviso rendono il film unico e a suo modo geniale.
Il vincitore morale e fin troppo annunciato. L'elaborazione impossibile di un lutto che non si riesce ad accettare; l'accusa di vigliaccheria che allontana il giovane incredulo testimone di una rissa che sfocia nellì'omicidio, dai suoi amici bikers.
Le parole non servono per riprendere a vivere e reagire ad un dramma che non si riesce ad accettare, nemmeno con l'aiuto della famiglia del defunto. Immagini, suoni, azioni e volteggi di giovani incurvati sulle loro mini bikes con cui compiono acrobazie notevoli, sostituendo con l'azione le parole, mai come in questo caso inutili od insufficienti. Un pò Van Sant, un pò Andrea Arnold di Red Road nel tentativo di indagare sulle immagini rubate alla realta. Un film che tuttavia possiede un suo stile ed una sua dignità, una forza ed una potenza che andavano tenute in considerazione da parte della giuria.
Un'opera complessa, organizzata dall'autore con la consueta recitazione formale barocca e molto impostata da parte dei suoi validi attori, tra cui spicca per bravura e notorietà Fabrizio Rongione, interprete di fiducia dei Dardenne, che trova modo di distinguersi per sofferta partecipazione e nello stesso tempo per l'atonia ed il distacco che egli riesce a disegnare sul volto del proprio personaggio tormentato. Due viaggi, quello dell'architetto, ma pure quello di sua moglie, entrambi accompagnati dai due ragazzi che formano una coppia incontrata per caso sul lago; due percorsi distinti alla ricerca della Sapienza, che per Green ha molte accezioni: è innanzi tutto la consapevolezza del raggiungimento della perfezione, della bellezza assoluta che non deve venire piegata dalle ragioni del profitto, come avveniva nei capolavori che il passato ancora oggi ci testimonia; ma è pure il complesso universitario romano dalle architetture meravigliose ed armoniose che volgono al cielo, come Green ci dimostra mettendole a nudo con riprese meticolose e suggestive, accompagnate dalla musica consueta ed ammaliante di Monteverdi. Un film austero che sa emozionare.
Un esperimento questo N-Capace, folle e delicato nello stesso tempo, schietto quasi scurrile, onirico con quel letto sfatto sempre presente ovunque, con quelle prove d'intervista che finiscono per diventare il vero corso narrativo del film; con la regista ed interprete che incalza i suoi intervistati, li provoca e li fa risultare più veri del vero, involontariamente poetici nella crudezza e nel realismo delle storie di vita anche drammatiche, a volte comiche o tragicomiche, che si portano dietro.
Tra saggezza, incomprensione, discriminazione, ignoranza e senso pratico della vita, inquadrature potenti e sinbolismi anche inquietanti, scene cult come quelle col letto o la vasca da bagno piena di biscotti ove annega la protagonista/regista, un bel film italiano che ha rialzato le sorti di un concorso torinese, di fatto un po' sottotono rispetto alle altre categorie o alle passate edizioni.
Eh, sarebbero stati ben 62 senza la famosa cena sarda!
:D
Colpo al cuore vedendo includere "Hers" che rimpiango ancora, e sempre di più, di non essere riuscito a vedere.
:(
siete cinefili competenti ed appassionati (estendo la considerazione a tutti i ben noti presenti al TFF) e.... Fabio/Alan Smithee è il vostro-nostro superman. Io prendo nota e vi saluto tutti quanti
La cena ci voleva proprio eheh...Eleonor Rigby esce tra poco in Francia..magari con l'eco pure da noi...speriamo in versione doppi...per carit. Grazie Labbro! Un saluto caro a te e a presto!!
Mi piace quel P'tit Quinquin al primo posto.....devo dire che dei film visti alla fine è quello che mi ha più colpito (e l'unico di cui finora ho fatto la recensione), mentre come ben sai a livello di pura emozione Nessuno Siamo Perfetti è stata sicuramente la cosa migliore dei miei tre giorni di TFF.
Bravo come sempre
Non ci sono nick associati al tuo profilo Facebook, ma c'è un nick con lo stesso indirizzo email: abbiamo mandato un memo con i dati per fare login. Puoi collegare il tuo nick FilmTv.it col profilo Facebook dalla tua home page personale.
Non ci sono nick associati al tuo profilo Facebook? Vuoi registrarti ora? Ci vorranno pochi istanti. Ok
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Eh, sarebbero stati ben 62 senza la famosa cena sarda!
:D
Colpo al cuore vedendo includere "Hers" che rimpiango ancora, e sempre di più, di non essere riuscito a vedere.
:(
siete cinefili competenti ed appassionati (estendo la considerazione a tutti i ben noti presenti al TFF) e.... Fabio/Alan Smithee è il vostro-nostro superman. Io prendo nota e vi saluto tutti quanti
La cena ci voleva proprio eheh...Eleonor Rigby esce tra poco in Francia..magari con l'eco pure da noi...speriamo in versione doppi...per carit. Grazie Labbro! Un saluto caro a te e a presto!!
Esce il "Them" a febbraio :( ... sempre se non cambiano idea (ovvero spostarlo in avanti, non presentare la versione doppia).
Mi piace quel P'tit Quinquin al primo posto.....devo dire che dei film visti alla fine è quello che mi ha più colpito (e l'unico di cui finora ho fatto la recensione), mentre come ben sai a livello di pura emozione Nessuno Siamo Perfetti è stata sicuramente la cosa migliore dei miei tre giorni di TFF.
Bravo come sempre
Commenta