Potrebbe essere una settimana "di coccio" tra le due "di ferro", la scorsa e quella futura, segnate dalle uscite di titoli da grandi incassi (Interstallar e Andiamo a quel paese da una parte, Hunger Games 3 dall'altra). Eppure c'è chi ci prova: è la commedia con De Sica e Rocco Papaleo, La scuola più bella del mondo, che esce in più di 500 sale e tenta la scalata: sulla carta il copione - giocato tutto sull'ennesima contrapposizione tra nord e sud - sembra un po' scontato, ma "la gente siamo un po' come bambini": ci piace sentirci raccontarci la stessa storia dalle stesse facce, si sa.
Anche il copione di Il mio amico Nanuk è stranoto: quanti film abbiamo già visto in cui un bambino lotta per salvare il suo amico animale selvatico? Eppure anche qui le copie non sono poche: 300. E il fascino dell'orsetto bianco qui protagonista (che manco a farlo apposta da noi arriva al traino della triste storia dell'orsa Daniza) attirerà molte famiglie, ne siamo sicuri. Da qui i poi i numeri sono tutti bassi: Lo sciacallo ha 200 copie, 150 Il clown e via a scendere. Inutile segnalare che i film che appaiono più interessanti - l'ultimo dei Dardenne, l'indie Frank - hanno una distribuzione da caccia al tesoro. Anche questa è una storia che vi abbiamo raccontato tante volte. Non fatecela ripetere: è nota.
Le notizie ai tempi del colera. O meglio della peste: quella speciale peste che ci tocca da vicino e che sono i media odierni, new o old che siano. Il film di Dan Gillroy (già regista di The Bourne Legacy) con Jake Gyllenhall pesca da Mann e Cronenberg per confezionare un thriller pensante che riflette sulla realtà e sulla sua rappresentazione.
Per ora solo in Lazio, Liguria e Lombardia (ma da settimana prossima l'uscita dovrebbe essere nazionale), il nuovo film dei Dardenne, con la Cotillard protagonista, arriva dal Concorso dello scorso Festival di Cannes per raccontare una storia che vi farà riflettere sul senso della parola solidarietà.
Marco Risi, quello di Mery per sempre e Ragazzi fuori (ma anche dello scult anni '80 Vado a vivere da solo, con Jerry Calà) mette in scena un film corale raccontando le storie di sei attori, chi più chi meno gratificato dalla propria professione, tutti con qualcosa che non va come dovrebbe. Un'opera decisamente al maschile, pure con alcuni tratti vagamente maschilisti (contestati al Festival di Roma, dove il film è stato presentato). Ma lo spogliatoio, si sa, è lo spogliatoio...
Pennone, napoletano doc, sceglie tre storie non convenzionali per raccontarci di un luogo che convenzionale non lo è mai stato: il Vesuvio, che oggi vive quasi all'interno di una rimozione collettiva, ma che è sempre pronto a tornare in vita. E svegliarci.
Un film italiano che si inserisce nel filone noir (che sembra rifiorire da noi) e che racconta, in un'ambientazione posta sul confine italo-sloveno, una storia di malavita e di mal di vivere, di immigrazione, di orsi pericolosi e rese dei conti. Con Kusturica nel ruolo di un truce villain zingaro.
La commedia che non vi aspettavate è questo strano oggetto filmico che, come recita la recensione di John Merrick, è "qualcosa di indefinibile, un'atto d'amore verso la musica, una storia di perdenti, di malattia mentale, profondamente toccante". Nel cast spicca la presenza di Michael Fassbender nel ruolo del protagonista, surrealmente mascherato.
Nel filone animali-amici-dei-bambini, semplicemente immortale, ecco ora che si aggiunge un capitolo inedito, quello sull'ors(ett)o polare. Un'ottima occasione per portarci anche nell'Artide, in scenari candidi e minacciati, ma pur sempre favolosi e avventurosi.
Con Claudio De Davide, Christian Iansante, Sara Ricci, Maximiliano Hernando Bruno
Il leone del titolo, lo si dica subito, è quello di San Marco, simbolo di Venezia e del Veneto tutto. Perché in questo film storico (che strizza l'occhio all'attualità e allo scissionismo) si ripercorre, con sguardo revisionista, le vicende che portarono all'annessione della grande regione del Nord Est all'Italia. Il regista si augura che la cosa non venga cavalcata politicamente, ma pare un bluff.
Dicono che l'abito non fa il monaco. Però a quanto pare fa il clown, e la cosa non fa ridere, in tutti i sensi. Prodotto da Eli Roth, il film di Jon Watts (regista televisivo al suo debutto cinematografico) e con Peter Stormare non è, a tutti gli effetti, un film cui portare i propri bambini.
Le commedie italiane nazional-popolari si susseguono senza sosta in questi giorni. Ora è il turno di questa - firmata da Luca Miniero - con Rocco Papaleo e Christian De Sica, che per la prima volta è fuori dal giro dei cinepanettoni e che qui interpreta un preside di una scuola media in toscana, alle prese con un nuovo confronto Nord-sud, questa volta generato da un gigantesco equivoco.
Film documento sul gruppo pop-rock italiano dei Modà, protagonisti delle clssifiche negli ultimi anni. La più parte del materiale proviene dal concerto tenuto il 19 luglio a Milano (e già mandato in onda su Canale5) a cui si aggiungono ora scende del backstage.
Il titolo dice molto: perché la commedia di Fred Schepisi racconta proprio della contesa tra due insegnanti - uno di letteratura, l'altra di arti visive - che combattono su cosa sia più importante, le parole o le immagini. Pellicola sicuramente alimentare per i due interpreti principali: Clive Owen e Juliette Binoche.
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