Filmografia: 36 titoli, riporta imdb. Il primo ruolo accreditato è nel terzo film, il notevole e sottovalutato “La sicurezza degli oggetti”. Scorrendo la lista, ci si accorge come Kristen Stewart sia un’attrice spesso in viaggio, nello spazio e nel tempo. Dal 6 novembre ci accompagnerà a quasi 2000 m s.l.m., sulle splendide alpi elvetiche dell’Engadina (“Sils Maria”, dal nome di una delle frazioni del comune di Sils im Engadin, in cui si trova l’abitazione di F. Nietzsche), successivamente a 0 m, nella struttura detentiva di Guantanamo (“Camp X-Ray”, uscito in appena 3 copie a New York). E da trailer e recensioni, entrambi i film promettono molto bene. Oltre a “Still Alice” al fianco di Julianne Moore (presentato all’ultimo Festival di Roma), “Anesthesia” e “Equals”. Ecco le migliori interpretazioni dell’attrice indie dall’introversione magnetica, emblema di un cinema non omologato.
Primo successo commerciale (e film che me la fece conoscere, oltre 12 anni fa) nel ruolo della figlia di Jodie Foster. E dietro la macchina da presa uno dei miei registi preferiti in assoluto, David Fincher. Diversamente da molti, ritengo la pellicola un entertainment di eccellente fattura, che, come effetto non troppo collaterale, fa rivalutare gli appartamenti di piccole dimensioni…
Con Kristen Stewart, Michael Angarano, Robert John Burke, Hallee Hirsh, Eric Lively
Un college-movie che si discosta dai canoni del genere, un racconto di formazione che “parla” di incomunicabilità, di emancipazione e di seconde chance. Intensa interpretazione dell’attrice allora tredicenne, che tratteggia i confini di un dolore interiore insopportabile di cui ne intravvediamo soltanto l’ombra.
Tracy Tatro, una delle tante anime incontrate nella natura selvaggia da Christopher McCandless. E, come con le altre, è solo uno sfiorarsi. Appare sullo schermo per pochi minuti ma è un coup de foudre. La sua “Angel from Montgomery”, solo voce e chitarra, non si dimentica facilmente… Capolavoro di Sean Penn.
Un altro viaggio, questa volta nel tempo. La ritroviamo negli anni ‘80 nei panni di Em, adolescente impacciata e sognatrice, come tanti. Il parco divertimenti è solo un “paese dei balocchi”, in cui gli stessi giochi sono truccati; un “limbo” altalenante come le montagne russe fra due fasi della vita, una stagione (quella estiva) che inizia con dei sogni (anche dell’America di Reagan) e che termina con delle (mezze) certezze, spesso non preventivate. Una pellicola che, con grazia e leggerezza, parla di aspettative e delusioni, di amore e amicizia, di famiglie allargate e religione. Divertimento assicurato e ottima colonna sonora (D. Bowie, The Cure, Velvet Underground, The Rolling Stones, INXS e Lou Reed): “Ti ho fatto una cassetta: le mie canzoni tristi preferite. Sono davvero deprimenti, sull’orlo della disperazione”.
Sulla strada (o negli strip club) vi era già nel 2010 in questo toccante film firmato Jake Scott, ambientato in quel suggestivo set che risponde al nome di New Orleans. Tris di attori strepitosi, che in versione originale rendono il 110%: accanto a Kristen e nella vita di Mallory, fanno capolino Melissa Leo e James Gandolfini. Una terapia triangolare incrociata. Mai scontato, finale incluso. Come spesso nella sua filmografia, un’opera molto ancorata al paesaggio (questa volta urbano). Da recuperare assolutamente.
Kristen Loves Rock ‘n’ Roll. Altra opera invisibile nella quale veste i panni anni ’70 di Joan Jett. Anche grazie alla supervisione della vera cantautrice, qui produttrice, ha tratteggiato una personalità complessa e temporalmente lontana da lei con grande credibilità, grinta e sensibilità, interpretando anche diversi brani.
Il film non è un memorabile ma, come per la trasposizione del romanzo di Kerouac firmata Walter Salles, lei è fra gli ingredienti (decisamente) positivi.
Con William Hurt, Eddie Redmayne, Veronica Russell, Eric F. Adams, Kristen Stewart
Louisiana, post Katrina. Tre anime, una sola auto. Chi è di passaggio (W. Hurt), chi viene da ovest (E. Redmayne), chi è nato lì (K. Stewart). Ed il fiume-confine. Un film dalla messa in scena abbastanza canonica ma densamente sfaccettato nei volti, negli ambienti, nei rapporti, nell’introspezione. Resterei per ore ad osservare gli intensi scambi, di parole e di sguardi, fra Hurt o Redmayne e Kristen; che, sottoscrivendo le parole del compianto Roger Ebert nella recensione di questa pellicola, “is, quite simply, a wonderful actress. […] She shows a sure hand and an intrinsic power”. Indie movie sulle cui orme posso segnalare altri tre titoli interessanti, “Cake Eaters”, “Undertow” e “Gioventù violata”.
Per chiudere, un contenuto extra, musicale ma, nei volti, anche cinematografico…
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