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Nel bene, o nel male, l'inizio della moderna invasione di supereoi al cinema. Il due non è male, anche perché l'hanno girato due volte con due registi diversi, ma il crollo ionmizia col terzo, mentre col quarto si schianta l'intero franchise.

Caposaldo batmaniano degli anni'90, con ottimo sequel del 1992. Finché c'era Tim Burton alla regia sono garatite l'alta qualità e le buone storie, poi gli subentrò Joel Schumacher che, in due film, riportò Batman alle atmosfere giocose, sin troppo, dei telefilm degli anni'60, decretando la fine della prima cine-batmania.

Forse ambientare il clou della trama tutto in un laboratorio sotterraneo fu un azzardo, però l'edizione italiana del film pilota della serie tv "L'INCREDIBILE HULK", da noi, aveva un taglio molto diverso da quello originale. Infatti, venne tagliato di alcune scene per aggiungerci un episodio mai trasmesso in tv, "747", dove l'Hulk di Bill Bixby e Lou Ferrigno "pilota" un Jet dirottato. Insomma, l'Hulk adorato da chi non ama la versione ufficiale a fumetti Marvel, o non ha proprio voglia di sfogliarli, inizia da qui!

Trashissimo, ma fa ridere a crepapelle, fra involontarie citazioni dai film di Woody Allen, misteriosi criminali obesi che ipnotizzano la gente (protagonista compreso), poliziotti che sembrano parodie del tenente Colombo e un Peter Parker che sembra il figlio di Roger Moore, l'allora agente 007 in carica. Il divertente pilot film della serie tv "THE AMAZING SPIDER-MAN" è del tutto diverso dagli episodi successivi, solo l'attore che impersona Spider-man, anzi, l'Uomo Ragno, Nicholas Hammond, rimane sempre lo stesso. Ottime le musiche di Johnnie Spence, anche se la trama non prevede né la morte dello zio, né la tiritera sui poteri e le responsabilità. Effetti speciali brutti e fiacchi, però il costume è accettabile per quei tempi (ci sarà tempo per imbruttirlo molto di più nei successivi 12 episodi).  Ispirato al Peter Parker universitario disegnato da John Romita Senior e alle prime strisce a fumetti sindacate di Stan Lee, che iniziarono ad uscire nei giornali statunitensi, proprio nel 1977. 

La bionda Cathy Lee Crosby porta in tv la Wonder Woman senza poteri dei fumetti DC d'inizio anni'70, tutta acrobazie e colpi di karate, ma fallisce. Sarà anche perché lei è un'attrice bionda e non castana ed il suo costume è diverso da quello conosciuto. Il film tv, però, rimane, un discreto spy movie, con alcune scene assurde, come quella dove Wonder Woman fa coppia con un asinello che porta in groppa due bisacce rigonfie di dollari, che l'elegante cattivo Ricardo Montalban vuole tutte per sé.

La Wonder Woman di Lynda Carter che ha fatto sognare milioni di telespettatori fra gli anni'70 e anni'80, inizia da questo film tv, ambientato durante la Seconda Guerra Mondiale. Il cast è degno di nota (adddirittura Kenneth Mars e Cloris Leachman dai film di Mel Brooks e Stella Stevens da "LE FOLLI NOTTI DEL DOTTOR JERRYL", con Jerry Lewis), la trama è deliziosamente camp e Lynda  Carter è già uno splendore con il suo succinto "costumino da bagno" a stelle e strisce, anche se deve salvare continuamente la vita al mancato Batman Lyle Waggoner, nel ruolo dell'eroico maggiore dell'aviazione Bobby Solo...Ahem...Steve Trevor!

C'erano anche loro due, con i loro più pittoreschi nemici. Peccato che Catwoman qui non fosse interpretata da Julie Newmar, come nella serie tv.

Altro che "Ralph-Super-Maxi-Eroe", che era pure troppo serio come parodia di Superman, prima c'erano questi tre bontemponi made in Italy (e non solo) a farci ridere a crepapelle, con scazzottate infinate e acrobatiche risate. Non tutti i film si possono dire riusciti, ma c'erano pure loro.

Nell'era delle "prove tecniche di cine-trasmissione Marvel", 1988-98, c'è anche questo film su Capitan America, che è non solo diretto da un regista di discutibili b-movie come Albert Pyun, ma è anche girato in Jugoslasvia (spacciata per Italia), per ragioni di budget. Imbarazzanti certe scene, specie quelle della ricerca delle origini del Teschio Rosso, dove Capitan America e la sua bionda amica Sharon sembrano i nostri Totò e Peppino de Filippo che incontrano un vigile davanti al duomo di Milano, per chiedere delle informazioni (Nojo vulevam savaur l'indiriss...ya?).  E con un Teschio Rosso fascista, anziché nazista, la figlia del cattivo non poteva che essere la nostra Francesca Neri (meglio lei che Asia Argento!). Il costume originale e super-strappato è da cosplayer che ha fatto a botte con alcuni compagni in una parata di carnevale (le alucce in rilievo del cappuccio sono davvero brutte), ma lo scudo utilizzato va bene. Trashissimo, anche se il protagonista Matt Salinger ha la voce di Romano Malaspina (quello di Goldrake), adeguata ai militari come Steve Rogers. Ancora oggi mi chiedo cosa ci facciano Ronny Cox e Ned Beatty nel cast.

Una delle rare volte che budget basso significa film decente. Dolph Lundgren qui è figlio di "RAMBO" e nipote de "IL GIUSTIZIERE DELLA NOTTE", ma la trama del Punitore che combatte gli assassini della yakuza, che rapiscono i bambini dei boss mafiosi della città, funziona bene. Lundgren è una macchina ammazza-cattivi, che ha una visione distorta della giustizia e della punizione perfettamente cucita addosso, e Jeroen Krabbe ("AGENTE 007 - ZONA PERICOLO") è un mafioso coi fiocchi. Affascinante la donna boss giapponese  Kim Miyiori, bravo, come al solito, Louis Gossett Junior (l'ex-sergente di "UFFICIALE E GENTILUOMO") nel ruolo del poliziotto-amico.  Letale la "figlia" muta della Miyori, esperta in pugnali, catene e karate, riesce a mettere fuori gioco per ben due volte il Punitore e per poco non lo fa fuori alla terza. Simpatico anche l'informatore impersonato dall'attore australiano Barry Otto, che recita male brani di Shakesperare nei bar per scroccare la sua bella bottiglia di whisky quotidiana, ricorda il nostro Giancarlo Giannini. La traduzione italiana del titolo e quindi dell'anti-eroe è errata, poiché c'è differenza fra vendetta e punizione.

Film prodotto da Roger Corman e mai arrivato nei cinema, paragonabile ai telefilm di Batman del 1966. Gli effetti speciali sono poveri, il cast è composto da attori semi-sconosciuti, ma c'è un'ottima Cosa arancione, che potrebbe anche annichilire quella del 2005/2007 di Michael Chicklis. Se questo film fosse stato girato negli anni'60 avrebbe fatto furore, perché le trame di Stan Lee e jack Kirby sono abbastanza rispettate, come i costumi del quartetto. Il dottor Destino che gesticola come un cattivo giapponese è molto simpatico, ci ripaga dai pessimi effetti speciali della Torcia Umana.  Sembra uno sketch (lungo) di un varietà comico americano, o di un cartone animato con attori.

Prima degli X-men di Bryan Singer c'era questo film per la tv, ma avere nel cast una Regina Bianca super-sexy non è bastato a decretarne il flop.

Stufi dell'attuale versione politicamente corretta (leggi afro-americana e alla Shaft 2000) di Samuel L. Jackson, che imperversa al cinema e in tv, oltre che nei fumetti, sia Ultimate che regolari della Marvel? Allora gustatevi  questo film tv con David Hasselhoff del 1998, è l'unico che racconti le avventure dell'originale colonnello Nicholas Joseph Fury, agente dello S.H.I.E.L.D, quello che fuma i sigari in continuazione, che ha sempre la battuta pronta, il mitragliatore in mano (o la super-pistola) e la divisa da battaglia strappata.  Non badate al finale aperto, anche questo è stato un esperimento a basso costo della Marvel che non ha avuto un seguito, benché liberamente tratto dalla miniserie "NICK FURY CONTRO LO S.H.I.E.L.D.".