Seguiamo con curiosità l'andamento di queste due liste che compaiono puntualmente sul sito a nostra firma: una il giovedì (come questa) con i film in uscita, ordinati secondo il punteggio già ricevuto sul sito da chi li ha visti in anteprima. L'altra il lunedì con gli stessi film (o alcuni di essi) ma ordinati secondo gli incassi al botteghino nel weekend trascorso.
Da parecchio tempo quei due ordini non coincidono: anzi spesso sono inversi.
È chiaro che qui su FilmTv si annidano i "corksniffers": quelli che annusano i tappi, scrutando con l'olfatto essenze ignote ai più. Come lo traduciamo? Intenditori vi potrebbe andare bene?
Questa settimana la lista potrebbe per un caso essere un pochino, un pochino più coincidente. Non uguale, sia chiaro. Giusto non così diabolicamente opposta. Questo grazie a Lucy di Besson, che sicuramente mira a piazzarsi bene (il cinema di Besson è furbo, ed è un suo pregio), ma che ha anche un ottimo voto, grazie a un suo lato più fanta-filosofico ben amalgamato con l'intrattenimento. Magari fosse anche grazie al Pasolini di Abel Ferrara: piacerebbe saperlo almeno nei primi dieci, non fosse che per il rispetto e il tributo a PPP, ma è una previsione sciocca. Esce solo in 80 copie. Quasi la metà di Pongo il cane milionario (140) e meno della metà delle 200 di L'incredibile storia di Winter il delfino 2 (che incredibile storia).
Un giorno nella vita di Pierpaolo Pasolini. L'ultimo. Abel Ferrara si misura con la vita dell'intellettuale, regista e scrittore italiano. Affida il ruolo a Willem Defoe, coopta Ninetto Davoli e Scamarcio (nel ruolo di Ninetto Davoli di allora). E sembra muoversi in punta di piedi, vicino ai fatti ma lontano dall'offrire una comprensione sul ruolo e l'importanza di una delle figure critiche centrali nella Italia del dopoguerra.
Con Jean-Pierre Léaud, Albert Rémy, Claire Maurier
Nessuna presentazione per un capolavoro del cinema. Solo l'informazione che esce in versione restaurata, di nuovo sui grandi schermi, a 55 anni da quando apparve una delle opere prime più (meritevolmente) fortunate di sempre.
Torna Besson con una eroina delle sue. Che questa volta è Lei, Scarlett Johansson. Chi conosce Besson sa cosa aspettarsi, ma non sa che tutti stanno promuovendo questo film che, oltre a servirci una consueta e ben congegnata dose di intrattenimento, dialoga con temi quanto meno interessanti,
"Fino a che punto vogliamo arrivare?" Se lo chiedono i due protagonisti di Bastardi in divisa, che potrebbe anche chiamarsi Poliziotti per caso, visto che i due - che finiscono per esssere interpreti di un classico buddy-buddy con i due agenti simili ma diversi -non sono poliziotti. Si sono semplicemente mascherati a festa.
L'idea non è originale, diciamo che è cooptata (da Life in a Day, cui il titolo rende doveroso omaggio): comporre un film con materiale girato dalla gente (stavamo per dire dagli utenti) in un solo giorno e offerto a Salvatores perchè lo selezionasse e montasse a raccontare l'Italia, qui e ora. Non è quindi un documentraio, ma una scelta, che il più delle volte assomiglia a un desiderio.
Con Sergio Castellitto, Rocco Papaleo, Valeria Bruni Tedeschi, Jacopo Cullin, Ivan Franek
I destini della coppia Ciprì e Maresco si sono decisamente separati, da tempo. E mntre Maresco ha presentato il suo Belluscone a Venezia, senza nemmeno presenziare per conclamata depressione, Ciprì punta a presenziare al botteghino con determinazione, puntando su una commedia farsesca e con interpreti di successo (Papaleo più ancora che Castellitto sembra un Re Mida negli ultimi anni).
Miglior film alla sezione Certain Regard e premio Camerà d'Or, Party Girl - che racconta di un'anziana entreineuse cui la vita regala un sorpredente finale - è stato apprezzato assai a Cannes e pompato a disimisura in Francia. Non ha goduto però dei favori di chi lo ha sinora visto e ritenuto sopravvalutato: un giudizio da moderare?
Elegante, lussuoso, perfino snob. È la traduzione di Posh, sinonimo di esclusività e di potere che deriva dal denaro. O dalla nobiltà: quella che non obbliga i giovani studenti dell'esclusivo club più potente e inarrivabile - protagonisti del film britannico di Lone Sherfig - a comportarsi bene. Dovrebbe essere il Gruppo Bildenberg, è una cosa a metà tra un film per teenagers e la versione drammatica e ribaltata di Animal House. Con tutto il rispetto per gli animali.
L'avventura continua. Proprio nei giorni in cui il Vaticano ha condannato la versione sacrilega della Barbie (ma poi si è capito che era una provocazione), ecco quella consacrata, almeno per il mondo di un'intrattenimento per l'infanzia che prfuma di dollari.
C'è attenzione da parte degli esercenti nei confronti di questo film per famiglie spagnolo che ha per protagonista l'attore principale del premiato The Artist. O forse non è lui, ma gli assomiglia davvero, in versione coloratissima, come a una commedia si conviene.
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