Parecchio cinema italiano caratterizza le uscite di questa settimana: quattro titoli sui nove in arrivo. Si parte, naturalmente, da Anime nere, che a Venezia ha convinto anche senza vincere, e si finisce con Pupi Avati e il suo ultimo lavoro.
E anche se al botteghino la parte del leone (non dorato) la farà il remake di Tartarughe Ninja, molto tra(n)sformista e rutilante, il film che ci chiama - oltre ai citati - è il biopic su Jimi: non un'agiografia, ma il ritratto di un uomo e di un musicista. Non fosse altro che per quanto i suoi muggiti chitarristici ci hanno fulminato le orecchie e il cuore, nonostante le sole 40 sale che gli sono state dedicate, noi ci saremo.
È stato uno dei tre film italiani in concorso a Venezia e anche se non ha avuto riconoscimenti ha incontrato molti favori. Il film di Francesco Munzi, scritto in forma di tragedia e girato nella Calabria dove nessuno osa girare affrontando temi di questo genere, racconta di tre fratelli che si riuniscono nella loro terra, per confrontarsi con il loro passato e i legami pericolosi che esso cela. Non un film di denuncia, lontano dalla mitologia del genere e dall'iconografia abituale sulla criminalità organizzata; semmai un quadro, un ritratto antropologico: sicuramente da vedere.
La nascita degli Experience, il periodo londinese - proprio prima che esplodesse il mito: il biopic su James Marshall Hendrix, inimitata icona e vetta del chitarrismo rock, si concentra su un breve lasso temporale e sul momento che precede la folgorazione. Disconosciuto dalla famiglia che detiene i diritti dei suoi brani (e infatti la colonna sonora è priva delle sue hit) sarà speriamo riconosciuto dai milioni di fan nel mondo che celebrano ancora il genio di un uomo che ha saputo scrivere una pagina fondamentale della storia della musica. E non solo di quella rock.
Volando, volando, volando l'ape Maja è arrivata anche lei sul grande schermo: il contraltare perfetto alle Tartarughe Ninja. Anche qui ovviamente c'è un'avventura, ma il film d'animazione australiano è pieno natura, amicizia, colori pieni e saturi e molta luce. La distribuzione scommette su un buon risultato tra i più piccoli e prenota 360 sale.
Sole 11 copie su tutto il territorio nazionale costringeranno alla al caccia al tesoro chi volesse vedere il film di Vittorio Moroni, che nei suoi prcedenti lavori non ha mai deluso, e che come In Le ferie di Licu torna a racconatre le vicende dei "quasi italiani": in questo caso Kiko, una seconda generazione, metà filippino e metà italiano, che vive la sua personale formazione in Friuli, faticando a trovare il proprio posto nell'Universo.
Con Stefano Accorsi, Sergio Rubini, Tommaso Ragno, Maria Rosaria Russo, Iaia Forte
Il classico dilemma del doppio genere: i toni sono spesso da commedia, il tema è senz'altro più drammatico. Lontano anni luce da Anime nere (vedi sopra) parla di terre sottratte alla mafia, di famiglie in lotta, di riconersione e di connivenza. Il coté comico può parere debole e fuorviante, parte delle derive della sceneggiatura anche, ma resta l'intento valido di parlare - anche a chi cerca il divertimento e il folklore - del male nazionale.
Tratto dai romanzi di Lawrence Block su Matthew Scudder, detective senza licenza in lotta anche con la propria dedizione all'alcool, il film di Scott Frank (Sguardo nel vuoto, Io e Marley) è un noir che si ispira all' hard boiled, restando solidamente nei binari del genere.
Le storie per quella fetta di pubblico definito young adults (o forse young not yet adults?) filrtano con il dramma e la tragedia. Amore e morte, si dirà: nulla di nuovo. In questo caso però è piuttosto amore o morte, visto che la protagonista, una giovane musicista talentuosa, interpretata da Chloë Grace Moretz che va facendosi grande, è chiamata a scegliere tra le due, osservando se stessa in coma.
C'è lo zampino di Michael Bay, qui nelle vesti di produttore, nell'idea di riportare sul grande schermo la serie a fumetti ideata negli '80 e dedicata alle tartarughe mutanti e combattenti. Il reboot del film del 1990 negli USA ha fatto un fracasso al botteghino (65 milioni di dollari nella settimana d'esordio). Qui appare in 550 sale e sicuramente anche da noi andrà in testa alla classifica.
Torna Pupi Avati (snobbato da Venezia? Che ha snobbato Venezia? Non si è capito). Il suo film presentato a Montreal, dove presidente di giuria era Castellitto, ha vinto il premio per la miglior sceneggiatura. Nel cast Scamarcio e Sharon Stone, Cristiana Capotondi, Giovanna Ralli e pure Valeria Marini, a raccontare la storia di un uomo che deve ricostruire e inventare, letteralmente, ciò che suo padre ha lasciato incompiuto.
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