La lista delle nuove uscite in sala è discretamente lunga ma con una sola vetta: a parte infatti il film di Baumbach, consigliato, e quelli di Maresco e Di Matteo (Arance e Martello, di Zoro, è ancora un'incognita) il resto è più o meno un percorso di panura. Sappiamo però di citare titoli che non saranno lunedì nelle prime posizioni al botteghino. Ci troverete invece sicuramente Expandables 3 e magari, se il marketing dà i suoi frutti e i fan accorrono in sala come sulle nostre pagine, il melodramma per teen-agers Colpa delle stelle.
Poco male: potremo consolarci in seguito. Attendendo Venezia e i suoi risultati, imminenti, e i primi rilasci che dalla laguna affioreranno presto nelle nostre sale.
Come la settimana scorsa, anche in questa il film che ha già il punteggio migliore è un film del 2012. La settimana scorsa era Mud, questa settimana è Frances Ha, il film di Baumbach con una solare Greta Gerwig.
C'è Manhattan, c'è un lussoso bianco e nero, c'è una protagonista giovane, fresca e bionda. Manca Woody ma non se ne sente la mancanza: Greta Gerwig da sola regge perfettamente il peso della pellicola, mostrandoci il ritratto di una donna finalmente fuori dalle convenzioni e degli stereotipi.
La parata di stagionate star messa in pista con umorismo da I mercenari riprende con questo terzo capitolo e accanto ai grandi nomi che ritornano - Stallone, Statham, Lundgren, Swcharzenegger, Jet Li - ecco i nuovi arrivi: Banderas, Harrison Ford, Wesley Snipes, Mel Gibson.
Un film sicuramente ripetitivo, prevedibile, gigione: eppure anche divertente e riuscito, nel suo modello pienamente consolidato.
Arriva dalla Settimana internazionale della critica del festival veneziano ancora in corso (dove chiude le proiezioni come evento fuori concorso) questa commedia di Diego Bianchi e la cosa in sé rappresenta già un minimo di garanzia. Se poi aggiungete che Diego Bianchi in arte fa Zoro, capirete subito da che parte butti questo esordio alla regia del popolare blogger-presentatore, impegnato a raccontarci nel suo modo - romanesco, popolare e disivolto - la resistenza a oltranza di un gruppo di mercatari alla chiusura forzata della loro attività.
Torna a girare Ivano De Matteo a due anni da Gli equilibristi, e torna a raccontare lo sfascio della famiglia borghese, sulla quale punta il suo sguardo per niente assolutorio e dichiaratamente pessimista.
Un film su un film che non è stato fatto. Come per le disavventure di Terry Gilliam e il suo Don Chisciotte - narrate nel documentario Lost in la Mancha - anche qui le disavventure di Maresco, che da anni lavorava a un film su Berlusconi e la Sicilia, vengono ricostruite e narrate, Solo che a farlo non è un altro: è lo stesso Maresco, che finisce per realizzare lo stesso il suo film, trasformandolo in una sorta di studio antropologico che parte dai cantanti neomelodici per arrivare a comporre un quadro farsesco eppure realissimo di ciò che è stato. Da Forza Italia ne hanno già chiesto il sequestro, poi ripensandoci. Ma questo già la dice lunga.
Tratto da un romanz(ett)o rosa di successo (li chiamano teen cancer romance e anche questo già la dice lunga), questa moderna versione di Love Story complica le cose: perché se nel modello quasi archetipico dei film "dove si piange di brutto" a essere malata era sola Jenny, qui tutti e due i giovani innamorati non sono messi molto bene. Nelle intenzioni della regia (e del marketing) deve essere un inno alla vita e all'amore: risultato centrato a giudicare dalle molte adolescenti che si stanno registrando sul sito per scriverne la loro recensione entusiasta e dargli le 5 stelle che si danno a un capolavoro. Che ovviamente non è.
Capita che l'autore del romanzo da cui un film è tratto prenda le distanze dal risultato finale. È il caso di Ric Browde, autore del romanzo comico While I'm dead... feed the dog, trasposto in commedia sgangherata dall'esordiente Tim Garrick. Tutto già molto visto: l'adolescente arrapato in cerca della sua prima esperienza, la giovinetta idealizzata, la famiglia con madre alcolista e padre assente, la sorella spogliarellista. Negli USA è uscito straight to video, senza passare dalle sale. Da noi ci si prova.
Titolo originale Postman Pat: The Movie - You Know You're the One
Regia di Mike Disa
Spinoff di una serie di animazione in stop-motion inglese nata negli anni '80 che ha per protagonista il postino Pat, amichevole postino di campagna, e il suo gatto pezzato Jess.
I colori della Puglia e i grandi successi musicali anni '80: un mix che potrebbe parere irresistibile a molti. La trama però dichiara i suoi debiti verso Mammia mia!, i numeri musicali sono talvolta stirati e le invezioni scarseggiano. Supplisce la luce della Puglia e una certa "levità commerciale" (parole di Chiara Bruno) che rendono il prodotto digeribile.
Piccole fate crescono. Le fatine di Iginio Straffi compiono dieci anni e festeggiano la loro longevità con un nuovo episodio che le vede ancora opposte alle loro nemiche di sempre, le Trix, in una vicenda venata di un superficiale ecologismo.
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