Dal punto di vista storico è il secolo che mi interessa meno di quelli tra Medioevo e Età moderna, però tre film che considero dei veri capolavori sono ambientati in questo periodo.
Probabilmente per quanto riguarda il XVI secolo cado io stessa vittima di quei pregiudizi che mi infastidiscono quando riferiti al Medioevo, perché istintivamente tendo a considerarlo un periodo di decadenza e violento e forse per questo sono portata ad apprezzare maggiormente i film caratterizzati da toni cupi ambientati nel Cinquecento, rispetto a quelli ambientati nel Medioevo. Pregiudizi o meno, si tratta comunque di un secolo che ha visto congiure e numerose morti violente anche all'interno di case regnanti e aristocratiche, forse più che in altri periodi. La Riforma protestante portò in Europa conflitti religiosi che fino ad allora non si erano visti su così larga scala, mentre in seguito alla caduta di Costantinopoli non solo si chiuse la via dei commerci attraverso il Mar Nero, dove Genova perse le sue colonie, ma nell'Europa orientale divenne sempre più pericolosa la minaccia turca.
Ho deciso di ampliare questa playlist anche all'ambito irreale, poiché a differenza della precedente non si rischia di incappare nei numerosi fantasy che hanno un'ambientazione simil-medievale.
Titolo originale Rosencrantz and Guildenstern Are Dead
Regia di Tom Stoppard
Con Tim Roth, Gary Oldman, Richard Dreyfuss
Per me è il più bel film di sempre. Tom Stoppard prende due personaggi secondari dell'Amleto e li fa diventare protagonisti di una nuova opera teatrale, qui adattata per il cinema, in cui mischia i brani dell'Amleto a quello che si può definire un "dietro le quinte" di Rosencrantz e Guildenstern, ciò che i due personaggi potrebbero aver fatto e detto, quando non appaiono nell'opera di Shakespeare, nel tempo che intercorre tra una loro apparizione e l'altra. I dialoghi sono originali e surreali, l'atmosfera a tratti onirica, divertenti e geniali le scoperte e invenzioni incomprese di Rosencrantz. Un film che diverte, ma fa anche pensare, e che non mi stancherò mai di vedere e rivedere.
Con Isabelle Adjani, Daniel Auteuil, Jean-Hugues Anglade, Virna Lisi, Asia Argento
Tratto piuttosto liberamente dal romanzo storico di Dumas, in cui lo scrittore immaginava gli avvenimenti intorno alla strage degli Ugonotti nella notte di San Bartolomeo del 1572 fino alla morte di Carlo IX avvenuta due anni dopo. Il film mostra una Parigi e una corte di Francia dipinte a tinte fosche e cupe, cui si contrappone il colore rosso del sangue. E in cui si muove una galleria di personaggi qui ancora più estremi che nell'opera di Dumas e per questo indimenticabili.
La tragica storia di Jane Grey, sedicenne regina d'Inghilterra per nove giorni, dopo la morte del cugino Edoardo VI. Il regista si concede qualche libertà solo riguardo alla storia d'amore tra Jane e Guilford, il cui rapporto matrimoniale pare non fosse proprio così idilliaco come nel film, mentre gli avvenimenti storici sono riportati fedelmente.
Con Helen Mirren, Jeremy Irons, Patrick Malahide, Toby Jones, Hugh Dancy, Barbara Flynn
Un film per la tv che in teoria non mi aspetterei possa piacermi, dal momento che presenta la figura di Elisabetta I soprattutto da un punto di vista sentimentale. Eppure l'ottimo cast e la sceneggiatura raffinata, che non scade mai nel frivolo (a differenza dei film di Kapur), rendono la visione molto gradevole.
Con Julie Delpy, William Hurt, Daniel Brühl, Anamaria Marinca, Andy Gatjen, Jeanette Hain
La storia di Erzsebet Bathory, contessa ungherese che si dice abbia ucciso centinaia di ragazze per fare una cura di bellezza col loro sangue. È difficile dire quanto ci sia di vero in ciò che la storia ci ha tramandato su di lei e quanto sia frutto di leggende e il film mette subito in chiaro che non vi sono certezze con la frase "La storia è un racconto scritto dai vincitori", facendoci capire che per gli avvenimenti che ci mostra possono esserci due chiavi di lettura.
Con Ville Virtanen, Tommi Eronen, Viktor Klimenko, Rain Tolk, Kari Ketonen
Un film originale sia per l'ambientazione che per i risvolti horror e metafisici. Il viaggio in Carelia di due fratelli finlandesi per tracciare il confine tra Svezia e Russia, in seguito alla pace di Teusina del 1595, si rivela un viaggio verso la redenzione. In genere non amo i film horror e mi ci sono volute tre visioni prima di riuscire a vedere con serenità la scena finale, però ne vale la pena.
Con Christo Jivkov, Sergio Grammatico, Sandra Ceccarelli, Giancarlo Belelli
Interessante soprattutto nel descrivere il cambiamento che stava avvenendo in quegli anni verso un nuovo modo di fare e intendere la guerra, che la renderà sempre più disumanizzante col passaggio dalle armi bianche a un uso sempre più massiccio delle armi da fuoco. Quasi commovente nel rappresentare la fine di un'epoca. Anche se la storia dei personaggi non è sviluppata altrettanto bene con una trama piuttosto farraginosa.
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