Si tratta della versione aggiornata di una mia vecchia playlist su Ingrid Bergman, attrice che tuttora reputo fra le mie preferite in assoluto, che purtroppo col passaggio al nuovo sito è sparita e non è stato più possibile recuperare. La Bergman è stata una vera “icona” cinematografica di bellezza ma allo stesso tempo di grande talento recitativo, un’attrice che è stata anche una diva, pur non desiderandolo, un’interprete di forte carisma come una Greta Garbo o una Katharine Hepburn, ma anche una donna appassionata e anticonformista pronta a buttarsi in storie d’amore rischiose come quella col regista Roberto Rossellini, che le costò per alcuni anni l’ostracismo del pubblico americano. La Bergman è stata ricompensata per ben tre volte dall’Academy che assegna gli Oscar: due volte come migliore attrice protagonista per “Angoscia” (1944) di George Cukor e “Anastasia” (1956) di Anatole Litvak, e una terza volta come migliore attrice non protagonista per “Assassinio sull’Orient Express” di Sidney Lumet, ed è noto che quando salì sul palco per ritirare il terzo Oscar polemizzò con l’Academy per la scelta di premiarla, perché secondo lei il premio apparteneva a Valentina Cortese per “Effetto notte” di François Truffaut. Che cosa rimane oggi della sua straordinaria arte recitativa? Quali sono le performance cinematografiche più memorabili dell’attrice? Senza voler essere di parte perché italiano, io credo che sia stato proprio Rossellini a scavare più a fondo nelle potenzialità dell’interprete e a consegnarle ruoli di donne tormentate ed in crisi nei film del cosiddetto Neorealismo interiore che anticipano il cinema esistenziale di Antonioni come “Stromboli”, “Europa 51” e “Viaggio in Italia”: già queste tre interpretazioni dimostrano la formidabile versatilità e ricchezza espressiva dell’attrice, a cui si dovrebbe aggiungere “La paura- Non credo più all’amore”, a lungo sottovalutato e adesso finalmente riabilitato dalla critica. Questi film andrebbero visti nella versione in inglese in cui è possibile ascoltare la voce dell’attrice, anche se io stesso li ho visti solo nella versione doppiata che circola normalmente in televisione. Tra gli altri picchi dell’attrice, personalmente metterei la figlia pentita di una spia nazista che deve vendersi al nemico nel sublime thriller melodrammatico “Notorious” di Hitchcock, la sofferta intensità della sua recitazione in “Sinfonia d’autunno” di Ingmar Bergman, e naturalmente la Ilsa Lund di “Casablanca” col suo “Play it again, Sam”, il ruolo che l’ha consegnata alla leggenda e per cui ancora oggi è ricordata dai cinefili di tutto il mondo.
Ingrid interpreta Ilsa, una donna sposata con un eroe della Resistenza ricercato dai nazisti che si trova a Casablanca e incontra di nuovo Rick, un suo vecchio amore per cui sembra rivivere una passione relegata al passato… Il ruolo di Ilsa rappresenta la tipica eroina romantica della Bergman, che nel suo periodo hollywoodiano ne interpretò molte: l’attrice è assolutamente credibile ed efficace in una parte ormai archetipica, che però non fu mai una delle sue interpretazioni preferite. Molte scene memorabili in coppia con Humphrey Bogart, fra cui i flashback parigini e il finale all’aeroporto.
Con Gary Cooper, Ingrid Bergman, Akim Tamiroff, Katina Paxinou
Come adattamento di un importante romanzo di Hemingway forse non sarà del tutto riuscito, ma offre ugualmente un bel ruolo alla Bergman, quello di Maria, un’orfana vittima della guerra civile in Spagna che si innamora di un americano che milita nell’esercito repubblicano. Prima nomination all’Oscar per l’attrice ed efficace accoppiata con il divo Gary Cooper, con cui ci fu anche una breve relazione sul
Ingrid interpreta Alicia Huberman, la figlia di una spia nazista che per conto del governo americano deve sposare il capo di un’organizzazione neonazista e sottrargli preziose informazioni. Straordinaria l’intensità della recitazione dell’attrice, qui in coppia con Cary Grant con cui si scambia un lungo bacio, continuamente interrotto e ripreso in una scena rimasta celebre. Fra i tre film realizzati dall’attrice sotto la direzione del Mago del Brivido, questo è certamente il migliore.
Ingrid interpreta Karin, una profuga lituana che si sposa con un pescatore di Stromboli e va a vivere con lui sull'isola, trovandosi imprigionata in un ambiente ostile da cui vorrebbe fuggire, fino alla scoperta di una dimensione cosmica che la farà avvicinare alla presenza di Dio e nel finale la spingerà alla preghiera. E’ un dramma sulla predestinazione alla sofferenza e l’espiazione del peccato di forte intensità emotiva, in cui il contributo dell’attrice resta essenziale. Durante le riprese nacque l’amore fra l’attrice e il regista e fu concepito il loro primo figlio.
Con Ingrid Bergman, Alexander Knox, Ettore Giannini, Giulietta Masina, Teresa Pellati
In streaming su Rai Play
Irene Girard è una donna borghese che, dopo la tragica morte del figlioletto, decide di dedicarsi alla carità sociale verso i più deboli ed emarginati e viene scambiata per pazza. Ancora un personaggio alle prese con un difficile percorso esistenziale e con scelte morali ardue, reso dalla Bergman con notevole penetrazione psicologica e una sofferta adesione alle sue vicende. Un film in cui l’attrice è meno diva, ma interprete più autentica e commovente
Ingrid interpreta Katherine Joyce, una donna borghese inglese che viene a Napoli col marito per vendere una proprietà di famiglia, entra in una crisi coniugale che sembra irreparabile, ma saprà trovare ugualmente la forza per andare avanti. Si tratta di un viaggio interiore alla scoperta dell’essenza dei personaggi condotto secondo i dettami della corrente fenomenologica, con un’integrazione perfetta del percorso interiore nell’ambiente circostante. Ingrid misurata, sobria e straziante nella scena del ritrovamento dei resti a Pompei.
Charlotte è una pianista ormai anziana che torna dalla figlia dopo un’assenza di molti anni ed è costretta ad ascoltare i suoi rimproveri per aver fallito nel ruolo materno. Un lucido scavo psicologico nei rapporti minati dall’incomprensione fra una madre e una figlia, con momenti di forte coinvolgimento emotivo quando i nodi fra i due personaggi arrivano al pettine. Ultima nomination all’Oscar per la Bergman, in gara di bravura con Liv Ullmann e diretta per la prima ed ultima volta da Ingmar Bergman.
Diretta da Renoir in un film in costume che ci riporta nella Parigi di fine ottocento e racconta una storia liberamente ispirata al fallito colpo di Stato del generale Boulanger. La Bergman (deliziosa come sempre) veste i panni di una principessa polacca e ha al suo fianco attori altrettanto affascinanti come Jean Marais e Mel Ferrer
Dall'oratorio drammatico di Paul Claudel con musiche di Arthur Honneger già messo in scena da Rossellini nel 1953 (e una Ingrid Bergman che torna a interpretare la figura di Giocanna d'Arco). "Non è affatto teatro filmato, ma cinema. Direi persino che è neorealismo nel senso in cui l'ho sempre tentato". (Roberto Rossellini)
Come non aggiungere questo film alla lista? E' delizioso, interpretato con leggerezza da entrambi gli attori protagonisti. La Bergman è superlativa, fa apparire ogni gesto e ogni battuta "facile". Grande classe!
Accanto ad un grande Charles Boyer e un Charles Laughton perfido e infido più che mai, una giovanissima Ingrid Bergman e giustamente melodrammatica in una storia intricata e tragica, con il nazismo dietro la porta e L'Arco di trionfo che suggella la sconfitta dei predestinati in un bianco e nero che resta dentro.
Tra un giovane Anthony Perkins e un giusto per età e infedele per abitudine Yves Montand , Ingrid Bergman vive u triangolo profondamente maturativo in un'interpretazione di gran classe.
E' un altro dei film dell'età giovane, in costume , melodrammatici in cui la recitazione sopra le righe della già grande stella rende indimenticabile il personaggio.
Un film invecchiato maluccio. Forse un po' moralistico, a tratti pasticchiato. Ma sicuramente non banale: non banale parlare di Cina nel 1958, con gli occhi di una missionaria protestante. Una prova come sempre impeccabile di Ingrid. Uno dei film della mia infanzia
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