Frankenstein di Mary Shelley
- Horror
- USA, Gran Bretagna
- durata 123'
Titolo originale Mary Shelley's Frankenstein
Regia di Kenneth Branagh
Con Robert De Niro, Kenneth Branagh, Helena Bonham Carter
di Stefano Falotico
Di solito, per quanto concerne il Cinema, gran risalto vien dato alla “dicotomia” relazionale, spesso disfunzionale, fra madre e figlio. Hitchcock banalizzò la psicopatia col suo celeberrimo Anthony Perkins che, “castrato” da una madre a “imbalsamarglielo” come il “pappagallo”, aveva sviluppato un’indole guardona un po’ troppo violenta. Sì, credo che Psyco sia un film enormemente sopravvalutato. Da contestualizzare alla sua epoca, indiscutibilmente fascinoso e tutt’ora di bianco e nero avvolgente, seduttivo come la “follia” di Norman Bates che nel suo motel ne combinava, sconciandole, delle “belle”, una sotto la doccia di coltelli profumati di epocale suspense, sì, d’avanguardia. In ciò, certamente, il film ha il suo valore, ma non è affatto il lodato capolavoro a cui van tutti a par(l)are quando si fa riferimento ai precursori, come zio Alfred, del genere thriller. Perché proprio tanto eccelso e già “classico” di modernità anticipata nella sua ineccepibile forma, oltre il mero, “spensierato” intrattenimento, quanto a mio avviso così stupido. Come dire: il complesso di Edipo genera sempre mostri. Eh no, caro Alfred. Se fossi campato, da Woody Allen avresti imparato una cosa ben peggiore, che provoca genio malinconico associato alla sua tendenza, che nessuno psichiatra riuscì a curare, per la ragazzine, come sua cinesina insegna, cagionatrice del divorzio “inestimabile” fra Woody e Mia Farrow. Mamma mia, ah ah, è il caso di far ammenda perché la madre di Woody tanto spermatozoico lo sgrav(id)ò di dubbio seme paterno.
Ecco, sul padre invece porrei questa mia, così partorita.
Il padre ha, secondo me, un ruolo ben più “pregnante” nel processo formativo del pargolo. Di come, spesso tramandandogli il maschilismo più bieco, rende i figli a sua immagine e somiglianza, riversando loro tutto il suo fallimento, affinché non diventino fall(it)i come lui. Eh sì, che “fallo”. Che orrore! Anziché indirizzarli a una sana educazione improntata al libero arbitrio, ne arbitra già il raddrizzamento. Mah, e provocò solo figli meno rizzi della sua (im)potenza. Complimenti. Gli stringo la mano, anche se poi vado a pulirmela perché è molto sporca, mio padre porcellino. Ah, volevi dei vincenti da salvadanaio e hai intascato sol la presa di coscienza che la lor retta via (non) hanno (ap)preso. Che buco!
Un abominio disumano, volere dei modellini al piacere suo che non ebbe, perché a lui andò malissimo.
Di mio, posso solo dirvi che mio padre è un grand’uomo. Se non fosse stato per lui, oggi non sarei uno scrittore ma non “starei” soprattutto qui. Su tale immonda eventualità “omicida”, un altro padre, invece, che dal mio fu severamente punito in tribunale, perché sconfinò d’efferati insulti in un’età in cui la mia giovinezza andava invece doverosamente rispettata, credo che ancora abbia dei profondi incubi notturni in cui, roso da un senso di colpa pazz(esc)o, si domanda “chetamente” come ha fatto a nascere. Non si è ancora sparato, comunque, tal losco padre criminoso. Sì, un durissimo.
Su tale (sua) imbarazzante domanda, però, già fu imbrattato di figuraccia da miserabile. Ora, però, deve darsi una risposta. E, sul restare scioccato, senza parole, “comodamente” ride da pagliaccio, piangendo tremende, ahia che dolore (poverino), lacrime da coccodrillo.
Sì, da mio padre ho/a appreso una lezione importantissima. Mai far sì che un estraneo, troppo “cresciuto”, voglia renderti un nano come la sua famiglia.
Titolo originale Mary Shelley's Frankenstein
Regia di Kenneth Branagh
Con Robert De Niro, Kenneth Branagh, Helena Bonham Carter
Titolo originale A Time to Kill
Regia di Joel Schumacher
Con Sandra Bullock, Matthew McConaughey, Samuel L. Jackson, Donald Sutherland, Kevin Spacey
Carl Lee Hailey/Samuel L. Jackson non si fermò dinanzi allo stupro della figlia.
Un film reazionario?
Forse invece da rivalutare. Per riflettere. Al posto suo, siete sicuri che avreste mantenuto i nervi saldi?
Titolo originale There Will Be Blood
Regia di Paul Thomas Anderson
Con Daniel Day-Lewis, Paul Dano, Kevin J. O'Connor, Ciarán Hinds, Dillon Freasier
Il capolavoro di Paul Thomas Anderson si può interpretare in mille ottiche. Una chiave analitica è proprio il rapporto fra i due. Quasi alla Barry Lindon.
Titolo originale Otets i syn
Regia di Aleksandr Sokurov
Con Andrei Shchetinin, Aleksei Nejmyshev, Aleksandr Razbash
Sì.
Titolo originale Sleepers
Regia di Barry Levinson
Con Dustin Hoffman, Kevin Bacon, Robert De Niro, Vittorio Gassman, Jason Patric
Padre Bobby.
La scena, in cui Jason Patric confessa a De Niro le violenze, rimarrà negli occhi per sempre.
Titolo originale Prisoners
Regia di Denis Villeneuve
Con Hugh Jackman, Jake Gyllenhaal, Maria Bello, Terrence Howard, Viola Davis, Melissa Leo
contro tutti, solo, un padre alla disperata ostinata ricerca della figlioletta rapita
Titolo originale Miss Violence
Regia di Alexandros Avranas
Con Themis Panou, Rena Pittaki, Eleni Roussinou, Sissy Toumasi, Kalliope Zontanou
Titolo originale The Woman
Regia di Lucky McKee
Con Pollyanna McIntosh, Sean Bridgers, Angela Bettis, Lauren Ashley Carter, Shyla Molhusen
Titolo originale Spy Game
Regia di Tony Scott
Con Robert Redford, Brad Pitt, Catherine McCormack
Titolo originale About a Boy
Regia di Paul Weitz, Chris Weitz
Con Hugh Grant, Nicholas Hoult, Rachel Weisz, Toni Collette, Victoria Smurfit, Sharon Small
Regia di Ettore Scola
Con Marcello Mastroianni, Massimo Troisi, Anne Parillaud, Lou Castel
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