Inizia ufficialmente la stagione estiva. Quella che in altre parti del mondo viene considerata ideale per il lancio dei blockbuster e che da noi è sempre utilizzata per promuovere in sala pellicole che in altri periodi dell'anno non trovano spazio. Invece di invocare a gran voce parità di trattamento proviamo a vedere in questa consuetudine un'opportunità. Ecco quindi i film di giugno 2014 che hanno già ricevuto recensioni positive da parte della nostra community. Per introdurli usiamo le parole di chi ne ha già scritto invitandovi alla lettura della recensione con un semplice link.
Considerate che molti di questi film non avranno una copertura capillare e quindi il modo migliore per aiutarli è dare un segnale di apprezzamento fin da subito, cercando di vederli nei primi giorni in cui il film esce. E naturalmente utilizzare tutti gli strumenti di passaparola che conoscete per generare attenzione su queste pellicole, che più di altre hanno bisogno del nostro e vostro aiuto.
Una storia che scorre energicamente nell'urlo rivoltoso d'una classe operaia oppressa dalla dittatura, che in Walesa trova un "faro" in grado di scombinare un sistema rigido. Walesa Man of Hope è un prodotto strettamente "classico" nel rievocare i grigi periodi del socialismo, li ricostruisce formalmente, utilizzando comunque una lettura "innovativa" e antica allo stesso tempo. Recensione di Gimon82
Lukas Moodysson, in questo spiritoso, serio, giocosamente disturbante We Are The Best, riprende in mano i suoi prediletti adolescenti - diversi, disadattati, autoadattanti e modellati su nient’altro che loro stessi - già egregiamente trattati in film come il bellissimo “Lilya4ever” - e in quello d’esordio “Fucking Åmål”. Recensione di Leporello
Si parla ora di una malattia degenerativa rara ma che non lascia scampo: la sindrome di Williams-Beuren. Ne è afflitta la ventiduenne canadese Gabrielle, che per questo motivo rimane come bambina, gioiosa e allegra, ma con difficoltà a far fronte alla concreta problematicità di tutti i giorni e soggetta ad un invecchiamento precoce che le modifica brutalmente i lineamenti. Gradevole e tenero, sincero e mai sdolcinato, si guadagna il rispetto e la simpatia dello spettatore che apprezza lo stile schietto e la totale mancanza di inutili piagnistei. Recensione di Alan Smithee
Film multi-strato indiscutibilmente durissimo con lo stesso mondo del cinema e culturalmente all’attacco frontale della modernità imperante. The Congress ha trovato ampia distribuzione a livello mondiale se non altro per la notorietà che Folman si è già conquistato col suo “Valzer con Bashir”. Recensione di Leporello
Esistono almeno due differenti modi di realizzare documentari: affidarsi a una struttura classica in cui i protagonisti danno il meglio di sé di fronte a una telecamera per esternare in maniera “posata” ciò che vogliono raccontare, oppure provare a giocare con le possibilità che l’arte cinematografica concede, coniugando in un unico corpus generi differenti che costruiscono un percorso filmico in cui si fa fatica a distinguere il vero dalla finzione. A questa seconda categoria di realizzazione appartiene di sicuro The Dark Side of the Sun di Carlo Hintermann.
Con Philip Seymour Hoffman, Michelle Williams, Emily Watson, Catherine Keener
Il film di Kaufman agisce nel profondo, ti entra dentro, ti scuote e non ti lascia. Un film talmente complesso e addirittura "definitivo" che risulta quasi incredibile pensare sia un'opera prima. Kaufman si prende ogni tipo di libertà, come quella di far passare decenni in pochi secondi; la sua scrittura non è mai ordinaria, ma estremamente eccentrica, eccessiva, chiamiamola pure "schizzata", fuori dagli schemi. Se l'interpretazione del cast è ottima, quella di Seymour Hoffman è magistrale. Recensione di Travis
Maisie è solo una bambina, quando sua madre e suo padre, dopo una serie interminabile di litigi, decidono infine di porre fine alla loro relazione. In quel momento la piccola diventa oggetto di contesa, in un’assurda battaglia legale che contrappone due individui ugualmente inadatti ad occuparsi di lei, soprattutto perché eccessivamente intenti a promuovere le rispettive carriere e a curare i propri interessi personali. Recensione di OGM
Il film dell'esperto Hideki Takeuchi è una macchina da intrattenimento perfetta: ottime ricostruzioni dell'antica Roma in parte digitali ma in parte fornite da Cinecittà dove è stato girata una parte consistente del film, situazioni paradossali gestite con tempi comici perfetti, un continuo confrontare gli usi e i costumi dell'antica Roma - catturata in un periodo di assoluta opulenza ed edonismo sfrenato - con quelli del Giappone odierno, popolato di arrivisti senza scrupoli e in cui la creatività di ognuno fa fatica ad emergere. Recensione di Bradipo68
In un lancinante bianco e nero che lascia alla fantasia il compito di colorare i luoghi e i tempi dell’azione, Jealousy si muove per non detti piuttosto che per palesi dichiarazioni d’intenti, asciuga la prova degli attori protagonisti e la riduce all’essenziale, facendo dei loro corpi veicoli per sentimenti e, come suggerisce il titolo stesso, gelosie. Niente colpi di scena, urli, litigi o inseguimenti: la parola e la discrezione sono il mezzo con cui Garrel si muove concretamente. Recensione di Spaggy
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