Abbondante e varia, l'offerta di cinema nelle sale dal 29 maggio offre blockbuster semiestivi con volti stranoti della grande industria americana e piccole produzioni di cinematografie minori (Norvegia, Palestina, Israele). Le vette più altte della qualità sono quelle offerte dai film che vedranno in pochi: Gitai su tutti. Ma anche i palati meno raffinati e gli spettatori in cerca di svago, scegliendo con cura, troveranno di che nutrirsi.
Con Yuval Scharf, Sarah Adler, Uri Gavriel, Norman Issa, Yussuf Abuwarda
Torna Amos Gitai e realizza una prodezza girando un unico piano sequenza. La storia è speciale e "microsomica", e il risultato, a detta di Giulio Sangiorgio, è di un "nitore morale accecante".
Regia di Giorgio Molteni, Daniele Santamaria Maurizio
Con Marika Frassino, Giuseppe Maggio, Lorenzo De Angelis, Roberto Calabrese, Tatiana Luter
Un nuovo capitolo dedicato agli anni di piombo della recente storia italiana: argomento importante, mai trito, anche se spesso indagato. Peccato che il risultato assomigli a un bigino televisivo, più che al cinema sociale di cui Marco Tullio Giordana ci ha dato esempi fulgidi.
La commedia è britannica, ma Richard Shepard, il regista, è americano. I riferimenti sono chiari: il primo Danny Boyle, Guy Ritchie, Irvine Welsh. Trama zoppicante ma un divertito e divertente Jude Law.
Fanta-action che gioca con i paradossi temporali, con Tom Cruise condannato a un'immortalità da videogame: muore ma ricomincia da capo, nella speranza di migliorare e superare il livello. Dirige Doug Liman (Swingers, Bourne Identity): la mano c'è, la storia anche.
Rani Massalha (palestinese di nascita ma ormai francese d'adozione) confeziona un film tratto da una storia vera ma che ha il sapore di una favola e che traspone metaforicamente la situazione dei territori occupati nella vicenda di uno zoo. Buono per i ragazzi, ma assai semplicistico nel trattamento.
Campanella, premio Oscar per Il segreto dei tuoi occhi, che tutti abbiamo visto, ama le sfide e si ripresenta 4 anni dopo con qualcosa di radicalmente, diametralmente diverso: un film d'animazione che ha per protagonisti i campioni di un tavolo da calcio balilla, fatto di ragazzini alle manopole e mini-calciatori "infilzati" che prendono vita. Il tutto a comporre una "semplice metafora sul valore di sogni, amicizia e cameratismo".
Giallo nordico. Ma di un giallo così spinto che diventa quasi grottesco: Tarantino e Coen in salsa norvegese. Ma il risultato è azzeccato, con un buon equilibrio tra noir e farsa. Per Sangiorgio è "cult instantaneo".
Angelina è cattiva, cattivissima. Una strega. E la Disney prosegue con l'opera di trasformazione dei suoi classici in live action. Dopo Alice e prima di Cenerentola, tocca infatti alla Bella Addormentata. L'operazione è ovviamente sontuosa nell'apparato, ma la magia di una volta... puff, non c'è più.
La soluzione alla miseria? Il Burlesque. Un po' Il ciclone, un po' Full Monty. Sfilano, più o meno vestite, Laura Chiatti, Sabrina Impacciatore, Giovanna Rei, Michela Andreozzi.
Il vino, quello buono, fuori dalla globalizzazione, dai dettami dell'industria alimentare e dall'omologazione delle disciplinari. Un documentario su quattro vigneti italiani "resistenti", naufraghi solitari e disallineati in un mondo che vive di oblio.
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