Con Charles Chaplin, Paulette Goddard, Henry Bergman
Ostinatamente muto Nel meraviglioso “Tempi moderni” si adoperano ancora le didascalie e si fa un ricorso minimo ai dialoghi per quanto il sonoro fosse stato introdotto da quasi un decennio. Tuttavia questo trend scomparirà nell’ultima parte di carriera, per prolassare completamente con “Monsieur Verdoux” che risulterà un film addirittura verboso.
Il vagabondo A partire dal cortometraggio “Kid auto races in Venice”, l’omino, il vagabondo o in alcune didascalie semplicemente “lui”, è innominato: bombetta, baffetti disegnati, giacca stretta, pantaloni sformati e scarpe oversize, quella di Charlot è una maschera leggendaria e inarrivabile; impiegato all’inizio a mo’ di macchietta in numerosi film, la figura dell’omino venne successivamente abbandonata per poi essere riconsiderata e risultare infine imprescindibile (l’ultima apparizione è ne “Il grande dittatore” in cui fa da contraltare a Hitler)...
Con Charles Chaplin, Allan Garcia, Merna Kennedy, Harry Crocker, George Davis, Henry Bergman
Leggerezza
La grandezza di Chaplin sta nella sobrietà con cui è in grado di trattare determinati, complicatissimi temi. Nelle pellicole firmate dall’inglese, “leggerezza” non è sinonimo di “superficialità”, anzi, il suo modo di trattare le cose in maniera diretta e semplice sono un marchio di fabbrica peculiare, ma soprattutto poetico.
Con Charles Chaplin, Paulette Goddard, Jack Oakie, Reginald Gardiner, Henry Daniell
Satira di costume
Il coraggio di Chaplin nel criticare la sua contemporaneità, con tutte le contraddizioni, le assurdità e le incongruenze dell’essere umano (come per la critica all’industrializzazione forzata di “Tempi moderni” o l’arrivismo analizzato in “La febbre dell’oro”), si fa addirittura periglioso per la sua incolumità quando non solo critica il più grande criminale della storia del mondo, ma lo fa prendendolo in giro smaccatamente e soprattutto mentre lo stesso Hitler è ancora in attività…
Con Charles Chaplin, Jackie Coogan, Edna Purviance, Baby Hathaway, Lita Grey
Risate e lacrime
Nessun altro autore è stato capace di provocare nello spettatore risate e lacrime in maniera così armonica nello stesso film; si pensi a “Il monello”, a quanto si piange quando il prodigioso Jackie Coogan viene allontanato dal neo padre e a quanto si rida qualche scena dopo, in cui Charlot prova a boicottare il monello nel match con il suo avversario, per paura di prenderle dal fratellone palestrato di quest’ultimo…
Con Charles Chaplin, Virginia Cherrill, Florence Lee, Harry Myers, Al Ernest Garcia
La polizia
Imprescindibile la figura del poliziotto: quasi mai intelligenti, a volte corrotti, sempre duri con Charlot ed in ogni caso spietati, facendo valere la legge del più forte. L’uomo della legge prende sempre cantonate: lo spettatore, conoscendo la positività del personaggio di Charlot, è portato a valutare l’intervento del poliziotto (che gli si approccia sempre senza capire né ascoltarne le ragioni) come una figura negativa, una minaccia per la legalità piuttosto che un tutore della legge…
Con Charles Chaplin, Georgia Hale, Mack Swain, Tom Murray, Henry Bergman, Malcolm Waite
In streaming su Plex
Scaltrezza vs. forza bruta
In ogni film di Chaplin c’è una rissa in cui il nostro finisce invischiato. Eppure in ogni tenzone difficilmente l’omino scaglia pugni; il più delle volte svicola, schiva, crea diversivi, il tutto in nome di una scaltrezza che ne fa un eroe paragonabile ad un odierno Davide, che si batte sempre contro enormi Golia…
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