Tutto è pronto a Cannes per dare il via all’edizione 2014 del Festival. Come da tradizione, quella che è la più grande rassegna al mondo del cinema d’autore propone un cartellone che sa coniugare tradizione e novità, all’insegna dello stupore. Accanto a nomi come Cronenberg, Godard e Assayas, la Croisette schiera giovani cineasti in cerca di affermazione come la nostra Alice Rohrwacher (considerata da molti la front runner di questa edizione), il canadese Xavier Dolan e l’argentino Damian Szifron.
In molti lamentano la mancanza di coraggio nelle scelte ma ci piace la spiegazione data dal delegato generale Thierry Fremaux e dal presidente Gilles Jacob: «non si possono lasciare in panchina nomi celebri solo perché hanno giocato più di una partita». Come dargli torto? È come se un allenatore di calcio decidesse di non far giocare il suo miglior numero 11 per lasciar spazio a un nuovo attaccante in cerca di affermazione. Del resto, poi, come il Festival sa dimostrare, la novità e la scoperta albergano spesso in chi ormai dal cinema ha avuto e ha dato tutto. E Godard con i suoi 83 anni di età potrebbe quest’anno essere il più “moderno” dei registi.
Lungi dal voler essere critici a priori sul cartellone, questi sono i titoli e gli autori che si contenderanno la Palma. Dove possibile, trovate già foto, trailer ed approfondimenti:
A due anni di distanza da Qualcosa nell’aria presentato a Venezia, torna Olivier Assayas con un’opera che riflette tra passato e futuro sulla vita di un’attrice non più giovanissima. Al di là della trama, il film vuole anche essere un omaggio al poco conosciuto drammaturgo tedesco Wilhelm Melchior e all’alpinista Arnold Fanck, il primo ad aver filmato nel 1924 il cosiddetto fenomeno del Passo del Maloja (una straordinaria commistione di vette, nuvole e venti). Interpreti principali la sempre brava Juliette Binoche, l’ormai lanciatissima Kristen Stewart e la sorpresa Chloè Grace Moretz. Già acquistato per l’Italia.
Con Gaspard Ulliel, Jérémie Rénier, Louis Garrel, Léa Seydoux, Amira Casar
Dove ha fallito il recente biopic Yves Saint Laurent, si cimenta Bertrand Bonello, promettendo di rompere molti dei tabù sulla giovinezza del fondatore di uno dei marchi più famosi al mondo. Biografia non autorizzata e circondata da un alone di polemiche, Saint Laurent poggia sulle spalle dell’interpretazione già definita eccezionale di Gaspard Ulliel.
Nome coccolato dalla Croisette, il turco Nuri Bilge Ceylan presenta a tre anni di distanza dall’acclamato C’era una volta in Anatolia il racconto – lungo più di tre ore tra silenzi e riprese panoramiche con una Sony F35 – di tre esistenze costrette a convivere in un piccolo albergo di una regione sperduta dell’Anatolia. Molti i mugugni alla vigilia sulla durata eccessiva di un’opera che fa della riflessione, del silenzio e della poca azione il suo punto di forza.
David Cronenberg a Cannes a messo su casa e a due anni da Cosmopolis presenta una satirica riflessione sul sistema hollywoodiano, nata da uno script dello scrittore Bruce Wagner. Accompagnato da un cast stellare (uno dei più glamour presente a Cannes), Maps to the Stars promette di far discutere con la sua forte vena polemica metacinematografica. In sala, date and day, anche in Italia.
I fratelli Dardenne difficilmente sono tornati a casa a mani vuote dal Festival. Il loro cinema intimistico e riflessivo ha tutto ciò che cattura l’attenzione della critica e il tema tratto quest’anno è il più spinoso dell’agenda politica europea: il lavoro. Con Marion Cotillard protagonista assoluta, il loro film sarà portato in autunno nelle nostre sale da Bim Distribuzione.
Enfant prodige del cinema canadese, Xavier Dolan nonostante la sua giovane età a Cannes si è sempre fatto notare partecipando nelle sezioni minori e parallele. Per la prima volta in concorso, dopo essere stato sdoganato nelle competizioni internazionali da Venezia, il giovanissimo Dolan si ripresenta con un tema a lui caro e quasi imprescindibile della sua cinematografia: il rapporto madre/figlio. Da tenere sott’occhio e da consigliare ai distributori italiani che ancora si ostinano ad ignorarlo.
Cantore dell’adolescenza, Atom Egoyan si presenta con un thriller più psicologico che d’azione caratterizzato da tre filoni narrativi che ruotano intorno al rapimento di una ragazzina. Videosorveglianza e pedopornografia sono i temi di fondo per un’opera ambientata in uno dei più rigidi paesaggi invernali del mondo e che desterà di certo infinite discussioni per il rapporto che si crea tra vittima e carnefice.
Ad anni di distanza dal suo Film Socialisme, Jean-Luc Godard si presenta alla Croisette con la più sperimentale delle opere in concorso. A partire da una trama criptica, uno dei padri della Nouvelle Vague si confronta con il sempre attuale tema della comunicazione e per farlo affida molte delle sue riprese al più moderno medium: un iPhone.
Dopo aver portato in alto nell’Olimpo hollywodiano il nome del cinema francese con The Artist, Michel Hazanavicius riadatta il bistrattato Odissea tragica e lo modernizza presentando quattro storie sullo sfondo della guerra in Cecenia. Protagonista la moglie Berenice Bejo, The Search arriverà nei nostri cinema nel corso del 2014 grazie a 01 Distribution.
Riadattando un celebre romanzo di Glendon Swarthout, Tommy Lee Jones scrive, dirige ed interpreta un anomalo western di cui fondamentalmente sono protagoniste le donne. Presentato come un’indagine sulle origini del ruolo femminile e della sua evoluzione, The Homesman conta su un cast spettacolarmente dotato. Attenzione, poi, al nome di Grace Gummer: la figlia di Meryl Streep potrebbe rivelarsi degna erede delle capacità attoriali materne.
Con Jun Murakami, Jun Yoshinaga, Tetta Sugimoto, Miyuki Matsuda, Fujio Tokita
Intimista com’è, Naomi Kawase parte dal ritrovamento di un cadavere per raccontare l’isola e la natura di Amami, un paradiso tropicale al largo del Giappone a cui appartenevano anche i suoi antenati. Più che un thriller o un giallo, un omaggio a una terra e alle sue tradizioni che rischiano di essere risucchiate dalla modernità.
Dopo Topsy Turvy, l’inglese Mike Leigh torna a parlare dell’universo degli artisti presentando una biografia del celebre pittore neorealista J.M.W. Turner, impersonato da Timothy Spall. Scegliendo di raccontare gli ultimi 25 anni della vita del pittore, Leigh si focalizza sulla sua discussa e discutibilissima personalità, nettamente in contrasto con la poesia della sua arte.
Il pasionario Ken Loach ha deciso di abbandonare il mondo della fiction per dedicarsi al documentario. Facendo già rimpiangere la sua assenza, a Cannes porta la storia dell’irlandese Jimmy Gralton, espulso dal proprio Paese per le libertà concesse all’interno della sua sala da ballo. Comunista e anarchico, Gralton ha avuto un solo grande nemico: la Chiesa. Sicuri che non passerà inosservato, Jimmy’s Hall arriverà nelle nostre sale grazie a Bim Distribuzione.
L’opera di Bennett Miller è stata a lungo rimandata. Scelta in un primo momento per aprire il New York Film Festival del 2013, la sua presentazione è stata procrastinata e in molti hanno ritenuto ciò un cattivo segno. A sorpresa, però, il nuovo film del regista di Truman Capote e Moneyball arriva a Cannes, offrendo la vera storia del preparatore atletico John Du Pont, accusato di aver ucciso uno dei suoi atleti migliori. Occhio alle performance di Steve Carell e Channing Tatum.
Unico titolo italiano in concorso, l’opera seconda di Alice Rohrwacher pesca nella biografia della regista per regalare uno spaccato di natura primordiale, visto dagli occhi di una dodicenne e in netto contrasto con la frenesia della modernità. Pieno di rimandi al mondo delle api, alle leggi europee e alle difficoltà di crescita in un contesto familiare multiculturale, Le meraviglie vanta un cast multilingue e la presenza “meravigliosa” di Monica Bellucci.
Da sempre allievo del festival, il mauritano Abderrahmane Sissako si presenta con un dramma ispirato da un fatto di cronaca avvenuto nel luglio 2012 e passato inosservato agli occhi dei mass media. Da monito affinché la storia non si ripeta mai più, Timbuktu punta esplicitamente il dito contro la Jihad.
Secondo probabile outsider, il semisconosciuto Damian Szifron (tanta tv alle spalle) arriva a Cannes con un’opera ad episodi intrecciati che riflettono sulla perdita del controllo di un paio di individui messi alle strette dallo stress della contemporaneità. Tra civiltà e barbarie, Relatos salvajes si fa forza di un cast molto affermato nei paesi di lingua spagnola, a cominciare dal sempre affidabile Ricardo Darin.
Il russo Andrej Zvyagintsev, Leone d’Oro a Venezia con Il ritorno, ci porta nella sua terra per raccontarci di un conflitto tra l’uomo e lo Stato. Fortemente metaforico e politico, Leviathan deve le sue basi alla filosofia di Thomas Hobbes e potrebbe essere la grande sorpresa del festival.
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