Doodlebug
- Cortometraggio
- Gran Bretagna
- durata 3'
Titolo originale Doodlebug
Regia di Christopher Nolan
Con Jeremy Theobald
Questa playlist è intimamente collegata alla rubrica Watchlist, che appare ogni due settimane sulla nostra rivista.
Partendo da opere che avevano avuto buoni riscontri sul sito e distribuzione scarsa o inesistente e che al contempo erano reperibili su piattaforme di streaming legali o su YouTube, abbiamo raccolto numero dopo numero un archivio di film introvabili ma visibili legalmente in streaming.
Questo è il luogo per accogliere i vostri suggerimenti, come contributi alla playlist. I film consigliati da voi serviranno ad alimentare la nostra rubrica su carta. E forse anche ad ispirare qualche operatore della distribuzione cinematografica che potrebbe servirsene come base per scoprire o rispolverare titoli al di fuori dei radar.
Lasceremo comunque traccia degli ultimi tre film inseriti sulla rivista, specificando il numero della rivista relativo. Per avere l’elenco completo dei film selezionati da Watchlist (che siano ancora visibili o meno in rete) potete consultare il nostro Archivio Watchlist.
Questa playlist dunque è aperta, nel senso che è possibile suggerire titoli e recensioni (è sufficiente indicare la URL) che vi hanno ispirato e che vi piacerebbe trovare nei prossimi numeri della rubrica. Ma rispettate le regole.
1. film di scarsa visibilità
2. recensione positiva vostra o di altri utenti
3. reperibile su YouTube
* Youtube fornisce ai detentori dei diritti molteplici strumenti per monetizzare, rimuovere o monitorare il proprio catalogo. Abbiamo sempre ritenuto, di conseguenza, che se un film si trova disponibile su YouTube in modalità free preceduto da pubblicità, la cosa non possa avvenire senza la partecipazione o l'assenso dei relativi detentori dei diritti.
Titolo originale Doodlebug
Regia di Christopher Nolan
Con Jeremy Theobald
Regia di Giovanni Columbu
Con Pietrina Menneas, Paolo Lostia, Giancarlo Lostia
Il film è visibile qui
Recensione di PAZUZU
[Watchlist in FilmTv n° 44 / 2014]
Titolo originale Los viajes del viento
Regia di Ciro Guerra
Con Marciano Martínez, Yull Núñez, Agustin Nieves, Jose Luis Torres, Carmen Molina
Il film è visibile qui
«Non sono io che suono, è l'accordéon: non posso dominarlo. È per questo che lo voglio restituire.» Ignacio Carrillo è un 'juglar', un giullare, un menestrello, noto per la sua bravura e per le voci che circolano attorno al suo strumento: un accordéon (dotato di corna) che si dice sia appartenuto al diavolo, o che da questi sia stato stregato; un accordéon dal suono unico ma che costringe chi lo possiede a dedicarsi ad esso anima e corpo. E questo Ignacio ha fatto per lunghi anni: egli ha vagabondato portandone la musica di villaggio in villaggio, senza curarsi di mettere radici fino a quando, trovata la donna giusta, ha giurato a sé stesso di smettere di girovagare e sposarla. Los Viajes del Viento parte con una sepoltura, ed è proprio quella di Ana Luz, colei a cui Ignacio aveva preteso di legare il suo destino ma che il diavolo gli ha portato via. Così, subito dopo l'estremo saluto all'amata, l'uomo decide di intraprendere, solo con il suo asino, un ultimo viaggio, il più importante, che dalla natia Majagual, nel Sucre, dopo aver attraversato gli sconfinati territori costieri della Colombia Caraibica, lo condurrà a Taroa, nel deserto de La Guajira, all'estremità nord del paese. Lo scopo è quello di mantenere una vecchia promessa e riportare lo strumento maledetto al legittimo proprietario, la speranza è che ciò lo liberi dalla iattura che esso porta in dote.
Suggerito da Marcello Del Campo
[Watchlist in FilmTv n° 42 / 2014]
Titolo originale Shrink
Regia di Jonas Pate
Con Kevin Spacey, Mark Webber, Keke Palmer, Saffron Burrows, Jack Huston, Pell James
Quando il quarantenne regista di Raeford, (North Carolina), Jonas Pate, abbandona il fratello gemello Josh, riesce a fare un buon film. Peccato che Jonas abbia rotto il sodalizio due sole volte: nel 1997 con L’impostore (The Liar) con un memorabile Tim Roth e dodici anni dopo con questo Shrink in cui giganteggia Kevin Spacey nella parte di uno psicoanalista ‘attorcigliato’, ‘regressivo’, ‘shrinking’ in seguito al suicidio della moglie. Henry Carter non sa spiegarsi il motivo del gesto della donna; del suicidio nessuno può dire nulla, possiamo intuire le ragioni di chi si toglie la vita, come hanno spiegato grandi sociologi da Durkheim in poi, ma è certo che chi leva la mano su di sé lascia a chi gli sopravvive, soprattutto al partner, un fardello di dolore, acuito dal dubbio che a quella decisione finale lui possa, in qualche modo, avere contribuito. //www.filmtv.it/film/40533/shrink/recensioni/561876/#rfr:film-40533
Titolo originale Svetat e golyam i spasenie debne otvsyakade
Regia di Stephan Komandarev
Con Miki Manojlovic, Carlo Ljubek, Hristo Mutafchiev, Ana Papadopulu
Per un Kusturica che ripete all’infinito quanto è bello il folklore balcanico, con tutte le carabattole (nel suo ultimo pessimo Promettilo vola di tutto per aria, galline, pignatte, sidecar con una voluttà del non lasciare spazio che non sia intasato – mancano solo i salami di Jacovitti!), per fortuna arriva dalla Bulgaria (dico: arriva, ma non si sa se e quando arriverà in Italia) il quarto film di Stefan Komandarev, Svetat e golyam i spasenie debne otvsyakade (2008, titolo internazionale The World Is Big and Salvation Lurks around the Corner), sceneggiatura di Yurii Dachev. In lizza per gli Oscar 2010 insieme al Nastro Bianco di Haneke e al Segreto dei suoi occhi di Juan José Campanella come migliore film straniero, l’opera del regista bulgaro si avvale della più grande performance di Miki Manojlovic, un attore che, triturato nel calderone di molti film cui ha offerto la sua maschera irresistibile di hajduk buono per tutte le stagioni (dopo il Marko di Gatto nero gatto bianco, il Miki di Irina Palm, l’improbabile Dostoevskij dei Demoni di San Pietroburgo e il Nerio Winch di Largo Winch, torna in gran forma per interpretare il ruolo di un nonno vigoroso che parte in Germania per ritrovare il nipote Saško (Carlo Ljubek) che ha perduto la memoria in seguito a un incidente nel quale hanno perso la vita i suoi genitori. [//www.filmtv.it/film/43504/the-world-is-big-and-salvation-lurks-around-the-corner/recensioni/558891/#rfr:film-43504]
Titolo originale Bajo la sal
Regia di Mario Muñoz
Con Humberto Zurita, Plutarco Haza, Emilio Guerrero, Irene Azuela, Ricardo Polanco
Una verità nascosta nell’incipit di un capolavoro letterario. Mexico City, Santa Rosa de la Sal. Cinque ragazze sono scomparse nel giro di tre anni nell'area Bajo la Sal. Una la trovano gli operai mentre scaricano un camion: sotto il sale. Il cadavere è ridotto a brandelli. Potrebbe essere una delle prime. Il corpo sembra rimasto lì sotto da molto tempo, sette o otto mesi, spiega il detective Jefe Salazar (Emilio Guerrero) a El comandante Trujllo, arrivato dalla capitale per indagare sul caso. Anche Jefe Salazar è stato trasferito dalla capitale qui, tre anni fa, a Santa Rosa de la Sal per stare tranquillo, un lavoro di routine, lui non è tipo che ama l’azione – una scrivania, nessun caso da sbrogliare, la pancia prominente, dicono più di quanto non dica la sua biografia di inetto investigatore. Continua [//www.filmtv.it/film/43338/bajo-la-sal/recensioni/554764/#rfr:film-43338]
Titolo originale Cracks
Regia di Jordan Scott
Con Eva Green, Juno Temple, Maria Valverde, Imogen Poots, Ellie Nunn, Adele McCann
Film ‘ornamentale’, un genere non ancora classificato, ma che tassonomicamente include registi come Joe Wright, Roger Michell, la Jane Campion che con Bright Star ambisce a farne parte, Cracks è prima che un film, un’operazione di marketing famigliare. Infatti, Jordan Scott è figlia del veterano Ridley (tre decenni fa un grande regista), nipote di Tony (da tre decenni un modesto regista). I due fratelli sono produttori esecutivi di questo tentativo abortito di ricreare l’atmosfera di Picnic ad Hanging Rock. Per ‘cinema ornamentale’, intendo un tipo di spettacolo che ha nell’esteriorità del décor, nella fotografia, nella musica un fascino epidermico cui non è appeso nulla di realmente consistente dal punto di vista meramente filmico, – solo un guscio vuoto ma maledettamente idoneo a solleticare un pubblico compiacente. Con questo non voglio dire nulla di offensivo, ognuno si diverte come può e, a guardare bene, gli Scott non si sono fatti mancare nulla del meglio che solitamente una buona officina serve alla gentile clientela, ad eccezione dello script, tratto da un romanzo di Sheila Kohler che non brilla certo per originalità. continua [//www.filmtv.it/film/41867/cracks/recensioni/552005/#rfr:film-41867
Titolo originale Nang mai
Regia di Pen-ek Ratanaruang
Con Jayanama Nopachai, Porntip Papanai, Wanida Termthanaporn, Chamanun Wanwinwatsara
Con quali occhi vedere questo film di Pen-Ek Ratanuarang (Nymph è il titolo internazionale) è un problema, perché siamo davanti a un’opera sulla scomparsa come lo erano L’avventura di Antonioni ePicnic a Hanging Rock di Weir. A rendere il film oscuro e poco leggibile è la precipua caratteristica (vedi Last Life in the Universe) di questo regista cambogiano a inoltrarsi in una inestricabile ‘foresta dei simboli' (rubo all’antropologo Victor Turner il titolo), nei quali egli stesso resta imbrigliato, figuratevi poi lo spettatore cui viene offerto un plot banale, quale una crisi coniugale da risolvere con un viaggio chiarificatore nella grande foresta di Thai. Qualcosa vorrà pure dire, a qualcosa potrà alludere il titolo del film, ma se la ninfa resta invisibile, o appena lambita dalla steadycam mentre furoreggia nuda e selvaggia nella libertà che il mito le ascrive, di che parlare, tranne che del pericolo che incombe sul film di somigliare a un raffinato horror senza orrore? Perché del ‘genere’ il film mantiene le premesse e del melodramma il prodotto finito, con qualche incursione nella new age, segnatamente The Fountain, irrisolto anche questo film di Aronofsky che almeno commuoveva con il miracolo dei revenant alla vita.- continua [ //www.filmtv.it/film/40390/nymph/recensioni/551922/#rfr:film-40390]
Titolo originale Invisible Waves
Regia di Pen-ek Ratanaruang
Con Tadanobu Asano, Hye-jeong Kang, Eric Tsang, Maria Cordero
Nel 2003 il regista Pen-ek Ratanaurang unì le proprie forze a quelle di Christopher Doyle (direttore della fotografia di fiducia del miglior Wong Kar-wai e di molto altro) ed Asano Tadanobu (attore in ascesa già sfruttato da Nagisa Oshima, Takeshi Kitano e Takashi Miike), oltre che a quelle del compositore Hualampong Riddim, realizzando il poetico art movie Last Life in the Universe; tre anni dopo, il connubio tra i quattro si rinnova per Invisible Waves, e ora come allora si pone al centro il pensiero della morte, ma elaborato - non senza affinità - in direzione opposta: al depresso cronico - assassino per caso - che lì falliva diversi suicidi per poi farsi distrarre alla vita dall'incrocio con un'altra solitudine, fa qui da contraltare un uomo altrettanto solitario travolto dagli eventi che, alle prese con gli effetti dei propri azzardi, cerca un'egoistica via di fuga ma intraprende imperturbabile un percorso interiore che non prevede redenzione e, pur non passando fattivamente attraverso il senso di colpa, non offre alternative razionali alla forma di espiazione più estrema. [pazuzu]. continua [//www.filmtv.it/film/33550/invisible-waves/recensioni/684321/#rfr:film-33550]
Titolo originale The Laramie Project
Regia di Moisés Kaufman
Con Christina Ricci, Steve Buscemi, Laura Linney, Summer Phoenix
1998. Laramie, Wyoming – non è cambiata dai tempi del film di Anthony Mann. Piccolo borgo innevato, gente laboriosa, tollerante, è scritto anche nella letteratura dell'ovest, vivi e lascia vivere è la frase che contrassegna la filosofia di chi ci vive. Ben detto, solo che qui è stato ucciso un ragazzo, una matricola del college, un giovane gay, torturato, legato ad un palo residuo di una recinzione, lontano dalla città. Un colpo mortale vibrato con una mazza, un fendente che gli ha portato via mezza faccia. Il ragazzo è in coma, difficilmente Matthew Shepard sopravviverà. Vivi e lascia vivere – è facile dirlo, ma ai due ragazzi che hanno trascinato fuori dal pub Matthwe non è passato per la mente di lasciar vivere quel ragazzo garbato, silenzioso, appartato che la sera prima era seduto ad un tavolo. Mat non ce la fa, poor boy capitato nel posto sbagliato nel momento sbagliato (esiste davvero un posto per i Matt del mondo? Le cronache raccontano ogni giorno di morti per crimini di odio, una carneficina; se esiste un paradiso dei martiri dell’omofobia, questo non è sulla terra, loro ci vanno sotto terra, spediti dritti dalla furia dei razzisti; che le loro vite sono foderate da bare di zinco, solo questo è sicuro). Laramie è come il mondo intero. Continua [ //www.filmtv.it/film/26606/the-laramie-project/recensioni/551321/#rfr:film-26606]
Titolo originale Kak ya provel etim letom
Regia di Aleksei Popogrebsky
Con Grigoriy Dobrygin, Sergei Puskepalis, Igor Csernyevics, Ilya Sobolev, Artyom Tsukanov
Gli uomini sono puntini in movimento nella panoramica orizzontale in campo lunghissimo che riprende il paesaggio polare della stazione meteorologica Archym, Oceano Artico. Le attrezzature per il monitoraggio dei dati telemetrici, sullo sfondo nitidissimo azzurro-turchese del cielo sopra l’orizzonte che si perde, annegando nell’apparente infinito biancore, - gru, filari di capannine simili a alveari, pali svettanti in un cielo senza nubi, che sembra stare fermo alla nascita del mondo, fili elettrici -, figurano allo spettatore del mondo abitato come l’ordinato caos primigenio dal quale ebbe origine la Terra. L’occhio inganna chi ignora come è fatta una stazione meteorologica, se ha il senso dell’arte ci vede la formicolante vita cellulare che anima le tele di Klee, ma, ad uno sguardo secondario, si accorge che quello è l’ambiente umano in cui due uomini, l’esperto Sergej Vitalievich e il giovane apprendista Pavel, rilevano i dati da inviare quotidianamente, tramite un sistema trasmittente, alla rete Meteosat... > //www.filmtv.it/film/42042/how-i-ended-this-summer/recensioni/550617/#rfr:film-42042
Titolo originale Iggi
Regia di Woo-Suk Kang
Con Jae-yeong Jeong, Hae-il Park, Jun-Sang Yu, Yoo Sun, Joon-bae Kim, Sang-ho Kim
Sceneggiato da Chung Ji-woo partendo dall'omonimo manhwa diffuso da Yoon Tae-ho attraverso il web, Moss è il diciottesimo film di Kang Woo-suk, regista tra gli altri del poliziesco Public Enemy e dei suoi due seguiti, oltre che del testosteronico Silmido, che nel 2003 abbattè ogni record d'incassi in patria portando alla ribalta un sanguinoso rimosso di stato. Interamente giocato tra presente e passato, con frequenti flashback deputati a dosare informazioni preziose per la comprensione delle dinamiche che governano la convivenza nel villaggio, Moss svela subito parte dei suoi segreti fornendo allo spettatore una parziale illusione di controllo ma introducendo al contempo interrogativi dei quali differisce la risposta (e talvolta la omette), costruisce la tensione lavorando sui particolari, senza mancare di alleggerire il carico dei suoi 163 minuti favorendo qua e là qualche sorriso spaesato, ed impone di pari passo passo una riflessione sulla labilità del confine tra i concetti di bontà e cattiveria.[Recensione di pazuzu]. continua la lettura: //www.filmtv.it/film/52426/moss/recensioni/626521/#rfr:film-52426
Titolo originale Marquis
Regia di Henri Xhonneux
Scritto da Roland Topor e diretto da Henri Xhonneux. Fino a poco tempo fa c'era un'eccellente versione con una moltitudine di sottotitoli ( tra cui...quelli in italiano...), poi immagino per le proteste della Bildstörung, puf! E' rimaso però questo, sottotitoli in spagnolo ( sempre meglio che in qualche dialetto Tajico ) : https://www.youtube.com/watch?v=ss1g6NINiWM
Titolo originale Przesluchanie
Regia di Ryszard Bugajski
Con Krystyna Janda, Adam Ferency, Janusz Gajos, Agnieszka Holland, Anna Romantowska
Opera prima (ed a tutt'oggi la migliore) dell'allora 39°venne regista di Varsavia Ryszard Bugajski prodotta qualche anno prima del crollo del blocco sovietico (1982) e che dovette occultare a causa dell'ostracismo e della persecuzione delle autorità polacche. Costretto ad emigrare in Canada, egli la fece circolare dapprima in VHS, fino alla sua distribuzione nel 1989 ed alla ribalta di Cannes del 1990. Grazie ad un lirismo rigoroso ed asciutto ci precipita nell'inferno kafkiano di una repressione politica spietata e disumana che restituisce il clima di oppressione e tradimento di un intero popolo che si era sacrificato ed era morto per la libertà del proprio paese. Esempio di un cinema alto che ha vissuto sulla pelle della propria vicenda produttiva il clima di sospetto e ostilità di un regime autocratico ancora imperante e che valse alla sua splendida protagonista, Krystina Janda, il Premio per la migliore interpretazione femminile al Festival di Cannes 1990.
Titolo originale Romans o vlyublyonnykh
Regia di Andrej Konchalovskij
Con Evgenj Kindinov, Elena Koreneva, Innokentj Smoktunovskij
Uno dei primi film di Andrej Končalovskij (al secolo Andrej Sergeevič Michalkov-Končalovskij) fratello del regista Nikita Michalkov e figlio dello scrittore Sergej (autore dell'Inno nazionale Sovietico e Russo), è un intenso melodramma musicale che vive di una entusista adesione all'esuberanza della giovinezza nelle alterne vicende sentimentali di una coppia di innamorati separati dal destino (la partenza di lui per il servizio di leva ) e impossibilitati, da una tardiva riconciliazione, ad una vita insieme. Recuperando un tema caro alla tradizione russa (Letyat zhuravli 1957 - Mikhail Kalatozov) riscrive i codici del melodramma con una freschezza espressiva ed un lirismo gioioso e leggero che lo allontanano dalle pesantezze del linguaggio di un realismo sociale ormai travolto dall'onda lunga del cinema del disgelo. Nouvelle Vogue in salsa russa? Forse, sicuramente l'apice di una prima parte (quella sovietica) della carriera di un grande cineasta che ha scelto, con risultati alterni, di trasferirsi sulla sponda opposta dell'oceano.
Titolo originale September Songs: The Music of Kurt Weill
Regia di Larry Weinstein
Con William S. Burroughs, Nick Cave, Teresa Stratas, Elvis Costello, Lou Reed
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