I ragazzi della via Paal
- Drammatico
- USA
- durata 78'
Titolo originale No Greater Glory
Regia di Frank Borzage
Con George Breakston, Jimmy Butler, Jackie Searl, Julius Molnar
“Foderato d’infanzia” è una definizione rubata a Ferdydurke di Witold Gombrowicz che ha per protagonista un individuo adulto restio a crescere, perciò perennemente “foderato d’infanzia”, appunto, - irrecuperabilmente ritroso a divenire ‘grande - anarchico, disordinato, nemico della ‘forma’, che lo scrittore indica come perdita dell’ingenuità, sublimazione imposta dagli organi repressivi (famiglia, chiesa, scuola, polizia, stato) alla libertà infantile. (Pinocchiodi Collodi è un capolavoro che contiene la critica più radicale e feroce agli organi suddetti).
Nei confronti dell’immaginazione artistica animata da forte tensione antisociale, la cosiddetta ‘civiltà letteraria’, grazie ai custodi dell’ordine coattivo, ha sempre messo in atto tecniche molto astute per neutralizzarla, senza peraltro (quando non poteva farne a meno) condannarla a morte. In questo compito di addomesticamento la critica letteraria ha avuto una funzione determinante, come anche la critica dell’arte: la concezione del bello, la funzione sociale dell’arte, l’arte come sublimazione sono trucchi da prestigiatore che non vanno certo in senso progressivo, bensì inglobano il negativo nella sfera del “tutto falso”.
La concezione occidentale dell’opera d’arte è così inficiata di idealismo che, come giustamente osservava la Sontag in Against the Interpretation, si è preferito vedere nell’opera un “oltre le apparenze” che ne ha cambiata sempre la faccia; la Sontag aggiungeva che “anziché di un’ermeneutica abbiamo bisogno di un’erotica dell’arte”.
Quando l’addomesticamento non è stato possibile, la critica ha, con vari accorgimenti reso socialmente accettabile l‘eversione sublimandone la portata, oppure ha condannato l’opera al silenzio censurandola, amputandone delle parti, ponendola in oblio. Così la rivolta escrementizia di Rabelais è ridotta a éclat de rire; viene esorcizzata la puzza degli Yahoo con il soffocamento degli ultimi Viaggi di Gulliver e ridotto il testo a un libro “per l’infanzia”; il mondo di Lewis Carrol che si muove dietro lo specchio, ridotto a un gioco futile; la descrizione degli orrori di Céline si rapporta alla supposta paranoia dell’autore con l’espediente dell’argumentum ad hominem: Céline è affetto da paranoia anti-semita e perciò quel che scrive è falso e brutto; lo stesso discorso vale per Ezra Pound e per August Strindberg.
Quando, infine, questi trucchi non funzionano, la critica rende accettabile la follia e si rifugia nell’equazione “genio-follia”, così salvando i ‘valori artistici’. In questo senso Artaud, Nietzsche, Lautréamont, Nerval sono resi leggibili e digeribili con l’aiuto della critica psicoanalitica; spesso il caso clinico riesce più interessante dell’opera. La critica psicoanalitica, da Freud in poi, si è sempre cimentata nel presentarci uno Strindberg leggibile secondo gli schemi dell’esperienza abnorme: la lotta tra i sessi, la lucidissima analisi del rapporto uomo-donna, la gelosia, l’inferno, il mondo di Strindberg così popolato di segni viene indicato come il frutto di grandi squilibri psichici.
Naturalmente, quando si parla di ‘libri per ragazzi’ nel caso di Dickens e Swift si fa confusione tra i protagonisti (i ragazzi nei romanzi del primo) e le avventure (nel secondo), mentre sono tutt’altro che romanzi per ragazzi.
Come avviene la censura sui libri per ragazzi, e perché sono censurati, perché i grandi romanzi sono sempre traditi dal cinema?
Al primo problema la moderna editoria ha posto un freno, poiché esistono fior di case editrici che pubblicano libri scritti da autori importanti per i bambini e i ragazzi (E.Elle, Emme, Salani, ecc); ma esiste ancora, purtroppo, un'editoria che pubblica libri per ragazzi con la dizione “tradotto e adattato”, vale dire 'adattato' ai ragazzi perché poi da adulti leggano il romanzo per intero: questa è una pratica di censura censurabile perché espurga l'opera delle parti difficili da comprendere per i ragazzi, i quali, convinti di avere letto l’opera, non leggeranno più quel libro nell'edizione integrale e quel che è peggio non lo leggeranno molti adulti, i quali, se interrogati, diranno di avere letto quel libro quando erano ragazzi, ma se chiedi loro qualcosa in più sulla trama, non sapranno dirti niente di più della nuda storia di un romanzo (mettiamo Moby Dick di Melville, un'opera alta e difficilissima) nel quale il folle Achab dà la caccia alla balena bianca; se chiedi loro di quante pagine fosse composto quel romanzo, diranno che non superava le 150 pagine. In realtà Moby Dick nelle edizioni integrali accreditate come le migliori, quella tradotta da Cesare Pavese per la Frassinelli (ora Adelphi) nel 1941, consta di 690 pagine e quella tradotta con criteri più moderni da Ruggero Bianchi per Mursia nel 1993 di 532 pagine in corpo più piccolo e una prefazione critica (tanto per dare un'idea della complessità dell'opera) di 93 pagine!
Lo stesso accade con le riduzioni-adattamenti di Dickens, ma in questo caso nessun editore si è sentito in dovere di evitare il riassunto, soprattutto delle opere più facilmente 'adattabili' al gusto dei ragazzi, non è un caso che i romanzi più 'adattati' del grandissimo scrittore inglese siano quelli in cui i protagonisti sono orfani, e questo per creare nei giovani l’idea che Dickens sia uno scrittore 'pesante' e ‘lacrimevole’; del resto, che dire dell'editoria italiana che pubblica solo all'inizio dei Novanta un capolavoro come Il nostro comune amico (Garzanti) e all'inizio del terzo millennio il più grande, incommensurabile Casa desolata e poi nel 2005 La piccola Dorrie (entrambi di Einaudi)?
Un tentativo meritevole di menzione fu fatto a metà degli anni Ottanta da Mondadori che mise in cantiere una collana per ragazzi con "EDIZIONI INTEGRALI ILLUSTRATE A COLORI" veramente molto bella: uscirono Piccole donne della Alcott, Le avventure di Oliver Twist di Dickens, Tre uomini in barca di Jerome Kapla Jerome, I libri della giungla di Kipling, L'isola del tesoro di Stevenson (di questo romanzo la televisione fece un'ottima trasposizione negli anni Sessanta), Le avventure di Tom Sawyer di Mark Twain. - poi la collana finì nel nulla.
Oggi l'editoria è più attenta, puoi trovare il tuo Pickwick in molte ottime traduzioni e la tendenza alle 'riduzioni' si può dire una pratica meno frequente.
Il cinema non si è sottratto al compito ‘poliziesco’ di fare il guardiano e ancora oggi le opere più sovversive vengono edulcorate e date in pasto a una platea che non ha mai letto per intero un testo perché, in Italia, per fare un esempio di paese in cui solo il 12% legge libri, complici editoria, chiesa, censura, alcuni romanzi sono stati spacciati per ‘romanzi per ragazzi’.
I casi più clamorosi sono Alice nel paese delle meraviglie con il seguito Dietro lo specchio, I viaggi di Gulliver, romanzi che hanno subito tagli e sono stati ridotti a ‘letture per la scuola’: I viaggi di Gulliver ridotto solo al primo viaggio a Lilliput (per avere a disposizione in Italia un’edizione completa dei Viaggi bisognò aspettare quella nei “Millenni” Einaudi in cui apparvero integrali i viaggi “A Brobdingnag”, “Viaggio a Laputa, Balnibarbi, Luggnagg, Glubbdudrib e nel Giappone”, “Viaggio al paese degli Huyhnhnm” insieme a tutti i materiali scatologici che il ‘folle abate’ aveva scritto; Aliceè stato a lungo depauperato di tutti i nonsense che ne fanno uno dei romanzi più amati dai surrealisti. Meglio è andata al Barone di Munchhauhsen o a libri strappalacrime come La capanna dello zio Tom, Incompreso, Piccole donne e vari romanzi, imposti ai ragazzi per attenuarne o addirittura frenarne gli slanci ‘sovversivi’. Un caso a parte è I ragazzi della via Paal, anch’esso in parte mutilato dai censori scolastici, per non parlare dei romanzi di Dickens, tagliati, ridotti, derubricati delle descrizioni socialmente pericolose (non per caso Marx si ispirò al grande narratore inglese e a Balzac per descrivere le condizioni sociali dell’Inghilterra dell’Ottocento).
Strano destino toccato a romanzi scritti da uomini di chiesa (Carroll, Swift) o da conservatori ‘rivoluzionari’ (Dickens) e portati sugli schermi senza il forte messaggio sociale che li sorreggeva. Neppure l’Olivier Twistdi Polanski rinuncia all’oleografia, incorniciando il film tra le pagine del romanzo in un’edizione illustrata a colori per ragazzi. Direi che, infine, la televisione ha negli anni tra i Sessanta e i Settanta fatto opera meritoria di trasposizioni ‘integrali’ dei romanzi del grande narratore inglese, Il circolo Picwick di Gregoretti è un capolavoro di traslazione in cinema.
Parrà strano, ma nessun danno è stato prodotto dalle traduzioni filmiche dei romanzi ‘per ragazzi’ dirette da Walt Disney, che hanno mantenuto l’anarchia degli originali (Pinocchio del 1940, Alice nel paese delle meraviglie del 1951), mentre degli altri, nessun regista si è fatto scrupolo di ridurli e acconciarli per renderli digeribili, complici produttori, educatori, governanti; ancora più strano parrà il fatto che le Edizioni Paoline, prima che uscissero, intorno agli anni Sessanta, edizioni critiche delle opere suddette, avevano in catalogo gli stessi in edizioni integrali.
Il tradimento dei chierici è spesso più delittuoso delle censure ecclesiastiche, lo prova con molta vivacità il consunto governo Berlusconi in caduta libera i cui ministri sono stati più preteschi di qualsiasi parroco di campagna.
Il discorso potrebbe continuare, gli esempi sono infiniti come la storia della letteratura: un esempio tra i molti è la riduzione dei due più grandi poemi della civiltà occidentale (Iliadee Odissea) che il cinema ha cinicamente tradotto in feuilleton o in scandalosi peplum, una trappola nella quale sono caduti anche registi colti e accorti. Anche in questo caso il film per la televisione, Odissea di Franco Rossi/Mario Bava supera qualsiasi riduzione cinematografica.
La lista che segue è esigua e comprende sette titoli di film che hanno tradotto in immagini, in maniera esemplare, alcuni dei romanzi cui ho accennato.Non resta che aspettare una Alice che ci risarcisca dei tradimenti effettuati dal cinema contro la letteratura per ragazzi, compreso Tim Burton
Titolo originale No Greater Glory
Regia di Frank Borzage
Con George Breakston, Jimmy Butler, Jackie Searl, Julius Molnar
Titolo originale Alice in Wonderland
Regia di Clyde Geronimi, Wilfred Jackson, Hamilton Luske
Titolo originale Oliver Twist
Regia di David Lean
Con John Howard Davies, Alec Guinness, Robert Newton, Francis L. Sullivan, Kay Walsh
Titolo originale Pinocchio
Regia di Hamilton Luske, Ben Sharpsteen
Titolo originale Neco z Alenky
Regia di Jan Svankmajer
Con Kristýna Kohoutová
Titolo originale La guerre des boutons
Regia di Yves Robert
Con André Tréton, Michel Isella, Martin Lartigue, Jacques Dufilho, Michel Galabru
Regia di Ugo Gregoretti
Con Mario Pisu, Guido Alberti, Gigi Ballista, Leopoldo Trieste, Clelia Matania
Titolo originale L'argent de poche
Regia di François Truffaut
Con Nicole Felix, Chantal Mercier, Jean-François Stévenin, Virginie Thévenet
Titolo originale The Go-Between
Regia di Joseph Losey
Con Julie Christie, Alan Bates, Margareth Leighton, Michael Redgrave
Titolo originale La jaula de oro
Regia di Diego Quemada-Diez
Con Rodolfo Dominguez, Brandon López, Ramón Medína, Carlos Chajon, Karen Martínez
Uno Stand by me più tragico e sconsolato:(l'infanzia tradita? non so se ci può stare, ma azzardo (come con gli altri titoli che ho "preteso" (ma puoi toglierli Lorenzo se ti sembrano inopportuni come probabilmente sono, senza alcun problema) di inserire perchè aderenti a una mia personale visione (indubbiamente più drammatica) dell'infanzia
Titolo originale Die Blechtrommel
Regia di Volker Schlöndorff
Con David Bennent, Mario Adorf, Angela Winkler, Daniel Olbrychski
Titolo originale Les trois mousquetaires
Regia di Bernard Borderie
Con Gérard Barray, Georges Descrières, Bernard Woringer, Jacques Toja, Mylène Demongeot
Scritto da Alexandre Dumas in collaborazione con Auguste Maquet nel 1944, vede la luce in italiano solo ad opera di Rondinella, editore napoletano, nel 1853, con la traduzione di Angiolo Orvieto. Poche copie, poi ritirate. L'edizione completa, con la traduzione di Augusto Donaudy avviene ad opera dell'editore milanese Mursia, nel 1966...Ma vi pare che un testo con una sposa fedifraga (Constance)e qualche Cardinale poco...lucido potesse essere letta impunemente ? Grato a Marcello per la playlist, colgo l'occasione per segnalare che Aramis è stato sempre il mio moschettiere preferito. Unica cosa che conservo della mia infanzia, il suo costume carnevalesco.
Titolo originale Stand by Me
Regia di Rob Reiner
Con Wil Wheaton, River Phoenix, Kiefer Sutherland, Richard Dreyfuss, Corey Feldman
Titolo originale To Kill a Mockingbird
Regia di Robert Mulligan
Con Gregory Peck, Mary Badham, Philip Alford, John Megna, Brock Peters, Frank Overton
Quanto mi facevano incazzare le edizioni scolastiche ( delle mediuglie ) ''adattate'' ( censurate, e/s/purgate, malleate, riformate per insufficiente capacità toracica ) !!! MA grazie a questa precoce scassaminchitudine ho resistito e mi sono letto Moby Dick ( versione ''lirica'' di Pavese...un Ulteriore - oltre all'ovvio - motivo per rileggerlo, oggi, sarebbe proprio la trad. di Bianchi ) proprio a quel tempo : integro, immenso, enciclopedico : non me ne ricordo una mazza ( a parte la parte iniziale con la descrizione e le azioni di Queequeg ( la temporanea coabitazione in stanza con Ismaele...mi par di ricordare) e la Tassonomia della parte centrale )...ma però...ME LO RICORDO, invece ! Eccome ! __________Mi ricordo questo, dei giorni spesi a sezionare il capodoglio : mi rimane ''solo'' un baluginare di bianco tra la spuma, e la sensazione di aver vissuto un'Avventura. __________Magari più tardi passo ad aggiungere qualche titolo alla play...anche se mi sembra un'azione un poco '''irrispettosa''' ( stupida sensazione mia ), d'altronde è una play aperta. Magari aggiungo 'qui', nei commenti. Bye ( grande idea, ben realizzata).
Ciao Matteo, in questo forum [https://groups.google.com/forum/#!topic/it.cultura.libri/cC1CyXX9-oA] Luca Conti, che tu sai essere traduttore prestigioso di Lansdale, Crumley, Emore Leonard, James Sallis, ecc., sembra avere la peggio in un mare di imbranati che chiedono quali siano le cantonate prese da Pavese nella prima traduzione Frassinelliana [che poi diventò Adelphi]. Conti non risponde, ed è strano perché nella traduzione Mursia è lo stesso traduttore Ruggero Bianchi a rilevare le cantonate di Pavese, attribuendole, con molto garbo, al pionierismo dei tempi e alla scarsezza di fonti comparative. Tutta la querelle inizia proprio dall'incipit "Call me Ishmael" che Pavese traduce letteralmente "Chiamatemi Ismaele" e Ruggero Bianchi con "Ismaele — chiamatemi così". Bernardo Draghi, traducendo MD. per la Frassinelli, segue la rotta di Bianchi, assumendo l'ambiguità dell'incipit melvilliano, e traduce "Diciamo che mi chiamo Ismaele". La spiegazione di questa disorientante traduzione è reperibile in uno stralcio di un saggio [ http://books.google.it/books?id=quwUr8XVU04C&pg=PT84&lpg=PT84&dq=call+me+ishmael+traduzione&source=bl&ots=ajVK7hSb4Z&sig=i2BH7FrwuECuymgbay3q9j9OzyE&hl=it&sa=X&ei=LzhMU5XFJJDy7Aayl4H4Dw&ved=0CE4Q6AEwBw#v=onepage&q=call%20me%20ishmael%20traduzione&f=false] che ti consiglio di leggere. La questione resta aperta. Aspettiamo con ansia la prossima traduzione per gli ottant'anni della Einaudi del Moby Dick a cura di Ottavio Fatica [ http://www.libreriamo.it/a/5622/i-quotidiani-celebrano-gli-ottantanni-di-einaudi.aspx]. Personalmente ritengo che la traduzione di Bianchi sia ‘meno poetica’ di quella di Pavese per il semplice fatto che lo scrittore torinese ‘pavesizza’ Melville, lo fagocita, fa propria l’opera. Che Pavese sia più ‘poeta’ che traduttore è nei fatti. Ma se voglio conoscere intrinsecamente Moby Dick, leggo Bianchi, - non ho la traduzione di Draghi. Che Pavese sia un grande poeta, ti invito a considerare [ascoltare] il “CONCERTO DELL’ALBATRO” del compositore cuneese Giorgio Federico Ghedini del 1945, per violino, violoncello, pianoforte, orchestra e voce recitante. Non l’ultimo venuto ma un grande musicista, ritenuto a torto un ‘conservatore’ perché renitente ad accettare la dodecafonia. Il concerto si chiude in un ‘andante a cadenza’ in cui la voce recitante declama un passo tratto dal Moby Dick ‘pavesiano’: “l’apparizione dell’immacolato albatro agli occhi del navigatore sperduto nei remoti mari antartici.” [Armando Gentilucci, ‘Guida all’ascolto della musica contemporanea’]. Il testo di Pavese [“Ricordo il primo albatro che vidi… ero salito sul ponte coperto di nubi e là vidi, gettato sulle boccaporte di maestro, un essere regale, pennuto, d’immacolata bianchezza…] è a pagina 233, capitolo XLII in nota con * , quello di Bianchi è a pagina 189, nota 13. Da questa comparazione è facile osservare come il testo di Pavese si presti a essere messo in musica, mentre quello di Bianchi, - più preciso, tagliente, laico, - si presta a farci comprendere appieno la qualità della scrittura melvilliana senza ricorso alla poesia. Ti consiglio di verificare con l’ascolto della seconda parte del concerto di Ghedini [http://www.youtube.com/watch?v=_MD4L1ftKqA]. NOTA: devi scusarmi ma su you tube non ho trovato di meglio, la registrazione live è un po’ loffia e la voce recitante è velata come quella di un fumatore incallito. A titolo informativo va detto che, sempre su you tube, due esecuzioni migliori recitano il testo di Pavese in traduzione tedesca. Incredibile. Ti conviene acquistare il cd da IBS, costa pochissimo. Ciao.
E' ( s-Oggettivamente ) innegabile -- e l'ho detto, in parte qui ( su FTV : non ricordo dove e quando, ma in caso c'è google...) e altrove, sempre parlando di Moby Dick e Pavese -- che l'autore dei "Dialoghi con Leucò" sia innanzitutto Musica. La sua produzione in prosa è poetica tanto quanto la sua produzione poetica : ed entrambe sono LIRICHE, già di per loro musica ( la musica è un di più che ben si sposa ) : ogni singola dannata frase del Pavese ''romanziere'' ( romanzi brevi e racconti lunghi ) è poesia, è musica : provoca erezioni all'Area di Broca. _____________Grazie per i numerosi link : il primo mi manca, ma di simili ne ho ''frequentati''. E stendiamo un velo pietoso, peloso e penoso ( probabilmente per cantonate s'intendono cose come l'utilizzo del termine ''pesce''...). _____Off Topic : la raccolta "Dire Quasi la Stessa Cosa" di Eco l'ho letta, quando uscì, e la parte su "Sylvie" di Nerval ( un argomento cardine che ha trattato in altre sue opere...ah, la memoria...sin dal 1962, fino a "Sei Passeggiate nei Boschi Narrativi'', dove l'ho incontrato la prima volta ) è forse uno degli scritti che più mi ha...scaraventato a fare un ulteriore salto di ''qualità'' verso la letteratura . Lo schema, il dedalo, la detection, la ricostruzione di "Sylvie" è veramente uno dei momenti più alti della ''scienza letteraria'' degli ultimi anni...della seconda metà del penultimo secolo, toh. ___p.s. : tra l'altro, a proposito di IBS, il negozio--di-libri-su-internet collabora con l'Indice dei Libri del Mese proponendo alcune sue recensioni ( altrimenti rintracciabili solo sul cd-rom del mensile di critica letteraria contenente tutto il catalogo ), e questa non è male, in riferimento alla trad. di G.Natale per UTET : [ http://www.ibs.it/code/9788802081595/melville-herman/moby-dick-balena.html ].
_____il Ghedini, Zingaretti & C. non lo conoscevo : favoloso ! ( certo...un microfono direzionale invece che quello interno alla Legria sarebbe stato più apprezzabile...ma anche più individuabile...). Segnato il cd. ___E segnata la trad. Fatica. ___Il Moby Dick in tedesco...magari musicato...me lo immagino magari messo in scena da Edgar Reitz e Salome Kammer in Heimat 2...in un altro universo... ______Beccata la nota * : poco più avanti si legge : " Alla fine, il capitano ne fece un postino, legandogli intorno al collo una tessera di cuoio scritta, con la data e la posizione della nave, e poi lasciandolo fuggire " : quella ''nota di cuoio scritta'' : senti come Risuona ??? Posso capire la ritrosia verso questo tipo di traduzione : ma ogni traduzione è un tradimento : tanto vale essere onesti e mettere le cose in chiaro, allora, come fa Pavese. La traduzione di Bianchi, invece : si, me la devo procurare ( in qualche modo ). ______Dimmi tu però se - messo alle strette - non sa e vuol esser secco anche Pavese : dalla Cetologia, cap. XXXII : " Focena d'Algeri : Un corsaro. Ferocissima. Si trova soltanto, credo, nel Pacifico. E' un po' più grossa della Focena Urrà, ma di struttura molto simile. Provocatela e si butterà contro un pescecane. Ho ammainato sovente dietro a lei, ma sinora non ho mai visto catturarla ". Sembra Ellroy...! _______Ho aggiunto qualche titolo alla play ( l'Alice di Svankmajer l'avevi già messo, mannagg...), vedi te. __Dickens/Protagonisti = ''the Body'' : Rob Reiner -Stephen King : capolavoro nel suo genere mainstream. __Swift/Avventura : "La Storia" _ Morante - Comencini ( viste solo qualche scena ). __Entrambi : il Buio Oltre la Siepe/To Kill a Mockingbird - R.Mulligan-Harper Lee. ____Quanto mi piacerebbe, però, veder trasposto...in '''qualche''' modo, l' "Edwin Mullhouse: The Life and Death of an American Writer 1943-1954, by Jeffrey Cartwright" (1972 - Fanucci, 2005 ( da ibs superscontato ) ) di Steven Millhauser !! Per non parlare del "WarTime Lies" di Louis Begley ( l'Arian Papers - ''soppiantato'' dallo Schindler di spielberg - di Kubrick...). Ciao.
Grazie per il bel commento e la lista dei romanzi che vorresti... Intanto spulciando tra i miei libri: forse ci sono romanzi che è impossibile tradurre in film; pensa ai travagliati tentativi di Terry Gillian-Don Chisciotte e prima di lui Orson Welles... Sì, Pavese è 'musicale', ciononostante, nel brano in nota al capit. XLII di Moby Dick, il 'postman' è tradotto 'postino' da Pavese e 'portalettere' da R. Bianchi. Ma se non ricordo male, nel Concerto dell'albatro il 'postman' diventa 'ne fece un messaggero', a riprova che qualsiasi traduzione è [lo si è detto fino alla noia] un 'tradimento': è comprensibile che in ambito musicale, 'ne fece il postino' o peggio 'ne fece il portalettere' suonerebbe 'stonato'. Soprattutto in un brano con voce recitante. E qui non posso negare la grandezza di musicisti come Verdi, Puccini che hanno creato capolavori da libretti che se li leggi ti vengono i brividi. Mozart adottò Lorenzo da Ponte, ma la svolta verdiana, dopo oltre un secolo, avvenne nel segno di Arrigo Boito; svolta musicale che con "Otello" chiude i conti musicali con l'Ottocento e con "Falstaff" li apre con il Novecento. Va be', ho divagato. I commenti servono anche a questo. Ciao
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