I ragazzi della via Paal
- Drammatico
- USA
- durata 78'
Titolo originale No Greater Glory
Regia di Frank Borzage
Con George Breakston, Jimmy Butler, Jackie Searl, Julius Molnar
“Foderato d’infanzia” è una definizione rubata a Ferdydurke di Witold Gombrowicz che ha per protagonista un individuo adulto restio a crescere, perciò perennemente “foderato d’infanzia”, appunto, - irrecuperabilmente ritroso a divenire ‘grande - anarchico, disordinato, nemico della ‘forma’, che lo scrittore indica come perdita dell’ingenuità, sublimazione imposta dagli organi repressivi (famiglia, chiesa, scuola, polizia, stato) alla libertà infantile. (Pinocchiodi Collodi è un capolavoro che contiene la critica più radicale e feroce agli organi suddetti).
Nei confronti dell’immaginazione artistica animata da forte tensione antisociale, la cosiddetta ‘civiltà letteraria’, grazie ai custodi dell’ordine coattivo, ha sempre messo in atto tecniche molto astute per neutralizzarla, senza peraltro (quando non poteva farne a meno) condannarla a morte. In questo compito di addomesticamento la critica letteraria ha avuto una funzione determinante, come anche la critica dell’arte: la concezione del bello, la funzione sociale dell’arte, l’arte come sublimazione sono trucchi da prestigiatore che non vanno certo in senso progressivo, bensì inglobano il negativo nella sfera del “tutto falso”.
La concezione occidentale dell’opera d’arte è così inficiata di idealismo che, come giustamente osservava la Sontag in Against the Interpretation, si è preferito vedere nell’opera un “oltre le apparenze” che ne ha cambiata sempre la faccia; la Sontag aggiungeva che “anziché di un’ermeneutica abbiamo bisogno di un’erotica dell’arte”.
Quando l’addomesticamento non è stato possibile, la critica ha, con vari accorgimenti reso socialmente accettabile l‘eversione sublimandone la portata, oppure ha condannato l’opera al silenzio censurandola, amputandone delle parti, ponendola in oblio. Così la rivolta escrementizia di Rabelais è ridotta a éclat de rire; viene esorcizzata la puzza degli Yahoo con il soffocamento degli ultimi Viaggi di Gulliver e ridotto il testo a un libro “per l’infanzia”; il mondo di Lewis Carrol che si muove dietro lo specchio, ridotto a un gioco futile; la descrizione degli orrori di Céline si rapporta alla supposta paranoia dell’autore con l’espediente dell’argumentum ad hominem: Céline è affetto da paranoia anti-semita e perciò quel che scrive è falso e brutto; lo stesso discorso vale per Ezra Pound e per August Strindberg.
Quando, infine, questi trucchi non funzionano, la critica rende accettabile la follia e si rifugia nell’equazione “genio-follia”, così salvando i ‘valori artistici’. In questo senso Artaud, Nietzsche, Lautréamont, Nerval sono resi leggibili e digeribili con l’aiuto della critica psicoanalitica; spesso il caso clinico riesce più interessante dell’opera. La critica psicoanalitica, da Freud in poi, si è sempre cimentata nel presentarci uno Strindberg leggibile secondo gli schemi dell’esperienza abnorme: la lotta tra i sessi, la lucidissima analisi del rapporto uomo-donna, la gelosia, l’inferno, il mondo di Strindberg così popolato di segni viene indicato come il frutto di grandi squilibri psichici.
Naturalmente, quando si parla di ‘libri per ragazzi’ nel caso di Dickens e Swift si fa confusione tra i protagonisti (i ragazzi nei romanzi del primo) e le avventure (nel secondo), mentre sono tutt’altro che romanzi per ragazzi.
Come avviene la censura sui libri per ragazzi, e perché sono censurati, perché i grandi romanzi sono sempre traditi dal cinema?
Al primo problema la moderna editoria ha posto un freno, poiché esistono fior di case editrici che pubblicano libri scritti da autori importanti per i bambini e i ragazzi (E.Elle, Emme, Salani, ecc); ma esiste ancora, purtroppo, un'editoria che pubblica libri per ragazzi con la dizione “tradotto e adattato”, vale dire 'adattato' ai ragazzi perché poi da adulti leggano il romanzo per intero: questa è una pratica di censura censurabile perché espurga l'opera delle parti difficili da comprendere per i ragazzi, i quali, convinti di avere letto l’opera, non leggeranno più quel libro nell'edizione integrale e quel che è peggio non lo leggeranno molti adulti, i quali, se interrogati, diranno di avere letto quel libro quando erano ragazzi, ma se chiedi loro qualcosa in più sulla trama, non sapranno dirti niente di più della nuda storia di un romanzo (mettiamo Moby Dick di Melville, un'opera alta e difficilissima) nel quale il folle Achab dà la caccia alla balena bianca; se chiedi loro di quante pagine fosse composto quel romanzo, diranno che non superava le 150 pagine. In realtà Moby Dick nelle edizioni integrali accreditate come le migliori, quella tradotta da Cesare Pavese per la Frassinelli (ora Adelphi) nel 1941, consta di 690 pagine e quella tradotta con criteri più moderni da Ruggero Bianchi per Mursia nel 1993 di 532 pagine in corpo più piccolo e una prefazione critica (tanto per dare un'idea della complessità dell'opera) di 93 pagine!
Lo stesso accade con le riduzioni-adattamenti di Dickens, ma in questo caso nessun editore si è sentito in dovere di evitare il riassunto, soprattutto delle opere più facilmente 'adattabili' al gusto dei ragazzi, non è un caso che i romanzi più 'adattati' del grandissimo scrittore inglese siano quelli in cui i protagonisti sono orfani, e questo per creare nei giovani l’idea che Dickens sia uno scrittore 'pesante' e ‘lacrimevole’; del resto, che dire dell'editoria italiana che pubblica solo all'inizio dei Novanta un capolavoro come Il nostro comune amico (Garzanti) e all'inizio del terzo millennio il più grande, incommensurabile Casa desolata e poi nel 2005 La piccola Dorrie (entrambi di Einaudi)?
Un tentativo meritevole di menzione fu fatto a metà degli anni Ottanta da Mondadori che mise in cantiere una collana per ragazzi con "EDIZIONI INTEGRALI ILLUSTRATE A COLORI" veramente molto bella: uscirono Piccole donne della Alcott, Le avventure di Oliver Twist di Dickens, Tre uomini in barca di Jerome Kapla Jerome, I libri della giungla di Kipling, L'isola del tesoro di Stevenson (di questo romanzo la televisione fece un'ottima trasposizione negli anni Sessanta), Le avventure di Tom Sawyer di Mark Twain. - poi la collana finì nel nulla.
Oggi l'editoria è più attenta, puoi trovare il tuo Pickwick in molte ottime traduzioni e la tendenza alle 'riduzioni' si può dire una pratica meno frequente.
Il cinema non si è sottratto al compito ‘poliziesco’ di fare il guardiano e ancora oggi le opere più sovversive vengono edulcorate e date in pasto a una platea che non ha mai letto per intero un testo perché, in Italia, per fare un esempio di paese in cui solo il 12% legge libri, complici editoria, chiesa, censura, alcuni romanzi sono stati spacciati per ‘romanzi per ragazzi’.
I casi più clamorosi sono Alice nel paese delle meraviglie con il seguito Dietro lo specchio, I viaggi di Gulliver, romanzi che hanno subito tagli e sono stati ridotti a ‘letture per la scuola’: I viaggi di Gulliver ridotto solo al primo viaggio a Lilliput (per avere a disposizione in Italia un’edizione completa dei Viaggi bisognò aspettare quella nei “Millenni” Einaudi in cui apparvero integrali i viaggi “A Brobdingnag”, “Viaggio a Laputa, Balnibarbi, Luggnagg, Glubbdudrib e nel Giappone”, “Viaggio al paese degli Huyhnhnm” insieme a tutti i materiali scatologici che il ‘folle abate’ aveva scritto; Aliceè stato a lungo depauperato di tutti i nonsense che ne fanno uno dei romanzi più amati dai surrealisti. Meglio è andata al Barone di Munchhauhsen o a libri strappalacrime come La capanna dello zio Tom, Incompreso, Piccole donne e vari romanzi, imposti ai ragazzi per attenuarne o addirittura frenarne gli slanci ‘sovversivi’. Un caso a parte è I ragazzi della via Paal, anch’esso in parte mutilato dai censori scolastici, per non parlare dei romanzi di Dickens, tagliati, ridotti, derubricati delle descrizioni socialmente pericolose (non per caso Marx si ispirò al grande narratore inglese e a Balzac per descrivere le condizioni sociali dell’Inghilterra dell’Ottocento).
Strano destino toccato a romanzi scritti da uomini di chiesa (Carroll, Swift) o da conservatori ‘rivoluzionari’ (Dickens) e portati sugli schermi senza il forte messaggio sociale che li sorreggeva. Neppure l’Olivier Twistdi Polanski rinuncia all’oleografia, incorniciando il film tra le pagine del romanzo in un’edizione illustrata a colori per ragazzi. Direi che, infine, la televisione ha negli anni tra i Sessanta e i Settanta fatto opera meritoria di trasposizioni ‘integrali’ dei romanzi del grande narratore inglese, Il circolo Picwick di Gregoretti è un capolavoro di traslazione in cinema.
Parrà strano, ma nessun danno è stato prodotto dalle traduzioni filmiche dei romanzi ‘per ragazzi’ dirette da Walt Disney, che hanno mantenuto l’anarchia degli originali (Pinocchio del 1940, Alice nel paese delle meraviglie del 1951), mentre degli altri, nessun regista si è fatto scrupolo di ridurli e acconciarli per renderli digeribili, complici produttori, educatori, governanti; ancora più strano parrà il fatto che le Edizioni Paoline, prima che uscissero, intorno agli anni Sessanta, edizioni critiche delle opere suddette, avevano in catalogo gli stessi in edizioni integrali.
Il tradimento dei chierici è spesso più delittuoso delle censure ecclesiastiche, lo prova con molta vivacità il consunto governo Berlusconi in caduta libera i cui ministri sono stati più preteschi di qualsiasi parroco di campagna.
Il discorso potrebbe continuare, gli esempi sono infiniti come la storia della letteratura: un esempio tra i molti è la riduzione dei due più grandi poemi della civiltà occidentale (Iliadee Odissea) che il cinema ha cinicamente tradotto in feuilleton o in scandalosi peplum, una trappola nella quale sono caduti anche registi colti e accorti. Anche in questo caso il film per la televisione, Odissea di Franco Rossi/Mario Bava supera qualsiasi riduzione cinematografica.
La lista che segue è esigua e comprende sette titoli di film che hanno tradotto in immagini, in maniera esemplare, alcuni dei romanzi cui ho accennato.Non resta che aspettare una Alice che ci risarcisca dei tradimenti effettuati dal cinema contro la letteratura per ragazzi, compreso Tim Burton
Titolo originale No Greater Glory
Regia di Frank Borzage
Con George Breakston, Jimmy Butler, Jackie Searl, Julius Molnar
Titolo originale Alice in Wonderland
Regia di Clyde Geronimi, Wilfred Jackson, Hamilton Luske
Titolo originale Oliver Twist
Regia di David Lean
Con John Howard Davies, Alec Guinness, Robert Newton, Francis L. Sullivan, Kay Walsh
Titolo originale Pinocchio
Regia di Hamilton Luske, Ben Sharpsteen
Titolo originale Neco z Alenky
Regia di Jan Svankmajer
Con Kristýna Kohoutová
Titolo originale La guerre des boutons
Regia di Yves Robert
Con André Tréton, Michel Isella, Martin Lartigue, Jacques Dufilho, Michel Galabru
Regia di Ugo Gregoretti
Con Mario Pisu, Guido Alberti, Gigi Ballista, Leopoldo Trieste, Clelia Matania
Titolo originale L'argent de poche
Regia di François Truffaut
Con Nicole Felix, Chantal Mercier, Jean-François Stévenin, Virginie Thévenet
Titolo originale The Go-Between
Regia di Joseph Losey
Con Julie Christie, Alan Bates, Margareth Leighton, Michael Redgrave
Titolo originale La jaula de oro
Regia di Diego Quemada-Diez
Con Rodolfo Dominguez, Brandon López, Ramón Medína, Carlos Chajon, Karen Martínez
Uno Stand by me più tragico e sconsolato:(l'infanzia tradita? non so se ci può stare, ma azzardo (come con gli altri titoli che ho "preteso" (ma puoi toglierli Lorenzo se ti sembrano inopportuni come probabilmente sono, senza alcun problema) di inserire perchè aderenti a una mia personale visione (indubbiamente più drammatica) dell'infanzia
Titolo originale Die Blechtrommel
Regia di Volker Schlöndorff
Con David Bennent, Mario Adorf, Angela Winkler, Daniel Olbrychski
Titolo originale Les trois mousquetaires
Regia di Bernard Borderie
Con Gérard Barray, Georges Descrières, Bernard Woringer, Jacques Toja, Mylène Demongeot
Scritto da Alexandre Dumas in collaborazione con Auguste Maquet nel 1944, vede la luce in italiano solo ad opera di Rondinella, editore napoletano, nel 1853, con la traduzione di Angiolo Orvieto. Poche copie, poi ritirate. L'edizione completa, con la traduzione di Augusto Donaudy avviene ad opera dell'editore milanese Mursia, nel 1966...Ma vi pare che un testo con una sposa fedifraga (Constance)e qualche Cardinale poco...lucido potesse essere letta impunemente ? Grato a Marcello per la playlist, colgo l'occasione per segnalare che Aramis è stato sempre il mio moschettiere preferito. Unica cosa che conservo della mia infanzia, il suo costume carnevalesco.
Titolo originale Stand by Me
Regia di Rob Reiner
Con Wil Wheaton, River Phoenix, Kiefer Sutherland, Richard Dreyfuss, Corey Feldman
Titolo originale To Kill a Mockingbird
Regia di Robert Mulligan
Con Gregory Peck, Mary Badham, Philip Alford, John Megna, Brock Peters, Frank Overton
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