Il fascino infinito del palco, le prove, le quinte, i camerini... quante volte il teatro è stato usato dal suo cugino ricco e moderno, il cinema? Quante volte la rappresentazione teatrale è stata fatta oggetto a sua volta di rappresentazione, in una messa in scena al quadrato? E quante volte infine il teatro è servito a raccontare la vita dei teatranti oppure è stato usato come set per raccontare altro? Quella qui sotto sarà una grande lista, di sicuro: a volte sfarzosa, a volta un po' polverosa. Ma piena di stimoli, che vi chiediamo di analizzare e declinare. Preparatevi quindi: si alza il sipario, i vostri contributi vanno in scena.
La protagonista (Lana Turner) fa l'attrice di teatro a fatica riesce a raggiungere (tardi) il successo, ma fuori del palco succedono le cose, accade la vita.
Tutta l'opera è rappresentata in un piccolo teatro. Gli spettatori che vengono presentati all'inizio del film non solo appartengono a quel teatro, ma completano il senso della musica di Mozart.
riporto le parole del critico che, meglio di me, riesce a sintetizzare l'eccezionale humour del film. Lubitsch il magnifico!
"Una delle più belle commedie in assoluto, uno dei vertici dell'arte del maestro Lubitsch, un film che nasce nel '42 e che mescola con grande humour la finzione del teatro alla resistenza contro Hitler (...). Un argomento tragico è trattato con grande intelligenza in chiave di commedia, dando vita a un film spiritosissimo ma che serve anche alla causa della democrazia (paragone d'obbligo col 'Grande dittatore' di Chaplin). Un cast divino, con l'ultima apparizione della bionda Carole Lombard." (Maurizio Porro, "Magazine CdS", 29 marzo 2007)
Uno dei pochi remake di cui vale la pena di tener conto. La chiave di lettura è diversa, Mel Brooks - la cui lunga mano di regista imperversa da dietro le quinte - non è Lubitsch e Anne Bancroft non è Carol Lombard ma, siccome sono notoriamente stati una delle coppie più intelligenti della storia del cinema, ci offrono un film di alto gradimento.
Martone mette in scena le tante guerre quotidiane e personali degli attori-individui e anche le guerre di potere all'interno della città, il tutto circoscritto entro l'allestimento della tragedia di Eschilo "Sette contro Tebe" che a sua volta narra di una guerra fratricida. Sullo sfondo la guerra vera, quella della Jugoslavia, che però non si vede mai, quasi a significare che le guerre più cruente non sono quelle con le bombe ma quelle della vita.
Perché Shakespeare vi aveva rappresentato il teatro nel teatro e perché lo schermo e le tecniche cinemografiche sono state usate come palcoscenico ideale di una regia onirica
Il teatro nel teatro di Shakespeare ovviamente c'è, ma per tutto il resto è un pretesto per una passerella di attori celebri. Non è diventato neppure un blockbuster.
Bellissima la scena (un sogno nel sogno nel sogno) della cena, quando i personaggi si rendono conto di essere su un palcoscenico senza conoscere la parte...
I guitti itineranti sono una parte fondamentale della partita con la Morte. Ed anche di tutto il cinema di Bergman (che era anche un regista teatrale).
Olivier dimostra come Shakespeare si potesse adattare benissimo al cinema e come il binomio teatro/cinema non dovesse essere più per forza considerato come una dicotomia insanabile. Notevole anche l'idea di ambientare il prologo nel teatro (il Globe di Londra) dove fu allestita la vera prima, nel 1600.
Scritto da Ronald Harwood, lo stesso di "Servo di scena" è una sapida commedia teatrale illuminata da Annette Bening. Da evitare la versione doppiata con la ingombrante voce di Mariangela Melato.
Quando a teatro, nell'Inghilterra di Carlo II, alle donne non era permesso recitare e gli attori ricoprivano anche ruoli femminili. Splendido Billy Crudup che entra in crisi quando anzichè Desdemona deve interpretare Otello.
Ci sono nell'elenco altri due film di Rivette. Io aggiungo tutti gli altri che ho visto, dato che quello del teatro è uno degli argomenti preferiti del grande autore francese.
Un'esperienza di cinema estrema, la cui durata supera le 12 ore, e che ruota attorno all''ambiente del teatro off parigino dove si muovono due compagnie impegnate negli allestimenti di Prometeo e I sette contro Tebe.
Qui l'argomento teatrale è solo sfiorato, soprattutto nell'attività di Celine, prestigiatrice. Ma comunque il film si muove sospeso tra il sogno e una realtà parallela e "recitata".
Storia ambientata nel mondo del balletto, nel quale si intrecciano amicizia, antiche rivalità e rimpianto per occasioni perdute. Protagoniste a confronto Anne Bancroft e Shirley MacLaine.
La stesura fiabesca di una mitica commedia che va in scena con successo... ma lei, la madre dei banbini ispiratrici , quando il miracolo si compie, è già morta
Questa volta è trasformato in una struggente storia d'amore sul mito della trasformazione (grazie alla bellezza) dal Male al bene. con tante celebri musiche in sottofondo da Bellini a Verdi passando (inevitasbilmente) da Gounoud
Cassavites, aiutato dalla straordinaria prova della Rowlands, elabora il suo paradosso sull'attore (il teatro come momento liberatorio della verità contrapposto alla "finzione" della vita)
Non solo perchè è una tragedia di Shakespeare, ma anche e soprattutto perchè nela "dramma" la rappresentazione teatrale della compagnia dei comici è un momento fondamentale per mettere in moto la catarsi finale
Gioco di incastri e di scatole cinesi dentro e fuori dal teatro (che è poi una geniale rilettuira in chiave musical magnificamente trasportata sullo schermo, de La bisbetica domata"
I Booth sono stati una leggendaria famiglia americana di attori Shakespeariani: il film ripercorre le gesta del figlio Edwin sulle orme del padre Junius Brutus, fra alcool e genialità "interpretativa" esasperata molto vicina all'esaltazione
Tre attori sotto accusa per uno spettacolo osceno....una cupa riflessione bergmaniana sulla sacralità dell'arte e il ruolo dell'arte nella società e nella vita
Il padre dei due protagonisti muore mentre recita l'Amleto... c'è un rapporto e un "contrasto " diretto fra il calore del mondo teatrale la freddezza del mondo religioso magnificamente reso anche cromaticamente dalla straordinaria fotografia di Sven Nykvist
Da una commedia autobiografica di Ruth Gordon,la storia di inizio secolo (siamo nel 1917 di una provinciale del Massachussetts che lotta con i genitori per andare a New York e poter così tentare di calcare le scene (ovviamente vincerà lei)
Ancora fra vita e teatro, la storia di una compagnia di provincia che tenta la grande carta con la messinscena di "Liberazione" di Wyspoanski (un film insomma di quando la Holland lasciava immaginare una fulgida carriera che non ha mai avuto purtroppo seguito)
Non solo il film è ispirato a una commedia seicentesca di Andreini, ma narra anche la storia di una compagnia teatrale dove la giovane attrice Lidia entrata a far parte del gruppo, riuscirà a sedurre sia il capocomico Giovan Battista Andreoni, che la di lui moglie Virginia Ramponi, primadonna della compangia
Parlando di Mozart, ovviamente, tutto è teatro... sublime teatro in musica (e qui le ricostruzioni sono felicemente esaltanto nei tempi e nei luoghi oltre che nei modi)
Complici un consistente gruppo di attori magistrali che lo seguono da una vita nel suo percorso artistico, Resnais ci coinvolge con questa sua ultima fatica in un appassionato e appassionante gioco di specchi fra realtà e finzione scenica prendendo spunto e ispirazione dalla Eurydice teatrale di Anouilh per parlare di innamoramento, fatalità e amore oltre la morte in un labirinto serrato di emozioni che lasciano trasparire quella che - nonostante l'età - è ancora oggi la voglia del regista di vivere e amare e soprattutto di mettersi in gioco e sperimentare.
Il villaggio è un palco teatro di guerra nel quale lo sguardo non riesce neppure a spingersi al di là di righe di gesso disegnate per terra. La cecità emotivo- intellettuale contrapposta alla rappresentazione della verità.
Il Victory, un teatro abbandonato, Chekov, la recita, le vite degli attori. Stratificazioni che si inseguono e sovrappongono nell'ultimo, bellissimo film di Louis Malle.
Un gruppo di attori sta provando per uno spettacolo musicale. Il regista chiude tutte le uscite e nasconde la chiave. Ma dentro il teatro c'è un pazzo assassino con una maschera da barbagianni che comincerà ad uccidere i membri della compagnia. Barbara Cupisti è la protagonista.
La povera Madeleine (Christine Kaufmann) ha sempre degli incubi. Sogna di essere in un teatro, un uomo con una accetta. Il teatro è quello privato che la sua defunta madre aveva fatto costruire nella sua villa per spettacoli privati. Intanto lei si esibisce nei teatri del Grand Guignol, insieme al marito e ad altri attori con cui un tempo anche la madre recitava. Uno ad uno vengono uccisi e sfigurati col vetriolo i membri della compagnia. Che connessione c'è fra i suoi incubi e questi delitti?
Il dottor Parnassus è il "capocomico" di una compagnia itinerante vestita con tanto di costumi settecenteschi...dietro il sipario (fatto di strisce argentate) si apre la dimensione dei suoi pensieri; chi decide di "tentare la sorte" e ci si avventura vive sogni stupendi che diventano incubi....
In questo film di Allen, una "pupa" con nessun talento viene inserita di forza nel cast di uno spettacolo dal mafioso di turno...è la sua donna! Il povero commediografo (john Cusack) dovrà vedersela con i capricci degli attori e con la "guardia" del corpo della pupa del gangster.
Il sogno del teatro: l'impresa di Fitzcarraldo-Sisifo-Klaus Kinski-Herzog di costruire un grande Teatro dell'Opera a Iquitos nel cuore dell'Amazzonia per farvi esibire i più grandi nomi della lirica, come Enrico Caruso. (Werner Herzog, "La conquista dell'inutile" )
Il drettore di una compagnia teatrale newyorchese vuole mettere in scena il suo dramma, dedicato alla donna di cui è innamorato. Finzione scenica e realtà umana si intrecciano e, alla fine, si confondono.
La rappresentazione del dramma "Come tu mi vuoi" di Pirandello in un teatro parigino fa sfondo alle vicissitudini personali del regista e dell'attrice protagonista: lui deve realizzare il sogno di mettere le mani su un'opera inedita di Carlo Goldoni. lei deve dimenticare un vecchio amore.
Nella Londra degli anni '30, un'eccentrica nobildonna dall'animo progressista sfida il perbenismo inglese adibendo il suo teatro agli spettacoli di nudo.
Il teatro dell'epoca barocca ospita, oltre alla musica di Haendel e a sontuose scenografie, anche il grottesco spettacolo dei sopranisti, cantori castrati dalla voce femminea e potente. Il più celebre di questi "uomini a metà" è Carlo Broschi, detto il Farinelli, privato della virilità dal fratello Riccardo, compositore tanto mediocre quanto ambizioso, che l'ha sacrificata alle proprie velleità musicali.
La storia di due allievi attori dell'Opera di Pechino mostra, sullo sfondo, il trascorrere del tempo, il mutare delle mode e dei regimi, mentre, in primo piano rimane, immobile, il destino individuale dell'uomo di teatro, che resta eternamente prigioniero del personaggio intepretato in palcoscenico.
Documentario sperimentale dell'epoca della contestazione. Il collettivo di Fabbrico, comune della provincia di Reggio Emilia, cerca inutilmente di mettere in scena la celebre tragedia di Sofocle.
La messa in scena, presso il teatro dell'università di Guanajuato, del "Don Quijote" di Miguel de Cervantes, è, per gli studenti, l'ocassione di essere diversi, e guardarsi dal difuori: un ottimo punto di partenza per conoscersi meglio e capire come risolvere i propri problemi.
"The Arbor" è il titolo di una pièce teatrale, scritta dalla quindicenne Andrea Dunbar, ed andata in scena, nel 1977, presso il Royal Court Theatre di Londra. Il film ripercorre la vita di questa sfortunata autrice, morta a soli ventinove anni. E, nel racconto, inserisce brani della sua opera, in un immaginario spettacolo allestito all'aperto, sul prato che costeggia la strada chiamata Brafferton Arbor.
Yukinojo è un oyama, un attore del teatro Kabuki specializzato in ruoli femminili. Userà le sue doti interpretative per ordire una diabolica trama contro i responsabili della morte dei suoi genitori.
Il copione da interpretare come la medesima storia che si ripete eternamente e di cui l'uomo crede di essere il soggetto agente, essendone invece "agito", i burattini e le maschere come i simulacri dell'eterno ritorno.
Già film tratto da un'opera teatrale, ispirata a sua volta da una ben più famosa opera teatrale, rende omaggio, nella scena della rappresentazione a corte, all'idea della compenetrazione tra realtà e finzione, in un gioco continuo di rimandi, dove il vero assume un tratto più distintivo se inserito nella messa in scena.
Un vortice di omicidi ruota attorno al Teratro Massimo di Palermo dove va in scena la Cavalleria Rusticana. Una scena entrata nella storia del cinema che mostra tutta la potenza della settima arte.
Hitchcock decide di ambientare la scena clou del film all'Albert Hall di Londra e orchestra i suoi attori come il fido Bernard Herrmann fa con i suoi musicisti. Il crescendo della musica culmina con il grido liberatorio di Doris Day: l'attentato è così scongiurato e l'incubo praticamente finito.
Il film che intendevo inserire è in realtà quello del 1930 di Alfred Hitchcock, purtroppo non in database. Sir John Meiner tenta di smascherare l'assassino di un'attrice teatrale facendogli recitare l'atto III dell'Amleto. Sopraffatto dai sensi di colpa, l'omicida si darà la morte ammettendo così la sua colpevolezza.
La vicenda, dal sapore vagamente gotico, si svolge presso il teatro parigino dell'Opera Populaire, dove un uomo sfigurato, illuminato dal sacro fuoco dell'arte, concupisce un'attrice e le insegna il bel canto. L'epilogo sarà triste.
Come in un'antica tragedia greca, Woody Allen, nel teatro di Siracusa, si trova di fronte ad un coro che lo invita a riflettere e con il quale si confronta.
Un vecchio e tronfio attore shakesperiano(Vincent Price),si vede negato,per l'ennesima volta, un'importante riconoscimento.Dopo aver inscenato un finto suicidio,si vendichera' dei critici uccidendoli,uno ad uno, ispirandosi alle sue tanto amate tragedie shakesperiane.Divertente ed avvincente horror,dal buon cast britannico,V.Price, prendendo in giro se stesso, e' di una ironia sopraffina.Unico,ma celebre,horror del regista D.Hickox specialista in film d'azione.
Una famosa attrice di teatro(Anne Heywood),in tournèe a Bruges,e' improvvisamente colpita da amnesia,tanto da non riconoscere piu' il marito né i suoi colleghi con i quali dovrebbe rappresentare l'opera "Lady Godiva",inoltre e' pedinata da un misterioso killer professionista(Tellly Savalas)tormentato dal dubbio che lei possa averlo riconosciuto per un'omicidio.Stracco e morboso "spaghetti-thriller", dai risvolti gialli,piu' sul registro psicologico alla Lenzi che su quello efferato alla Argento.Ritmo sonnolento,assenza di suspense e "gore",flashback che s'intersecano continuamente con la realta'.Il regista ha fatto di molto meglio.Ha comunque all'attivo qualche bella scena erotica,due magnetici protagonisti,i canali di Bruges come insolita "location", la lotta finale tra il sicario e la donna,e le malinconiche musiche di S.Cipriani,come al solito garanzia di qualita'.
Una tournee per mettere in scena "Il giardino dei ciliegi" di Anton Cechov è in realtà il viaggio che permette a due amici di ritrovarsi dopo che una donna li ha messi l'uno contro l'altro.
Il film inizia con Eisenheim arrestato sul palcoscenico. Nel flashback, che racconta tutta la storia dell'illusionista e del suo amore per la nobildonna Sophie, molte delle scene più importanti avvengono in un teatro di Vienna, sul palco e dietro le quinte.
Tratto dalla commedia brillante "Oscar" di Claude Magnier, con una grande L. de Funès, "remakkato" da John Landis ("Oscar-Un fidanzato per due figlie") con S. Stallone e O. Muti (sicuramente meno convincente)
Tratto da un pièce teatrale del '73 di Jean Poiret ("La Cage aux folles"), che conta soprattutto sulla bravura di M. Serrault (protagonista anche nello stesso lavoro teatrale) e di U. Tognazzi. Ci sono anche due sequel e un remake che non raggiungono il livello del primo lavoro.
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