Amo la settima arte, ma adoro anche la pittura, primissima forma originaria di espressione umana che richiama alle immagini dai tempi delle incisioni rupestri. Connubio a volte difficile perché si parla di linguaggi e mezzi sostanzialmente diversi, uno fatto di movimento e l’altro essenzialmente statico, non sono mancate le influenze tra pittori e registi, così non è raro trovare in diversi maestri di cinema inquadrature e dettagli d’ispirazione pittorica, e in diversi pittori veri tagli cinematografici nelle loro tele. Perfino Hitchcock in Psyco, - ma non dovrebbe sorprendere perché gli artisti, registi o pittori che siano, sono come spugne e assorbono tutto - nel famoso inquietante motel di Norman Bates sembra essersi ricordato dei quadri del pittore americano Edward Hopper, e in queste due personalità questo parallelismo mi pare lampante. Ma questa lista, più che cercare le contaminazioni tra le due arti, vuole essere una carrellata di biografie, ovvero quel cinema che cerca di esplorare anche con difficoltà, l’anima tradotta di solito nelle loro opere e i linguaggi dei pittori, antichi o moderni che siano, a volte con esiti affascinanti, altre volte meno. Le mie preferenze filmiche non sempre coincidono col pittore preso in questione, ma vanno alla suggestione che mi ha lasciato il film sull’artista, che in qualche caso ho potuto scoprire sotto luci diverse, mai immaginate. Era da un po' che ci pensavo, riunire in una lista due mie grandi passioni, cinema e pittura.
Il bravissimo Ed Herris, qui in veste anche di regista, incarna al limite della totale immedesimazione la figura del fondatore dell’action painting, uno dei pochissimi esempi di arte puramente astratta di mio gusto. Il film è potente, sobrio e tratteggia senza retorica la figura a tutto tondo di un uomo e di un artista dalla forte e fragile personalità. Bellissimo.
Purtroppo sempre poco considerate le artiste femminili da una critica più maschile, la storia ci ha consegnato figure interessanti e incredibili, e alcune troveranno spazio nella mia lista. Tramite questo film ho scoperto quest’artista visionaria e potente, Seraphine de Senlis, pittrice lontanissima da una visione romantica della natura, una serva che si faceva i colori da sola per poter liberare il mondo tortuoso che custodiva dentro di sè, donna umile e dalla vita sfortunata. Quasi impossibile trovare una monografia che parli di lei e della sua arte. Magnifica l’interpretazione della attrice Yolande Moreau.
USA, Francia, Germania, Italia, Gran Bretagna, Romania
durata 127'
Titolo originale Modigliani
Regia di Mick Davis
Con Andy Garcia, Elsa Zylberstein, Hippolyte Girardot, Eva Herzigova, Udo Kier
A differenza di tanti, ho apprezzato moltissimo Andy Garcia in questo ruolo difficile, forse uno dei più belli e controversi della sua carriera. Un film intenso e coinvolgente che pesta forse troppo sul cliché dell’artista maledetto e sfortunato, e che commette l’errore di voler fare spettacolo sulla presunta, probabilmente poco vera, rivalità tra Modigliani e Picasso, - ma la storia d’amore lascia il segno.
Valentina Cervi da corpo e sostanza a una delle personalità femminili più talentuose nell’ambito del ‘600. Figlia d’arte in un mondo in cui alle donne non era concesso dipingere, né frequentare botteghe per imparare il mestiere, influenzata dal genio di Caravaggio aveva più talento di tanti suoi contemporanei come seppe riconosce il padre pittore Orazio Gentileschi che la incoraggia a dipingere. Il film prova a definire sotto un’ ottica diversa la vicenda che la vede coinvolta in una violenza sessuale che la segnerà come donna e probabilmente come artista.
Adoro la pittura astratto/figurativa piena di suggestioni oniriche di questa affascinante pittrice americana, tra le più importanti d’inizio secolo; il biopic rende la personalità complessa e anticonformista di una donna, analizzando il suo rapporto stimolante e problematico col marito fotografo, pigmalione fedifrago. Ho trovato splendida l’ultima parte del film, crea ambiguità e mistero nel rappresentare l’artista nel New Messico, luogo da cui trae ispirazione per gran parte della sua attività artistica, tra il deserto e le ossa degli animali. Film forse poco conosciuto, ma da riscoprire.
Artista maledetto, assassino, censurato, perseguitato, probabilmente assassinato come è stato teorizzato da qualcuno? Un genio della pittura che ci ha lasciato opere immortali. Da adolescente, mentre studiavo l’arte del ‘600 italiano, rimasi spiazzata alla prima visione di questo film anomalo di Derek Jarman, a cui non interessa certo l’aderenza storica al contesto, che azzarda paragoni e si permette di inserire elementi fuori tempo (la macchina da scrivere), per suggerire la modernità di un personaggio controverso come Caravaggio, ma l’immagine del cadavere di Tilda Swinton, modella per il dipinto La morte della Vergine mi è rimasta impressa nella memoria. Altro film che vorrei riscoprire, oggi che i miei occhi vedono in modo diverso. Va ricordato anche il Caravaggio televisivo del 2007 con Alessio Boni onesto prodotto che ci rende una figura abbastanza fedele del pittore.
Con Kirk Douglas, Anthony Quinn, James Donald, Pamela Brown, Everett Sloane, Niall MacGinnis
Ovvero la vita sofferta, delirante e dolorosa di Vincent Van Gogh, pittore olandese amatissimo quasi idolatrato da noi contemporanei, ma che in vita non ha mai venduto un quadro, - forse giusto uno? - interpretato da un superbo e folle Kirk Dauglas, e il suo rapporto conflittuale con un altro artista sanguigno come Gauguin. Una delle più belle e oneste biografie realizzate su un artista. Va ricordato anche il bel Vincent e Theo del 1990, film che prendeva in esame il rapporto di Vincent col fratello Theo, collezionista d’arte.
La sfortunata pittrice messicana vittima di un terribile incidente che la segnerà a vita, condizionando anche i temi della sua pittura. Suggerito da Amandagriss.
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