Come si scopre di essere innamorati? Si è innamorati quando si comincia ad agire contro il proprio interesse. François Truffaut
L'ennesima playlist sull'amore? Può darsi. Il mio pensiero definitivo e probabilmente scontato è che non è vero che esistono tanti tipi diversi di amore e che ognuno ama a modo suo. Non è vero che è tutto giustificato o giustificabile.
Una volta pensavo ingenuamente che voler bene fosse un sentimento, ossia che partisse dal soggetto. Io amo, io voglio bene, l'importante è cosa provi io. Poi qualcosa mi fece spostare il fuoco, ipotizzando un'altra prospettiva. Qualcuno mi disse amore è un progetto. Non dipende dall'intensità del sentimento, non è quello il punto. L'importante è che dal sentimento derivi una voglia, un bisogno, un desiderio di proiettare se stessi nel futuro con l'altra persona. Una progettualità, un desiderio di continuità. Per un po' mi ha convinto. Ma c'è sempre stato qualcosa che non mi tornava. L'asse sembrava non sbilanciato perché invece che all'io era legato al noi. Sembrava onesto, equilibrato. Ma era davvero il modo più sincero di descrivere questo sentimento? All'osso, grado zero, assoluto? No. Mi sono resa conto che quello che cercavo, per descriverlo, doveva essere uno spostamento decisivo dell'asse. Non io, non noi. Ma semplicemente tu.
Volere bene a una persona non basta. Non è sufficiente a descrivere e comprendere. Volere bene è una dichiarazione di intenti, non delle parole autorisolutive focalizzate su se stessi. Preferisco, alla parola amare, l'espressione volere bene per un motivo molto semplice. È un'espressione transitiva. Se io ti voglio bene, voler bene non è il mio bisogno, ma diventa per me il tuo. Amare è come dice Truffaut ciò che mette al centro del tuo interesse il bene di chi ami anche a discapito del tuo. Per questo è una dichiarazione di intenti, attiva, consapevole e transitiva, e non un puro e semplice sentimento. E così si passa da io a noi a tu. E l'urgenza del bene della persona amata è incondizionata perché scavalca qualsiasi bisogno personale e non ammette, appunto, condizioni. Trovare storie d'amore al cinema è facile. Ma l'amore incondizionato è raro. Eh, già.
(Mi dispiace se sono praticamente tutti film drammatici. Ho scartato di proposito tanti film perfettamente in tema ma non per fare una selezione sul mood. Non era intenzionale. Se questo significa qualcosa, non lo so, e comunque non spetta a me dirlo. Probabilmente non mi interessa.)
Il protagonista di Ferro3 ama gli altri come regola di vita. Vive in un modo tutto suo, e quando apparentemente sta prendendo, secondo le proprie necessità, in realtà già immagina un modo di restituire e migliorare in qualche modo la vita delle persone che (non) incrocia. Ma la potenza della sua volontà raggiunge i livelli massimi quando si innamora e dunque deve prima di ogni cosa fare del bene alla persona amata. Anche a costo della propria libertà. Un concetto semplice, ma raccontato in modo da generare brividi, ogni singola volta.
- Ma ci siamo amati. - Ah, no, sono io che ti amavo. Tu eri innamorato, non è la stessa cosa. Poi tu sei sempre stato scettico, e dubitavi spesso di me. - Per forza, dicevi ti amo perché ti amo, e allora... - E allora, non ti sembrava una ragione sufficiente? (No.) Quello che cercavo di dire goffamente nell'introduzione detto meglio, ovviamente da Truffaut. Ci sarà un motivo se ho eletto a mio alter ego definitivo Antoine Doinel.
"Noi non saremo mai come loro". E quindi, nell'istante in cui sanno di amarsi, nasce anche la certezza che il modo più alto per esserne certi è rinunciare.
Con Stellan Skarsgård, Emily Watson, Katrin Cartlidge, Jean-Marc Barr, Adrian Rawlins
Lasciando perdere per un istante la sparata provocatoria (tipica di Lars) del finale, non c'è amore più intenso e definitivo di quello di Bess per Ian. L'amore muove tutte le sue azioni, tutti i suoi desideri, tutti i suoi ragionamenti. Trascende nel sacrificio (ed è il motivo per cui ho tentennato nell'inserirlo) ma è decisamente incondizionato.
Ecco, io ho un debole per i film corali, e Kasdan racconta tante piccole storie di amore vero e di amore sbagliato. Ma c'è un amore in particolare, che si estende e diviene paradigma: quello dei personaggi interpretati da Close e Kline. Perché il regalo che Kline fa all'amica comune quasi alla fine del film è la migliore espressione del concetto "mi metto nei tuoi panni e voglio il tuo bene, prima del mio". E lo applicano entrambi, marito e moglie, in uno scambio circolare del sentimento che li unisce. L'amore reciproco si esprime attraverso l'amore per l'amica comune.
- Love doesn't end just because we don't see each other. - Doesn't it? - People go on loving God, don't they? All their lives. Without seeing Him. - That's not my kind of love. - Maybe there's no other kind.
Con Lee Kang-sheng, Yang Kuei-Mei, Miao Tien, Tong Hsiang-Chu
Il film ci potrebbe anche stare (è più fraternité che amore, ma soprassediamo) ma in realtà è per lasciare a chi legge la possibilità di riempire un buco. Un suggerimento per il settimo film. Ho scartato Amour, Tutto su mia madre, Volver, Dolls. Ho scartato La mosca perché mi rendo conto sembri folle considerarlo una storia d'amore. Ho scartato Inseparabili. Ho scartato Mississipi Masala pur avendolo molto amato. Ho scartato Benjamin Button. Ho scartato Titta perché mi sembrava ruffiano. Ho scartato 84 Charing Cross Road. Ho scartato L'impero dei sensi (l'amore ovviamente è quello dell'uomo, che asseconda e asseconda e asseconda.). Ho scartato Hong Kong Express per non mettere due Wong Kar-Wai. Ho scartato Intimacy perché... lo so io perché e anche perché non ce l'avevo sotto mano per recuperare il dialogo di una scena ("Va bene così") che sarebbe entrata perfettamente in playlist. Suggerimenti?
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