Come avrete certamente saputo il 24 febbraio 2014 ci ha lasciato il mitico Harold Ramis a causa di un’infezione vascolare di cui era affetto da quattro anni. La notizia della perdita di una delle icone della tua infanzia, che ti ha fatto sognare in un periodo fantastico della vita, è come essere a conoscenza che uno degli amici o parenti più stretti se ne sia andato per sempre. Su filmtv hanno già stilato degli apprezzabilissimi articoli su questo favoloso cineasta, ma volevo comunque dedicargli il mio atto di riverenza personale... Harold è nato a Chicago nel 1944 in una famiglia di origini ebree. Figlio di due proprietari di una drogheria, si è diplomato alla Nicholas Senn High School ed ha conseguito la laurea nel ’66 alla Washington University. In questa fase comincia a sviluppare il suo talento di scrittore di parodie, ispirandosi alle gesta dei fratelli Marx e scampando alla guerra del Vietnam con la somministrazione di metanfetamine (risultò quindi negativo al test di resistenza fisica); dopo un breve impiego da insegnante nel ’68 comincia la sua gavetta di giornalista freelance per il Chicago Daily News e nella sezione comica di Playboy. Intanto partecipa nella troupe del teatro d’improvvisazione “Second City” e si fa le ossa per la sua imminente attività nel settore della recitazione. Qui incontrerà le persone che cambieranno radicalmente la sua vita: John Belushi ed Ivan Reitman. Lo show radiofonoco del National Lampoon (1974), spin-off live dell’omonima rivista, sarà il passo successivo che gli permetterà di collaborare con i futuri colleghi Joe Flaherty, Christopher Guest, Bill Murray, Gilda Radner e naturalmente Dan Aykroyd. Grazie al suo talento comico innato diventa dal ’76 al ’79 uno dei performer di punta della televisione canadese SCTV, firmando anche molti sketch per il programma che negli stessi anni cambiò definitivamente la tv americana: il "Saturday Night Live".
Nel 1978 inizia la sua incredibile avventura nel mondo del cinema, quando Reitman l’ingaggia come uno degli screenwriter di "Animal House" (diretto da Landis): la commedia scolastica, ispirata in parte alle sue peripezie ai tempi del college, che aprirà strada a tutto un filone di university-commedy tutt’oggi in auge. Il successo è immediato e Ramis si presta anche come regista in altri divertentissimi trionfi al botteghino: "Caddyshack" (1980), "Stripes" (co-interpretato con Murray: 1981) e "National Lampoon's Vacation" (1983).
Nel 1984 il suo nome entra nella leggenda con l’acchiappa-incassi "Ghostbusters", scritto assieme ad Aykroyd nell’isola di Martha's Vineyard, appena dopo la scomparsa dell’amico Belushi. Ramis prende il ruolo dell’omerico Egon Spengler (nome di un suo ex compagno di classe e cognome dello studioso tedesco Oswald): epico scienziato che mette a punto l’equipaggiamento stupendo della squadra acchiappafantasmi, e il quale, con Murray/Venkman, Aykroyd/Stanz e Hudson/Zeddmore, salverà il mondo dal dio sumero Gozer. Il film, lodato come la più grande sci-fi commedy di tutti i tempi, si installò istantaneamente nell’immaginario collettivo di una generazione intera.
I lavori di Ramis seguiranno con lungometraggi esilaranti dai risultati altalenanti come "Club Paradise" (1986), "Ghostbusters II" (1989: sequel in cui riprende con più umorismo le vesti di Egon), il suo capolavoro "Groundhog Day" (realizzato con Murray: 1993), "Multiplicity" (con un "moltiplicabile" Michael Keaton: 1996), "Terapia e pallottole" (con un frizzante De Niro: 1999), "Indiavolato" (2000), "Un boss sotto stress" (2002), il curioso noir con John Cusack "The Ice Harvest" (2005), fino all’ultimo, e meno riuscito, "Anno Uno" (2008) con Jack Black.
Sceneggiatore stupefacente, attore fuori classe, regista anticonformista e originale, ma soprattutto demiurgo di formidabile ingegno, mai ipocrita o svenduto alle major, Harold è stato uno dei più influenti commediografi dell’entertainment statunitense moderno. Non ti dimenticheremo mai. You'll always be in our hearts!!
Largamente considerata la pellicola migliore del regista, tanto da aggiudicarsi la prestigiosa preservazione del National film Registry: Phil Connors (Bill Murray) è un giornalista intrappolato nel tempo durante “Il giorno della marmotta” tenuto presso la cittadina Punxsutawney. Per uscire da questo claustrofobico varco transitorio, dovrà seguire un processo di catarsi mettendo in atto delle buone azioni tra gli abitanti del luogo; la pellicola è il perfetto esempio del modo di fare cinema di Harold, ovvero come da un’idea semplicissima si possano costruire delle metafore sui dogmi della vita e dell’eternità. La stessa espressione “Groundhog Day” è diventata un gergo utilizzato dai militari dei paesi anglosassoni per riferirsi alle monotone giornate in Iraq. Ramis, alla fine delle riprese, mandò pure una lettera di ringraziamento agli abitanti di Woodstock, Illinois, dove vennero effettuate gran parte delle riprese.
All’inizio nessuno voleva produrre "Animal House". Era un progetto troppo lontano dalla convenzionalità dello star-system per essere preso sul serio dai manager della Universal: «Chi diavolo sono questi attori?! Chi li conosce?», tuonavano a Landis… effettivamente l’unico volto (televisivamente) famoso era solo quello di John Belushi. Quest’ultimo pur non avendo lavorato in molti altri film, vista la prematura sparizione nell’82, spiccò su tutti i grotteschi personaggi, e probabilmente quella di A.H. rimane la sua performance più memorabile ed amata dai fan; ma l’aspetto sollazzevole del metraggio fu che i vari caratteristi rispecchiarono perfettamente le personalità dei membri di tutte le confraternite americane. Insomma, in ogni università potevi incontrare un Bluto, un Boon, un Eric Stratton, una carogna come Gregory Marmalard ed ovviamente un rettore spietato (Wormer). Il “toga party” è ormai un rito collettivo praticato in innumerevoli college stelle e strisce.
Egon Spengler (Ramis) è stato, presumibilmente, il primo inventore che ha reso "cool" l'immagine del "nerd", e l’acchiappafantasmi più importante del gruppo, indimenticabile in camice con il calcolatore ed il PKE Meter in mano; nella sceneggiatura vagliato come “la mente” del quartetto (Stanz, Venkman e Zeddmore erano "il cuore", "la bocca" e "la ragione"). Cito le sue frasi passate alla storia:
Egon: Mai incrociare i flussi! Peter: Perché? Egon: Sarebbe male. Peter: Faccio sempre confusione tra il bene e il male, che intendi per male? Egon: Immagina che la vita come tu la conosci si fermi istantaneamente e ogni molecola del tuo corpo esploda alla velocità della luce. Ray: Inversione protonica totale!
Ray: Spengler, sono con Venkman. L'ha smerdato! Egon: Splendido, Ray! Serbamene un campione!
Egon: Sono preoccupato, è pieno zeppo lì, e tutti i dati più recenti mi danno qualcosa di grosso all'orizzonte. Winston: Come sarebbe "grosso"? Egon: Be', diciamo che questo plumcake rappresenti la quantità normale di energia psicocinetica nell'area di New York. Secondo il rilevamento di stamani questo dovrebbe essere lungo dodici metri e del peso approssimativo di trecento chili. Winston: Un bel plumcake!
Janine: Come è buono ad occuparsi di quel poverino, lo sa che lei è un vero umanitario? Egon: Non credo che sia un umano.
Commedia di Reitman poco conosciuta in Italia, ma sorprendentemente popolare negli States, ribaltò il mito Reaganiano. Era una sorta di scimmiottatura del duo Cheech & Chong ed aveva Murray e Ramis da protagonisti. I due comici, che impersonavano degli scapestrati disoccupati, i quali intraprendevano ingenuamente il servizio militare, improvvisarono gran parte delle battute (tra cui quella in cui Murray gioca con la spatola con PJ Soles), modus che rimase il tratto distintivo di parecchie delle loro opere. Volgarotta, ma “con intelligenza”, la bobina figurava nel cast anche l'adorabile John Candy.
Esordio alla regia per Ramis, sempre basato su reminiscenze della sua adolescenza da caddy, qui da noi tradotto più anonimamente come “Palla da golf”. Nei tag-line -“Some people just not belong”, “The Snobs against the Slobs!”- c’era già tutta la filosofia della sua filmografia, volta ad attaccare lo stile di vita falso e cafone delle classi privilegiate.. Oltre ai briosi duetti di Murray e Chase il film diede un cospicuo spazio a Rodney Dangerfield, che forse fu la vera stella di "Caddyshack", grazie al duro scontro con Ted Knight.. Spassosissimo il monologo di Murray, che si crede “Cenerentolo”!
Anche questo celebre in patria ma di impatto quasi nullo nel paese nostrano, per via della distribuzione poco dinamica ed il doppiaggio difficoltoso di Chavy Chase. Fu il primo on-the-road familiare, e poteva essere inteso come un’allegoria scaltra sul “compiacimento della vita istituzionale americana”. Sceneggiato, oltretutto, da John Hughes, il che è già un marchio di garanzia. Ottenne critiche positive, ed in America una buona accoglienza. La Wagon Queen Family Truckster usata dai Griswold rimase un “monumento nazionale”.
Per alcuni "Analyze This" anticipò "I Soprano" un anno prima che fosse messo in onda. De Niro e Billy Crystal sono rispettivamente Boss e psicoterapeuta in antitesi. Ottima la prova di regia di Ramis, interessante il concept, e diversi i riconoscimenti.
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