Teatro di guerra
- Drammatico
- Italia
- durata 113'
Regia di Mario Martone
Con Andrea Renzi, Anna Bonaiuto, Iaia Forte, Roberto De Francesco, Marco Baliani

(La lotta con L'amore molesto è stata difficile.)
Io la chiamo sudditudine, ingenuamente, orgogliosamente, stupidamente.
La sudditudine è tutto quel che rimane: è un’origine non ben definita (sud), è una condanna se non si riesce a prenderla bene (sudditanza), e infine un pensiero fisso per chi non ritorna (solitudine).
Di film che trattano consapevolmente o inconsapevolmente di Napoli ce ne sono tanti, troppi. Probabilmente farò altre playlist, non potendo scegliere il numero di elementi da inserire.
Regia di Mario Martone
Con Andrea Renzi, Anna Bonaiuto, Iaia Forte, Roberto De Francesco, Marco Baliani
(La lotta con L'amore molesto è stata difficile.)
Regia di Francesco Patierno
Con Luigi Iacuzio, Federica Bonavolontà, Francesco Pirozzi, Francesco Di Leva
Regia di Andrea Frazzi, Antonio Frazzi
Con Gianluca Di Gennaro, Carmine Recano, Arturo Paglia, Miriam Candurro
Regia di Antonietta De Lillo
Con Maria De Medeiros, Rosario Sparno, Raffaele Di Florio, Imma Villa, Lucia Ragni
Regia di Antonio Capuano
Con Toni Servillo, Licia Maglietta, Domenico Balsamo, Carlo Cecchi
Regia di Matteo Garrone
Con Aniello Arena, Claudia Gerini, Loredana Simioli, Nunzia Schiano, Ciro Petrone
(Anche se per qualche motivo Napoli si sente molto anche in Estate romana.)
Regia di Giuseppe M. Gaudino
Con Aldo Bufi Landi, Olimpia Carlisi, Tina Femiano, Salvatore Grasso
Regia di Francesco Rosi
Con Rod Steiger, Salvo Randone, Guido Alberti, Angelo D'Alessandro
Infatti! Avrei voluto semplicemente dire 'perché ne vale la pena', proprio perché non credo sia il campanilismo che genera l'attrazione. Per quello secondo me non ci sono motivi, certo non la mia provenienza :)
ricorre molto Napoli nel cinema italiano degli ultimi 20 anni: Martone e Garrone, in particolare, hanno saputo comporre ritratti molto peculiari della città: il primo accentuandone i tratti più oscuri ed enigmatici; il secondo rappresentando Napoli come uno "stato della mente", con toni quasi irrealistici, trasfiguranti, facendo leva su cromatismi spesso spregiudicati..."Naples state of mind", verrebbe da dire...ciao!
ed wood, per me inoltre Martone e Garrone hanno un elemento in comune, che fa da collante alle due facce diverse ma compatibili che tu hai descritto: un modo di descrivere il dolore che è in un certo qual senso sopportabile. E quindi verosimile. Non è quella ferita aperta urlante che ti fa venire solo voglia che il dolore passi, ma quel dolore 'sedimentato', che non nascondi ma con cui vieni a patti. E anche, non esibito ma raccontato con onestà e dignità. Mi ha fatto un male cane la parte iniziale di Reality, in cui dopo la festa, il casino, il vociare, la volgarità, il kitsch, tornano tutti a casa e si spogliano, e tornano persone. E sanno di essere persone, e improvvisamente la normalità, rispetto allo 'show' una tantum, suona dolorosa. Ora, l'ho visto troppo tempo fa e dovrei rivederlo, ma ricordo che c'erano certi momenti de L'amore molesto in cui anche solo veder camminare la Bonaiuto per strada, pur se azione normalissima, mi dava la stessa sensazione.
È stato lo stesso anche per me, maghella. Il primo che ho visto e il primo a folgorarmi :) Ma per parlare di Napoli Martone ce lo dovrei mettere tutto, in playlist. Come dicevo sopra, come si potrebbe non 'visualizzare' la Bonaiuto che cammina per le strade, pensando a Napoli? Almeno per me.
Commento (opzionale)