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RIZ ORTOLANI
di hallorann ultimo aggiornamento
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RIZ ORTOLANI

Qual è il ruolo dei musicisti nel cinema? Semplici commentatori di immagini o chiavi (musicali) per interpretare al meglio l’anima di un film? Riz Ortolani è stato entrambe le cose. Ne IL SORPASSO di Dino Risi il suo jazz orecchiabile apre il film, per poi chiuderlo nel tragico finale. Accompagna e resta comunque indelebile. Forse un colpo di fortuna perché il punto di forza del film erano le canzonette del ’62. Ho sempre pensato che Ortolani per l’occasione si rifece al jazz commerciale e commestibile di Piero Umiliani. Personalmente ritengo “More” da MONDO CANE di Jacopetti e Cavara, il pezzo più famoso che gli fece guadagnare fama internazionale e tanti soldi, tra i più banali del musicista pesarese scomparso ieri all’età di 87 anni. Con il tema di FRATELLO SOLE, SORELLA LUNA (film a buon mercato di Zeffirelli su San Francesco) Ortolani comincia la seconda fase: quella di dare un’anima, un vestito ai personaggi, le situazioni, i messaggi di un’opera cinematografica. Le musiche per i film di genere NON SI SEVIZIA UN PAPERINO di Fulci e CANNIBAL HOLOCAUST di Deodato, per citarne due tra i tanti, sono dei capolavori strazianti che fanno venire ancora la pelle d’oca. Se sono dei cult è merito anche del valido Riz. Riascoltate la partitura di CONFESSIONE DI UN COMMISSARIO… di Damiano Damiani e non la scorderete più: organo, chitarra elettrica, archi e batteria prepotente che ogni tanto emerge e scompare. E dalla stessa pellicola il diametralmente opposto funky del tema di “Il ricordo di Serena”. Arrangiamenti dalle sonorità tipicamente anni settanta eguagliati in quegli anni solo dagli Osanna che mettevano in pratica il progressive di Luis Bacalov. Ma Ortolani era un gradino sopra perché sapeva aggiungere quel tocco melodrammatico che era la sua cifra. Poi il cinema di Pupi Avati ha incontrato il suo Genius (dal titolo non presuntuoso di una raccolta celebrativa) e gli ha plasmato sia le opere minimal intimiste che gli horror (sentire ZEDER e L’ARCANO INCANTATORE). Senza mai snaturarsi ha confezionato musiche eccellenti e apparentemente stridenti (una peculiarità dell’autore) con il contesto cinematografico. Meritano un ascolto a sé REGALO DI NATALE e il seguito LA RIVINCITA DI NATALE  e resti impressionato dalla capacità di concepire grandi arie ben orchestrate che raccontano la malinconia delle pellicole e dei personaggi protagonisti. L’assolo di tromba di MA QUANDO ARRIVANO LE RAGAZZE? supera di gran lunga la mediocrità e l’irrisolutezza del film del regista bolognese. Sorprendente lo spartito de IL FIGLIO PIU’ PICCOLO. Sicuramente tra trecento colonne sonore scritte ne dimentico qualcuna, ma credo che già questa manciata di titoli meritino un posto d’onore a Riz Ortolani tra i grandi musicisti italiani e non.

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