Lo sguardo sottile e chiaro…gentile, colto, spiritoso, discreto, intellettuale curioso…così lo hanno descritto nei giornali di oggi Michele Serra e Alberto Crespi e così era il suo cinema, impastato della prosa e della poesia di Meneghello, Rigoni Stern e Zanzotto (raccontate in alcuni documentari curati con Marco Paolini). Del suo Veneto e di riflesso dell’Italia. Un minimalismo d’autore mai banale. Anche nelle prove meno riuscite c’era quella generosità e quella voglia di narrare la provincia più profonda che avevano incantato pubblico e critica fin dagli esordi. I suoi film hanno sempre trasmesso qualche sentimento, riflessione, spunto di discussione e sorrisi. L’inedito e di prossima uscita LA SEDIA DELLA FELICITA’ mi rassicura solo leggendo i nomi del cast di attori vecchi e nuovi del piccolo mondo moderno di Carlo Mazzacurati.
Con Silvio Orlando, Adriana Biedrzynska, Monica Scattini, Claudio Amendola
Mazzacurati sbarca in una Roma lontana da facili cliché. Film imperfetto ma generoso. Bravissimo Claudio Amendola e tutto un corollario di attori in piccoli ma ben curati ruoli.
Personalmente il mio preferito, per i paesaggi umani desolati e intimi, per gli sprazzi di poesia autentica, per una bella storia di amicizia e riscatto dopo aver masticato la sconfitta del licenziamento e della disperazione dell’Est post comunista. Abatantuono in una delle prove migliori. Citran un feticcio per Mazzacurati, una scoperta per noi. Messeri la quintessenza vera dell’italiano maneggione all’estero.
Con Tereza Zajickova, Antonio Albanese, Silvio Orlando, Roberto Citran, Antonio Catania
In streaming su Infinity Selection Amazon Channel
L’intuizione di usare Antonio Albanese in un ruolo drammatico, italiani squallidi e dal cuore tenero girano intorno a una giovane ragazza in cerca di riscatto (ancora una volta) nella nostra terra. Galleria di caratteristi indimenticabile.
Ancora una storia di integrazione e intolleranza, pregiudizi e speranze. Dietro il disincanto del cronista Bentivoglio ci sono le rovine culturali e sociali del nostro paese.
Tra i tanti camei regalati a Nanni Moretti, il più bello e divertente è il critico cinematografico del Manifesto che piange alla lettura delle sue recensioni sui film di Lynch e Cronenberg. Indimenticabile sberleffo.
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