Il Male. IL MALE. Cos’è il male? Perché c’è il male? Perché facciamo il male? Ma, soprattutto, perché ci facciamo e facciamo agli altri il male? Pare che il Male sia l’assenza del Bene, categorie teologiche, certo, ma la cosa non mi convince. Esiste quella fascia grigia che non è né bene né male, ma è zona neutra, non voglio dire indifferenza, ma allora cos’è questa zona neutra se non proprio l’assenza di bene e di male? Si può vivere senza fare il bene o il male? Ma che razza di vita sarebbe? Uno scoiattolo ad esempio. Non fa né il bene né il male ma nasce, gioca, si ciba di noccioline, poi si accoppia e un giorno Bum! End of Game. No, no cari miei, non voglio fare come lo scoiattolo. Appartengo alla razza umana, all’homo sapiens sapiens, perdinci. Sapiens? Ricordate quel film dell’orrore (alquanto moscio) dove vengono convocati i peggiori mostri mai esistiti. Arriva Dracula, poi arriva Frankenstein, magari poi Godzilla, Tarantola ecc. Sembrano esserci tutti, ma manca ancora qualcuno. Chi? Si apre la porta ed entra il mostro peggiore di tutti, annuncia il cerimoniere o l’anfitrione, non ricordo bene. Chi? Ma l’UOMO, naturalmente. Ma perché? Si chiedono alcuni mostriciattoli. Perché? Perché l’uomo è la peggiore creatura del mondo. Uccide per divertimento, per noia, per avidità. Ha causato i peggiori disastri, le epidemie, le guerre, rischia di cancella re il pianeta e ancora vi chiedete perché?
Ma c’è Male e Male. C’è il male assoluto che è la volontà chiara e determinata di uccidere, umiliare, seviziare, torturare senza rimorsi o rimpianti. Ma c’è un male che mi fa più paura ed è il male di vivere. Un male che si avvicina ai personaggi di Camus (LO STRANIERO), quel male oscuro (quello di cui parla Berto) che rovina la vita tua e degli altri. Quello che confina con la depressione, con la graduale presa di coscienza che la vita non vale la pena di viverla, quella che ti avvicina sempre più al suicidio. E’ quello il vero male, che non sempre è provocato da agenti esterni evidenti (la crisi economica, la perdita del lavoro,una malattia debilitante, la morte di un figlio) ma proviene da cause misteriose o forse non tanto. Un’esistenza grigia, per esempio, insoddisfacente, un matrimonio che non va, un lavoro che pesa sempre di più, un’esistenza che troviamo sempre più grigia, inutile, noiosa e che ci uccide poco a poco. Quando cioè muore la speranza, quando si pensa solo ai ricordi, quando ci buttiamo su falsi amici (la tv, il calcio, la droga, l’alcol ecc.).
Se la letteratura ha espresso questo male in modo diffuso, il cinema ha sempre provato un po’ di ritegno e usato molta cautela. Soprattutto il cinema americano. Neanche il cinema europeo ha prodotto molto, forse perché il male di vivere è arduo da rappresentare. E’ deprimente e allontana il pubblico.
La lista seguente non vuole essere di proposito precisa, ma indica uno stato d’animo dei protagonisti e del regista e un mio sentimento personale. Non vuole essere nemmeno esaustiva ed è stata redatta con una memoria un po’ labile, come la mia.
Con Marcello Mastroianni, Anna Karina, Bernard Blier, Georges Wilson
Ricordate l'incipit del romanzo di Camus? Un'esistenza senza punti di riferimento di nessun tipo. Il modello esemplare dell'eroe camusiano. Verso il mito di Sisifo.
La tua vita che ti passa davanti e che ti rammenta che la terra ti chiama. Il posto delle fragole è un ricordo ormai lontano: irrompe ora il rintocco della campana e il sinistro cigolìo di una bara che si apre. Per te.
Un film struggente sul dolore, e sull'impossibilità di evitarlo, a se stesso ma soprattutto a chi ci è vicino. Per me un capolavoro. Siamo vicini a CRONACA FAMILIARE di Zurlini.
Con Frank Sinatra, Lee Remick, Ralph Meeker, Tony Musante
Strana irruzione americana in un parterre de roi europeo. Ma, a suo tempo, questo film mi causò giorni di ansia e pessimismo esistenziale. Forse perchè ero troppo giovane e vitale.
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