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Visioni appassionate: cosa resterà di questo 2013
di alan smithee ultimo aggiornamento
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alan smithee

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Visioni appassionate: cosa resterà di questo 2013

Questa sera faccio per recarmi alla multisala di Albenga, intenzionato a vedere "I sogni segreti di Walter Mitty", ovvero quel poco che resta di visibile durante la bufera natalizia, posto che Lo Hobbit, Philomena, Still life e Moliere in bicicletta (invisibile nel Ponente ligure ma provvidenzialmente acchiappato al TFF) li ho già da tempo fagocitati, e con una certa soddisfazione. Il film di Ben Stiller, unico tra le sette sale, ha registrato il tutto esaurito, ma non solo per lo spettacolo delle 20,30, bensì anche per l'ultima proiezione. Che fare? Piuttosto che rovinarsi lo stomaco con le pacchiante (tutte italiane, ahimè) di Natale, meglio, più sano e conveniente tornare a casa, buttando via 7 euro di autostrada e tutto il resto, pazienza, ma con la certezza che la' qualche gioiellino inedito pescato per vie fortuite nei labirinti del web (cito un po' a caso Sauna di Antti Jussi Annila, l'indonesiano Merantau, il coreano Castaway on the moon, Becket di Manuli, Il richiamo di Pasetto, Les anges exterminateurs di Brisseau e chissà quanti altri) giace da tempo nelle memorie sempre piene del mio pc in attesa di essere preso in considerazione. Fuori della sala, nel piazzale, una donna in macchina mi domanda dov'e' il cinema: penso che stia scherzando, dato che ci si trova davanti, ma poi mi accorgo che me lo chiedecseriamente e non lo sa davvero, e che probabilmente non è una "straniera" affetta da astinenza cinefila, dato che la macchina dalla quale scende è targata Sv. Questo per dire che a Natale la gente affolla le sale andando spesso allo sbaraglio: il mondo italiano va al cinema perché lo sente quasi come un dovere forse, o forse perché ci vanno tutti e alla gente le mode ed i fenomeni di massa sono sempre piaciuti. Cinema stracolmi di gente: buone, anzi ottime notizie in senso assoluto. Ma poi e' inevitabile anche pensare che molti di loro, ma proprio tanti tanti (e tra questi la signora che si e' persa nel parcheggio adiacente alla multisala), non ci ritorneranno mai più in un cinema fino al prossimo Natale; alcuni forse lo faranno a  Pasqua. Noi cinefili, al contrario, trascorriamo le feste come un periodo dedicato alla premeditata disintossicazione da sala cinematografica: non dal cinema pero', perché questa astinenza forzata ci permette di vedere ciò per cui non abbiamo tempo sufficiente per dedicarci, dato che il tempo è tiranno, e spesso ci imbattiamo in tal modo in piccoli grandi gioielli che ci fanno ringraziare il sopraggiungere dell'orda natalizia. Per quel che attiene al mio 2013 cinematografico, molto intenso, forse il più concitato grazie alle fortunate opportunità offertemi dalle partecipazioni a vari festival piuttosto importanti, accolgo l'input lanciato dall'amico AtTheActionPark (e pure dal carissimo Port Cros, preziosa new entry nel nostro mondo di recensori, utente ancora parsimonioso di giudizi, ma di fatto fine e acuto sezionatore di pellicole a cui invidio -simpaticamente si intende - la lucida concisione di riuscire a dire moltissimo in poco spazio e parole, con una precisione ed una esaustivita' davvero ammirevoli)  e stilo pure io una mia preferenza su ciò che ho visto in sala (in alcuni casi le pellicole non sono ancora uscite nelle sale, ma le ho visionate agli accennati festival), su ciò che più di altro mi ha fatto scattare la scintilla dell'emozione, sentimento che eleva l'opera che la suscita al di sopra di lavori magari tecnicamente anche migliori, ma al contrario più freddi e "calcolati". Eccoli qui i miei tesori:

Playlist film

A proposito di Davis

  • Drammatico
  • USA
  • durata 105'

Titolo originale Inside Llewyn Davis

Regia di Ethan Coen, Joel Coen

Con Oscar Isaac, Justin Timberlake, Carey Mulligan, Garrett Hedlund, John Goodman

A proposito di Davis

In streaming su Apple TV

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Con Inside Llewyn Davis i Coen, nuovamente e meritatamente premiati a  Cannes, tornano alla perfezione dei tempi di Fargo, senza peraltro aver mai sbagliato un film durante tutta la loro prolifica ed esemplare carriera. Questa loro toccante ed emozionante opera e' in fondo il diario di una ostinazione, dell'irriducibile inarrestabilita' di un sogno che, proprio perche' cosi' sentitamente avvertito, aiuta chi lo tiene dentro di se' ad affrontare ostacoli insormontabili, freddi implacabili e un presepe di loschi o biechi individui con cui e' costretto  a condividere il cammino.

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

Stray Dogs

  • Drammatico
  • Taiwan, Francia
  • durata 138'

Titolo originale Jiao You

Regia di Tsai Ming-liang

Con Lee Kang-sheng, Lee Yi-Cheng, Lee Yi-Chieh, Chen Shiang-chyi, Lu Yi-Ching, Chen Chao-rong

Stray Dogs

Cani randagi si aggirano raminghi tra le macerie di case abusive semi sepolte da una vegetazione incontenibile. Una donna che lavora in un supermercato li raggiunge di notte munita di pila per donar loro le confezioni di cibo scaduto che altrimenti finirebbero al macero.Non è per nulla semplice seguire un autore del genere; ma lo stile di Ming Liang è ipnotizzante e il risultato senz'altro unico e stupefacente. Per molti certamente il fatto che Stray Dogs possa essere l'ultimo film dell'autore taiwanese suonerà come un sollievo. Per me che considero Tsai Ming Liang uno degli autori cult in assoluto, significherà perdere uno dei cineasti più originali ed interessanti, non solo stilisticamente, dell'ultimo ventennio.

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

Fish & Cat

  • Drammatico
  • Iran
  • durata 127'

Titolo originale Mahi va gorbeh

Regia di Shahram Mokri

Con Babak Karimi, Saeed Ebrahimi Far, Abed Abes

Fish & Cat

In streaming su Spamflix

Un horror iraniano proprio ci mancava: non solo al Festival di Venezia, bensi' proprio nel panorama cinematografico mondiale, dato che a memoria non trovo esempi che lo precedano (mi smentisca qualcuno se sbaglio). Un horror per modo di dire, più per atmosfere abilmente costruite che per il sangue versato (praticamente nullo quello mostrato, quanto piuttosto al massimo raccontato).Un "Cabin fever" dell'est che sostituisce il potere inquietante ed enigmatico della parola al massacro fisico, anche nel fantastico finale/confessione, tutto descritto, anzi confessato con arrendevole rassegnazione dalla vittima ormai designata.

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

Il tocco del peccato

  • Drammatico
  • Cina
  • durata 135'

Titolo originale Tian zhu ding

Regia di Jia Zhang-ke

Con Wu Jiang, Wang Baoqiang, Zhao Tao, Zhang Jiyai, Luo Lanshan, Li Meng

Il tocco del peccato

In streaming su Amazon Prime Video

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Il tocco del peccato è davvero un film eccezionale e da non perdere. Già le prime folgoranti immagini di un brutale agguato finito nel sangue (ai danni degli assalitori), quelle di un camion riverso ai limiti di una strada perduta tra le rocce di una zona semi-desertica, con una marea rossa di pomodori sparsi sul ciglio stradale e approssimativamente radunati uno sull'altro, è indicativa e significativa del livello eccezionale di tutto ciò che seguirà e ci verrà proprosto dall'eccezionale cineasta.Attorno a diverse storie drammatiche raccontate con destrezza e acuto senso del dramma, il regista non perde di vista il paesaggio incredibile e crudemente saturo di contrasti, accentuati dalla magica presenza di vedute di orti coltivati con millimetrica precisione, sovrastati all'orizzonte dall'ombra del cemento di spettrali e moderne costruzioni avveniristiche della modernità che avanza e fagocita tutto quanto, tradizioni, modi di essere, oltre che umiltà di vivere e sofferenze. Un nuovo modo di patire sofferenze, piu' di natura cerebrale,  quando anche il mite lavoratore trova la forza di ribellarsi e farsi giustizia. Un film ecceziinale, duro, spietato, senza appiglio davvero evidente ad un barlume anche tenue di speranza.

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

Lo sconosciuto del lago

  • Drammatico
  • Francia
  • durata 97'

Titolo originale L'inconnu du lac

Regia di Alain Guiraudie

Con Pierre Deladonchamps, Christophe Paou, Patrick Dassumçao, Jérôme Chappatte

Lo sconosciuto del lago

Guiraudie ha l'intelligenza e la coerenza di non nascondersi dietro una foglia di fico per rappresentare le abitudini erotiche di una zona di battuage e commercio di carni immersa in un verde dai contorni innocenti; di non rinunciare alla rappresentazione inevitabile di membri eretti dall'impeto dell'attrazione, di fellatio consumate all'aria aperta ed eiaculazioni prepotenti ed istintive. Spicca nell'opera il coraggio di non tirarsi indietro scendendo a banali compromessi, quando il sesso è necessario che vada rappresentato in tutta la sua complice veridicità per rendere credibile la rappresentazione senza veli e falsi pudori di un amore carnale che totalizza e crea dipendenza; questo più ancora del non trascurabile crescendo noir, è l'aspetto che rende notevole la pellicola, che man mano che procede all'epilogo (quasi una resa dei conti con finale semi-aperto) cresce parimenti nel suo intreccio con una suspence dai risvolti inquietanti ed accattivanti insieme.

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La grande bellezza

  • Drammatico
  • Italia, Francia
  • durata 150'

Regia di Paolo Sorrentino

Con Toni Servillo, Sabrina Ferilli, Carlo Verdone, Carlo Buccirosso, Iaia Forte

La grande bellezza

In streaming su Infinity Selection Amazon Channel

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Grande ambizione quella di Sorrentino, al solo al pensiero di poter girare il suo nuovo "La dolce vita" degli anni 2000: una scommessa vinta su tutti i fronti, quello della regia, delle inquadrature meravigliose, della scelta e della resa dei molti attori famosi coinvolti (sarebbe impossibile citarli tutti, visto che tutti risultano eccellenti), delle musiche variegate ma tutte appropriate che abbelliscono una perfezione formale a cui si abbina una denuncia acutissima del vuoto culturale in cui siamo caduti, situazione che già risultava un tema affrontato in precedenza, tanto da costituire la summa di tutto il suo interessante cinema (a parte forse l'episodio americano non molto riuscito di "This must be the place"). La follia collettiva di un mondo che sa solo fagocitare, inghiottire e consumare ma sempre meno produrre e costruire: lo stesso mondo del cinema di Garrone, spostato solo di qualche gradino più in alto nella scala gerarchica di una non tanto ipotetica casta sociale. L'Italia insulsa e cialtrona degli arricchiti e degli approfittatori che fagocitano ricchezza distruggendola per sempre. L'Italia delle feste esclusive, che non ci piace e ci fa ribrezzo in via concettuale, ma che in ogni caso ci riesce a sedurre grazie certo ad una potenza registica in grado di selezionare il livello più infimo del cattivo gusto facendolo assurgere ai vertici di una bellezza "grande" e cinematograficamente molto artistica.

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Il caso Kerenes

  • Drammatico
  • Romania
  • durata 112'

Titolo originale Pozitia Copilului

Regia di Calin Peter Netzer

Con Luminita Gheorghiu, Bogdan Dumitrache, Vlad Ivanov, Florin Zamfirescu, Natasa Raab

Il caso Kerenes

In streaming su Amazon Prime Video

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Dalla Romania, dopo Cornelius Porumboiu, dopo Christian Mungiu, ecco con l'ottimo Calin Peter Netzer, un altro esempio di cinematografia rigorosa ed esemplare: una sceneggiatura incalzante che segue i pochi devastati e devastanti personaggi in un percorso umano, quasi un calvario espiativo nel dolore che li porta dalla mostruosità senza rimedio all’affiorare timido nel proprio modo di comportarsi, nel proprio atteggiamento, di una parvenza flebile di umanità, di compassione, pietà e senso di tolleranza che prima nessuno di essi conosceva e che ora riesce finalmente ad elevarli a persone.Come una lenta agonia, il film procede sicuro e forte di una sceneggiatura di ferro, sino ad un finale espiatorio nei pressi della umile abitazione dei genitori della vittima, il cui fermo contegno (che non è rassegnazione o volontà di riscattare il dolore con un premio pecuniario, tutt’altro!) della famiglia della giovane vittima induce persino quel vigliacco inconcludente del figlio a compiere il suo unico atto dignitoso di tutto il film. Ed un epilogo potente, meraviglioso, commovente che ritrae da uno specchietto retrovisore laterale una stretta di mano che  stringe il cuore e accende gli animi, ci porta ad una delle chiusure più potenti, evocative e indimenticabili che ricordiamo da anni: segno inequivocabile di una potenza registica che già percorreva in modo chiaro la pellicola sin dai primi concitati momenti della pacchiana festa di compleanno di questa “meravigliosa creatura”. Orso d’Oro meritatissimo, inevitabile, irrinunciabile anche senza conoscere la valenza della maggior parte degli altri film che si sono contesi l'ambita statuetta.
Primi tra gli esclusi, ma non per questo meritevoli di oblio, vorrei almeno citare i seguenti altri film:
-Short term 12 di Destin Cretton, osannato a Locarno;
-Snowpiercer, futuristico angosciante del genio Bong 
Jonn ho;
-Like father, like son, del sensibile e delicato regista nipponico Hirokazu Kore-eda, apprezzato a Cannes e a Roma;
-The grandmaster, conferma del talento visivo ed emozionale del grande Wong Kar-way.

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