Sbatti il mostro in prima pagina
- Drammatico
- Italia
- durata 93'
Regia di Marco Bellocchio
Con Gian Maria Volonté, Fabio Garriba, Carla Tatò, Laura Betti

In streaming su Pluto TV
vedi tuttiLa manipolazione dell'opinione pubblica
Leggendo le notizie in rete, dai giornali italiani più conservatori (ma cosa vuol dire ancora questa parola) fino ai più progressisti (questa ha ancora meno senso), dal giornalista più obiettivo al più corrotto, trattano tutti di politica come se fosse una immensa telenovela o una interminabile stagione calcistica.
Una telenovela che toglie inevitabilmente spazio alla cultura, ai sogni e alle speranze, e soffoca la creatività di molti, rendendoci passivi.
Fino all'inizio degli anni '70 in Italia, prima degli anni di piombo, si era arrivati a guidare, ad accompagnare e a criticare oserei dire con coscienza il gusto del lettore e del pubblico, permettendo un dibattitto attivo e ponendo degli interrogativi seri sul significato di politica e cultura (pensiamo a personaggi come Pasolini o Carmelo Bene).
Oggi abbiamo internet. Leggiamo e condividiamo le notizie, le commentiamo, vediamo film, ascoltiamo musica.
Pensiamo di condividere idee, di far parte di comunità, possiamo commentare gli articoli dei giornali online, ma la verità è che internet è una immensa gabbia.
La Gabbia, grande quanto lo stesso pianeta in cui viviamo, che unisce, rende tutto omogeneo, riduce il pensiero e le opinioni in una massa indistinta, oleosa e insipida, che confonde i ruoli tra mittente e destinatario del messaggio.
Bisogna tornare non a parlare seriamente di politica, di cultura o di cinema, ma bisogna tornare a criticare il pubblico, la gente, il lettore, colui che ha il potere di scegliere.
Scusate tanto se non faccio distinzione tra politica, società e cultura (in questo caso il cinema), però c'è una indistinzione che li accomuna, un tipo di postura che è la Passività. Tutto è bello o brutto, interessante o superficiale in relazione a ciò che pensa il tuo "vicino", l'opinione personale è un riciclaggio di qualcosa di già elaborato e detto.
Per questo voglio rendere omaggio ad alcuni film che hanno osato, grazie ad un metatesto, ad un pensiero profondo o ad una genuina rabbia, a dire qualcosa in più rispetto al semplice intrattenimento, a criticare apertamente o più sottilmente il pubblico, la società e la decadenza culturale di questi ultimi decenni.
Regia di Marco Bellocchio
Con Gian Maria Volonté, Fabio Garriba, Carla Tatò, Laura Betti
La manipolazione dell'opinione pubblica
Regia di Marco Bellocchio
Con Gian Maria Volonté, Fabio Garriba, Carla Tatò, Laura Betti
La serie inglese Black Mirror è una delle rappresentazioni più efficaci di come le nuove tecnologie hanno cambiato e manipolano le relazioni sociali, le idee e la creatività.
Sicuramente non lascia indifferenti.
Titolo originale They Live
Regia di John Carpenter
Con Roddy Piper, Keith David, Meg Foster, George 'Buck' Flower, Peter Jason
Carpenter è stato sempre un regista "contro", che ha saputo abilmente aggirare e criticare abilmente la macchina dei grandi Studios americani, e a criticare anche la società ed il suo pubblico.
Regia di Nanni Moretti
Con Nanni Moretti, Piera Degli Esposti, Laura Morante, Alessandro Haber, Remo Remotti
Pubblico di merda!
Titolo originale eXistenZ
Regia di David Cronenberg
Con Jennifer Jason Leigh, Ian Holm, Jude Law, Don McKellar
Anche Cronenberg è riuscito a intuire la profonda integrazione, ma anche la corruzione dell'individuo in un ibrido uomo/macchina
Titolo originale The Matrix
Regia di Andy Wachowski, Larry Wachowski
Con Keanu Reeves, Laurence Fishburne, Carrie-Anne Moss, Hugo Weaving
La società dorme, passiva, impassibile. Solo pochi riescono a sentire nell'aria che vivono soto controllo.
Rivoluzionario.
Titolo originale Holy Motors
Regia di Leos Carax
Con Denis Lavant, Edith Scob, Eva Mendes, Elise Lhomeau, Kylie Minogue, Michel Piccoli
Carax è riuscito, nel bene e nel male, a rappresentare la corruzione dell'immagine.
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