Vuoti esistenziali o attonite gioie? L'immobilità spesso sottende dinamiche interiori che le immagini normali non saprebbero rendere, alla disperata ricerca della catarsi. Per dirla in termini plebei, le pellicole "lente", quelle per taluni insopportabili (e talvolta è stato così: a costo di farmi nemici, non sono proprio una grande estimatore di Michelangelo Antonioni), per altri nuovi polmoni cinematografici, per tornare a respirare. Ma soffermarsi troppo con le parole sarebbe incoerente, ecco le pellicole che hanno saputo parlare dritte agli spettatori riconquistando, in piena epoca del sonoro, il pregio della quiete fonica. Attendo suggerimenti!
Con Mihaly Vig, Putyi Horvath, János Derzsi, Miklós Székely B., László feLugossy
Estendere gli attimi, allungare i momenti, osservare i tempi morti per fare una sintesi della presenza dell'uomo sulla Terra. L'Apocalisse arriva nel silenzio dei volti della piccola Erika Bok, per cui si può anche versare qualche lacrima.
Il sogno è estraniarsi dalla loquacità e dalla parlantina del quotidiano, riscoprire il sentimento, ottenerlo, immergervisi senza condizionamenti, tremare di emozione.
Con Miho Kanno, Hidetoshi Nishijima, Tatsuya Mihashi, Kyoko Fukada
Leghiamoci con una corda e percorriamo le strade della nostra vita condivisa. Siamo delle bambole con una bocca disegnata, non siamo in grado di (e non vogliamo) dire una parola.
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