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"William Friedkin: luci e ombre d'un talento"
di GIMON 82 ultimo aggiornamento
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GIMON 82

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"William Friedkin: luci e ombre d'un talento"

Recentemente è stato premiato a Venezia con il "Leone d'oro alla carriera".In contemporanea ha presentato il libro della sua biografia "Il buio e la luce".Il premio ricevuto a Venezia gli conferisce un doveroso "spazio" negatogli spesso dal grande cinema.
La figura di Friedkin artisticamente e umanamente ha un qualcosa di profondamente controverso.Proprio come i suoi film.Una carriera contraddistinta da luci e ombre,da successi clamorosi e bestiali flop.Colpa del suo famoso caratteraccio,intransigente ed irascibile,poco disposto a scendere a compromessi.Una patina di "paranoia" artistica per la quale ha creato una sfilata di personaggi caratterizzati da lati bui dell'animo.Paranoia ed ossessione come centralita' dei suoi racconti,contraddistinti dalla cruda verita' d'un nichilismo reale e palpabile.
Nel mio piccolo ho voluto rendere omaggio ad un artista poco "celebrato" negli ultimi anni.Quasi scomparso dal giro del cinema che conta.Friedkin ha lasciato dietro di se la traccia indelebile di opere che hanno rinnovato la settima arte.
Bastano solo due titoli per innalzarlo agli allori d'un fotogramma perpetuo che scorre dinanzi agli occhi,regalandoci immagini nude e crude,ma potenti nella pragmaticita' della sua regia, intrisa di documentario in presa diretta.
"Il braccio violento della legge" e "L'esorcista",sono loro i titoli conclamati ad icone materiali d'un cinema anni settanta molto rivoluzionario.Bill Friedkin è un esponente di punta della "New Hollywood",insieme ai vari Scorsese,Coppola,De Palma.....Bill da Chicago non è pero' un "movie brats".Egli non ha frequentato nessuna scuola di cinema,proviene dalla televisione,dapprima come fattorino,poi come segretario di produzione ed infine regista.
Si proprio regista,capita che un giorno Friedkin veda al cinema "Quarto potere",rimanendone folgorato,le luci,la composizione scenica,la recitazione.Bill capisce che il mestiere che ti consente di creare,di mettere al centro del lavoro una sorta di "ego" personalistico,è proprio l'arte della regia.
Comincera' da lontano,non prima di aver sperimentato illusioni,delusioni e umiliazioni.Il suo primo documentario risale al 1962,s'intitola "Paul Crump vs People".E' un documentario contro la pena di morte,trovatosi per caso ad un party di "celebrities",Friedkin conosce un parroco che lavora da cappellano nel braccio della morte d'un carcere di Chicago.
Gli racconta la storia d'un detenuto,tale Paul Crump,accusato di omicidio a mano armata.E' un caso controverso,sono i tempi del razzismo contro gli afroamericani.Crump essendo un nero si trova condannato per una serie di prove e testimonianze molto discutibili.Friedkin rimane affascinato dalla storia,ottiene il permesso di parlare col detenuto,e di cavarne fuori un documentario molto realista contro la pena di morte,che scagionerebbe Crump dalle accuse.Il documentario "Paul Crump vs People" ottiene un clamoroso successo,sollevando addirittura un "caso" nel dipartimento di giustizia americana.
Nonostante i tentativi di boicottaggio da parte di gruppi di conservatori il film vince un importante premio ad un festival di documentari.Il primo premio della sua carriera,Paul Crump sopratutto grazie al documentario di Friedkin verra' graziato,la sua pena commutata in ergastolo.
E' il primo passo verso una promettente carriera di fillmaker.Verranno altre regie televisive,per documentari sensazionalistici d'una tv americana di seconda serie.Poi il "salto",quando a Bill viene proposto di girare un episodio della serie "Hitchcock presenta".Celebre e succoso in tal senso un annedoto raccontato da Friedkin in occasione del primo incontro col grande maestro.
Stavano girando,arriva Hitchcock sul set,a stento porge la mano al giovane Friedkin,redarguendolo per la mise senza cravatta del giovane regista,il quale se ne esce con una battuta:"Ho dimenticato il cravattino a casa sir.....".Un episodio che mette in luce una dose di anticonformismo e antiautoritarismo del regista,il quale anni dopo si "vendichera'" del rimprovero di Hitchcock,"sfottendolo" e provocandolo durante una premiazione dell'American director's Guild.
L'episodio della serie "Hitchcock presenta" è girata con uno stile secco,con un piano sequenza iniziale da novello "Orson Welles".Un qualcosa che mostra un talento cristallino e secco,che attira l'attenzione di alcuni addetti ai lavori,case di produzione contattano Friedkin,(appena trentenne) che si trova a girare una sorta di "Syt com" con i cantanti emergenti Cher e Sonny Bono.Ma sara' un clamoroso insuccesso che lancera' Friedkin nello sconforto.
Il lancio vero e proprio nell'orbita cinema avviene nel 1968,con un film intitolato "Festa di compleanno",tratto da una pieces teatrale del commediografo Harold Pinter.
Poi sara' la volta (nel 1970) del film "Festa di compleanno per il mio amico Harold",la prima volta di Friedkin nel toccare un tema delicato come la vita degli omosessuali di quel periodo.
I due film ottengono un discreto successo e buone recensioni,il tocco del regista futuro si vede,seppur contraddistinto da un talento che aspetta di venir fuori.
E' nel 1971 che il mondo s'accorge di Friedkin,"Il braccio violento della legge".Un titolo,una leggenda.Una garanzia forte e compatta d'una corrente "neocinematografica" chiamata "New Hollywood".Un film duro,forte e machista,accusato anche di essere "reazionario".Tratto da un libro di Robin Moore,parla d'un ingente sequestro d'un carico d'eroina proveniente da Marsiglia avvenuto a New York nel 1966.Friedkin si presenta al dio del cinema con una storia violenta,con un tocco magistrale di riprese che "scendono in strada",immergendo lo spettatore a diretto contatto con le strade luride di New York.Un film che consacra un attore quasi sconosciuto come Gene Hackman,che ebbe dei dissidi con Friedkin durante le riprese per via dell'impostazione del personaggio "Papa Doyle".
Un film sulla "strada" che evoca il miglior neorealismo italico e la Nouvelle Vague francese.Un poliziesco a basso costo infarcito di tematiche ruvide,d'un virilismo accentuato nelle figure di "sbirri" tenaci.E' la fine delle pellicole edulcorate della "Old Hollywood",l'inseguimento del film vale il prezzo del biglietto.Il confine "bene-male" non è piu' tanto netto,inizia l'epoca degli "antieroi" dell'America paranoica e nevrotica in piena guerra  del Vietnam.Per il ragazzaccio di Chicago il successo è dietro l'angolo.Arrivano gli "Oscar" per "Il braccio violento della legge",accompagnato dall'entusiasmo per una nuova corrente cinematografica nel cinema americano.Fresco dell'oscar e del travolgente successo,il nostro Bill s'immerge (per caso) nella lettura d'un romanzo che sta avendo successo:s'intitola "L'Esorcista".
Lo ha scritto uno sceneggiatore e scrittore d'origine libanese:William Peter Blatty.Blatty e Friedkin s'erano incontrati qualche anno prima,nell'occasione della stesura d'un film intitolato "Peter Gunny.....".Nell'occasione Friedkin ebbe il coraggio di dire a Blatty (e al grande Blake Edwards) che merda fosse la loro sceneggiatura.....
Un insolenza conclamata e arrogante,che Edwads non accetto' ma colpi' Blatty.Il ragazzo aveva le palle e il fegato.
Blatty rimase colpito dal "Braccio violento....." essendo proprietario dei diritti del libro,voleva Friedkin a dirigere il film.
Tra varie controversie e dissensi con le case di produzione Friedkin riuscira' a girare finalmente il film......
E sara' una leggenda.....
"L'Esorcista" parla della possessione demoniaca ai danni d'una dodicenne.Roba forte per il 1973,una pellicola d'impatto mostruoso sull'opinione pubblica.In pieno Vietnam "L'esorcista" spacca in due le opinioni,violento,crudo e intriso di temi scomodi.Il mistero della fede e il senso di colpa,intrecciati nella possessione demoniaca d'un innocente.Immagini forti e veritiere,scioccanti nell'incedere,Friedkin che innesta una potenza registica ad una pellicola che diverra' iconica nel tempo."L'esorcista" per Blatty e Friedkin non era un horror.Lo sara' per la stampa nel corso degli anni,gli autori volevano parlare del mistero della fede nell'uomo,nella lotta perpetua tra bene/male.Sara' un successo "bestiale",sopratutto per Friedkin,regista di punta ormai acclamato,noto per il caratteraccio che sfiora la psicosi.E' la teoria del "regista-autore" che invade la Hollywood del periodo.Il regista deificato,i produttori che "abbassano la testa".E' un periodo d'oro per Friedkin,acclamato da tutto il mondo,come "L'Esorcista" era una corsa sull'ottovolante,anche la carriera di Friedkin sembra esserlo........
"le LUCI E OMBRE",il successo ti da e ti toglie,nulla dura per sempre tutto è immutabile".....dopo il successo dell'Esorcista,Friedkin vuole imitare l'amico Coppola alle prese con un film "personale" per cui si giocava tutto:" Apocalyps Now".Friedkin vuole rifare lo stesso nel Centroamerica col rifacimento del film di Clouzot del 1952 "Vite vendute".Il suo s'intitolera' "Sorcerer".Narra di quattro fuorilegge scappati in uno scalcagnato paese centroamericano,che per salvarsi la pelle,accettano l'incarico suicida di trasportare un carico di nitroglicerina.Tra crisi lavorative,sforamenti di budget e licenziamenti coatti,Friedkin porta a termine il suo film piu' ambizioso.Quello per cui si gioca la reputazione,il "Magnus Opus".Rivisto oggi "Sorcerer" è un film secco,d'una durezza escotica sconvolgente,iconograficamente virile.L'arroganza di Friedkin all'epoca fece si che venissero "bocciate" le presenze nel cast di Steve McQueen,Mastroianni e Lino Ventura.Un qualcosa di molto penalizzante per Bill,che dovette ripiegare su un cast di tutto rispetto,ma sconosciuto al grande pubblico americano."Sorcerer" oggi trasmette un senso di "nuda" cinematografia,compatta e serrata nell'azione,senza ombra di digitale assume una potenza di cinema incontrastato.
Nel 1977 fu un flop clamoroso,nell'epoca di "Guerre stellari" la parola d'ordine era "ottimismo"."Sorcerer" tutto era fuorchè ottimista.Per Friedkin una caduta a picco nella carriera.Una sfilza d'insuccessi,da "Pollice da scasso",al controverso e morboso "Cruising",ispirato a una serie di omicidi  ad omosessuali nei locali "Dock's" nel Locker East side Village.Duro e rarefatto,girato nell'era preAIDS, con un Al Pacino poliziotto infiltrato nel mondo sadomaso degli omosessuali.Friedkin viene contestato dalle associazioni dei diritti dei Gay,il suo film accusato a piu' riprese di omofobia."Cruising" è di fatto un film scomodo,coraggioso e oltranzista per il periodo in cui fu girato.Friedkin era (ed è) un artista in controtendenza rispetto al resto di Hollywood.Gli anni 80 di Reagan erano l'epoca degli eroi alla Indiana Jones,Bill continuava invece a girare film cupi,morbosi e spaventosamente violenti.
Paranoie,ossessioni e ambiguita' come tema centrale della sua filmografia,un non "volersi piegare" all'esigenze dell'establihsment" che voleva film edulcorati.
Friedkin ha pagato a caro prezzo il suo volersi fermare sulla linea "personale".Estromesso dalle case di produzione,ai margini del "giro che conta",ha sofferto malattie e depressioni,quasi in una spaventosa legge del contrapasso.
Una brave parentesi di "luce" nel 1985 col portentoso noir "Vivere e morire a Los Angeles",un poliziesco complesso e in contrasto con tutto il resto che "spacca" gli anni 80 del cinema americano.
Tuttavia nonostante le critiche entusiatiche non ebbe il successo che meritava,"rivalutato" all'unisono dal pubblico solo in anni recenti.Gli anni 90 sono una catarsi di buio lacerante,con poche opere tra le quali "Jade","Basta vincere",film girati benissimo,ma manchevoli di quella forza travolgente negli anni 70.
Bill da Chicago si lancera' con successo nelle regie teatrali,portando opere come "l'Aida" in giro per il mondo con grande successo.E' l'incontro con Tracy Letts a riportare la luce nella carriera di Friedkin negli anni recenti.Le pieces di Letts "Bug" e "Killer Joe" hanno un potenziale cinematografico non indifferente.Ne vengon fuori due film indipendenti,come temi centrali sempre le "care" ossessioni e paranoie,con psicotici soldati e degradate provincie e famiglie americane.
Film scomodi e coraggiosi,"contro" l'establishment americano delle superpellicole commercializzate.Friedkin ha la soglia degli 80 anni è rinato,gira come un ragazzino,ha la freschezza lucida d'un esordiente.Ma sopratutto non è sceso a "compromessi",rimanendo fedele nella sua opera lucide ed energica,diretta e "stronza" come il suo bel caratterino.
A noi piacciono quelli cosi',veri e senza fronzoli,Venezia gli ha reso (finalmente) omaggio.Speriamo che dietro l'angolo ci aspetti un altra storia cattiva e bastarda come solo il "vecchio" Will sa regalare........

Playlist film

Il braccio violento della legge

  • Poliziesco
  • USA
  • durata 104'

Titolo originale The French Connection

Regia di William Friedkin

Con Gene Hackman, Fernando Rey, Roy Scheider, Marcel Bozzuffi, Tony Lo Bianco

Il braccio violento della legge

In streaming su Disney Plus

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Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

Killer Joe

  • Drammatico
  • USA
  • durata 103'

Titolo originale Killer Joe

Regia di William Friedkin

Con Matthew McConaughey, Emile Hirsch, Thomas Haden Church, Gina Gershon, Juno Temple

Killer Joe

In streaming su Amazon Prime Video

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Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

Bug

  • Thriller
  • USA
  • durata 98'

Titolo originale Bug

Regia di William Friedkin

Con Ashley Judd, Michael Shannon, Harry Connick jr., Lynn Collins, Brian F. O'Byrne

Bug

In streaming su Apple TV

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