Con Paul Lukas, Bette Davis, Lucille Watson, George Coulouris
Paul Lukas fu un attore ungherese naturalizzato americano di cui pochi si ricorderanno al giorno d'oggi, che vinse l'Oscar come miglior attore per "Watch on the Rhine", un dramma di propaganda antinazista girato durante la guerra. Non ho visto il film, a cui Morandini assegna solo 2 stelle, ma trovo assurdo che abbia potuto battere Humphrey Bogart, candidato quell'anno per "Casablanca" nel mitico ruolo di Rick Blaine. Il ruolo di Bogart è entrato nell'immaginario collettivo ed è di quelli che valgono una carriera... possibile che l'Academy non abbia voluto considerarlo?
Con Bing Crosby, Barry Fitzgerald, Frank McHugh, James Brown, Jean Heather
Bing Crosby interpreta un prete canterino mandato ad affiancare l'anziano e un pò burbero sacerdote interpretato da Barry Fitzgerald e ad affrontare i piccoli e grandi problemi dei suoi parrocchiani. Un "feel-good movie" che ebbe un grandissimo successo nell'America che si avviava alla fine del secondo conflitto mondiale, tuttavia un pò datato se visto oggi, e l'interpretazione di Crosby non è nulla di eccezionale anche all'interno del registro da commedia. Fra i suoi rivali di quell'anno, meglio il Cary Grant in versione drammatica de "Il ribelle".
John Wayne vinse un tardivo Oscar per questo tardivo western diretto dal veterano Henry Hathaway, ma avrebbe meritato infinitamente di più la statuetta per alcune delle sue interpretazioni più mature, come quelle ne "Il fiume rosso" di Hawks o "Sentieri selvaggi" di Ford, che sancirono la sua bravura di attore, ma non furono prese in considerazione dall'Academy. Spiace dirlo, ma il confronto col Dustin Hoffman di "Un uomo da marciapiede", candidato quell'anno, va tutto a sfavore di Wayne.
Non ho visto questa commedia di Herbert Ross che fece vincere la statuetta al bravo Richard Dreyfuss, più famoso per essere stato il protagonista di "Incontri ravvicinati del terzo tipo", ma poichè quell'anno era candidato Marcello Mastroianni per "Una giornata particolare", stupefacente nell'utilizzo inedito che ne fece Ettore Scola nel ruolo di un omosessuale destinato al confino durante la dittatura fascista, credo che il paragone fra i due comunque non regga. Purtroppo, Mastroianni fu penalizzato dal fatto di concorrere per un film "straniero", e solo Roberto Benigni in anni recenti riuscirà a vincere con un film girato in italiano.
Un fuoriclasse della recitazione come Al Pacino, grandioso in film come "Il padrino", "Il padrino parte II", "Quel pomeriggio di un giorno da cani", "Scarface" ecc. viene premiato per una delle sue prove meno memorabili nel vago remake di un film anni 70 di Dino Risi con Vittorio Gassman, con cui in questo caso il paragone è sfavorevole. Fra i suoi rivali di quell'anno, meglio lo Stephen Rea di "La moglie del soldato" o il Denzel Washington di "Malcom X".
Nicholas Cage è un attore che nel corso degli anni è migliorato, ma quando girò questo drammatico "Via da Las Vegas" non aveva ancora raggiunto la sua maturità di interprete, secondo me la statuetta fu piuttosto generosa... stavolta sono di parte e, fra i suoi colleghi, mi sarebbe piaciuto vedere premiato Massimo Troisi per la sua ultima interpretazione ne "Il postino".
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